Fratelli livornesi

FRATELLI LIVORNESI
Fiesole 27 Settembre 1848.
Abbenchè inviata ad un solo cittadino, deve questa mia esser
comune a tutti i Fratelli.
I giorni sono tristi, e la congiura infernale trionfa per il momento.
Ma il giorno della giustizia non è lontano ; credetelo , o
Fratelli ; e chi sarà stato saldo nella fede, ne averà onore; infamia
e morte ai vili, agli egoisti, ai rinnegati!
Ma questo giorno della giustizia non è però tanto vicino che
i credenti non abbiano a subire, prima che quello arrivi, dure prove,
e che non debbano porre in opera la prudenza del saggio per
contrapporla alla malizia dei reprobi.
Ora il nome di Livorno è scritto con quelli di Bologna, di Genova
e di Venezia nel Libro delle glorie italiane. ? Guai a noi
se queste città non erano ! Esse saranno i quattro stipiti sopra i
quali s’inalzerà l’altare della italiana libertà.
Non devo tuttavia tacere, Fratelli carissimi, (e soffrite se io
così lontano da voi, io vi do una rampogna ) che voi vi lasciaste
alquanto illudere e mistificare da qualche avanzo della maledetta
stirpe di Camm costà rimasto o venuto, passato a traverso il largo
vaglio della generosità popolare.
Or questa Stirpe di Camm volete voi sapere chi sia? Io ve lo
dirò in ispirilo di verità, come se dovessi adesso rendere conto
delle mie opere a Dio.
Sono stirpe di Camm lutti quelli uomini egoisti, ai quali basta
assicurare i proprj averi, i proprj guadagni, il proprio impiego
senza curare della patria e del popolo.
Sono stirpe di Camm tutti coloro, i quali nella copia delle
loro ricchezze si trovano sempre bene , qualunque sia il padrone
che venga, poiché hanno sempre di che dividere con lui ; e per
Padroni tutti accettano, fossero pure i Turchi, non che i Croati,
purché non sia il Popolo, poiché temono che Egli non abbia una
volta o l’altra a domandar loro ragione del come cos’i grandi
ricchezze in sì breve tempo accumulassero , e che non avesse forse
tesori sudori o sangue del povero.
Sono stirpe di Camm finalmente tutti quelli uomini, i quali con
accomodale parole e cattedratiche prolusioni fecero suonare a suo
tempo certe frasi generiche e parole a doppio senso, dicendosi Liberali ;
e menarono romore, ed eccitarono il popolo a far eco, non
risparmiando di distribuire a tal effetto danaro ; ed il loro divisamente
fu quello di levar di sedia quei vecchi pratici che da lungo
tempo sedevano, uomini che benché non fossero Liberali, non erano però
né affatto spregevoli, né riprovevoli affatto, perché in loro
suppliva alle teorie una certa equità e bonarietà naturali’, e quando
li ebbero levali di sedia ed essi vi si furono accomodati in vece
loro, pavoneggiandosi nelle regie aule di titoli e nastri che mamma
e babbo non avea mai dato loro a sperare , gridarono Moderazione; e
volendo arrestare il movimento, dissero al Popolo adesso basta.
? Ma il Popolo avea compreso che in Lui era Diritto,
e sentilo che in lui stava forza. ? Sicché il Popolo a quei Dottrinari
rispondeva: ¦ se basta per voi, non basta per me ; voi restate, anderò
io avanti. »? Ed il Popolo andò avanti, ed anderà avanti sino a che
il giorno della giustizia venga.
Or io vi dico che tutta questa stirpe di Camm è maledetta , e
porta maledizione a tutli li uomini ed a tutte le cose che tocca,
E fu questa maledetta stirpe che ratlenne, o Fratelli, il generoso vostro
movimento , quando importava che non si arrestasse :
che quel movimento era stato permesso da Dìo per acquistare a
voi ed alla città vostra gloria immortale, per salvare la Toscana
da una ignobile reazione, e per fornire alla gran causa italiana
un centro d’azione dal quale operare possentemente contro i comuni nemici.
Se infatti, dopoché provocati dal rinnegato Cipriani, voi trionfaste
arditamente dei vili suoi sgherri e delle prepotenti ordinanze
d’un ministero ubriaco, se allora, io dico, senza frapporre timidi
indugi, forti dell’adesione della generosa Lucca, delle simpatie di
Arezzo, di Pisa, di Pistoja, ed in generale di tutta la parte sana
del popolo Toscano, voi marciavi a diritto sulla Capitale , avreste
compita, con esito non dubbioso, opera santa e nobilissima.
Averesle liberato V ottimo Leopoldo Principe nostro dalla servitù
in cui lo tiene una congrega d’inetti o di perfidi, che lo illudono
e lo tradiscono.
Avreste gettato nel fango tutti questi uomini sorti dal fango
che già la fanno da Satrapi , e posto il Principe a capo del suo Popolo.
Avereste fatto risorgere finalmente la Libertà all’ interno , ed
all’esterno la Guerra, viva, vera, nazionale contro lo straniero.
Voi non lo faceste e sarebbe tardi il farlo adesso. Conviene
adesso che voi guardiate la difensiva; ma se sapete farlo come conviene, essa gioverà.
I figliuoli di Camm, mentre ci tengono a bada colle parole,
consultano e intrigano giorno e notte contro di voi.?State all’ erta.
Riescita vana la guerra civile che volevano scatenare contro
di voi al Campo di Pisa, ebber ricorso alle armi Piemontesi. Non
vi attaccheranno sino a che tutto non averanno pronto per potere,
a seconda che sperano, debellarvi.
Congiurano i maledetti onde procurare forza navale per investirvi anche dal lato del mare.
Or sappiale, o Fratelli, che da simili misure l’animo benefico
del Principe aborre. Ma Egli vi è tratto dall’ amor proprio offeso
dei suoi ministri, dei quali uno è a voi ben noto pei tristi fatti del
Gennajo, e dalla sete di vendetta di certi Livornesi emigrati a Firenze,
i quali attizzano, calunniano, e nulla lasciano intentato per
tornare in Patria da vincitori. Or questi uomini, o Fratelli, voi assai li conoscete.
Si tratta adesso di preservar Livorno, dalla forza aperta, dal
tradimento, dalla seduzione.
Udite dunque, o Fratelli, il consiglio del Vecchio , e non Io
sprezzate, poiché avereste a pentirvene.
Preparate difese contro una sorpresa. Non vi fidate del vostro
coraggio per improvvisare battaglia nelle strade. I Messinesi pugnarono
da eroi, ma furono domi dalle bombe e dal cannone.
Procurate di Francia a volo un Ingegnere militare che ponga
la Città in stato di difesa.?In caso estremo, non è difficile profittare
delle acque , e far di Livorno dalla parte di terra un’ altra
Mantova.-Dalla parte di mare convien moltiplicare il numero dei
pezzi a difesa, a provvedere alla Batteria della punta del molo la
quale non è in istalo di servire.
Convien procurar subito di Francia buon numero di bravi artiglieri :
il mestiere dell’artigliere non si improvvisa.
Affidale la difesa a Comandante od officiali che abbiano fatte
le loro prove, e che non transigano.
Preparate così le difese, indirizzatevi al cuore ed al sentimento
invitate’ i fratelli Genovési a fare altrettanto. ‘
Rammentate a quei bravi, che le loro palle e le loro bajonette
sono per lo straniero, non mai pei fratelli, e che si cuoprirebbero
d’ignominia, se contro questi le adoprassero.
A Manheim ed a Posldam, i militari hanno rifiutato di tirare
sul popolo , ed a coloro che il fuoco ordinavano, hanno risposto
? un buon soldato non deve colpire i suoi fratelli. >
Rammentate ai Genovesi esser la loro Città solidale con Livorno.
Oggi a me, domani a te. »
1 soldati Toscani che costà avete , e che vorrebbero mandare
in Piemonte, fateli vostri, sì che in caso d’attacco abbiano a combattere
col Popolo.?Dei capi ed officiali non vi fidate però a verun costo : vergini
di sangue tedesco, essi si bagnerebbero volentieri nel voslro. Costoro sarebbero,
per lo meno, d’ impaccio, val meglio rimandarli.
Del blocco non temete : la Toscana ha troppo bisogno di Livorno, e bloccando
Livorno, bloccherebbe se stessa.
Ritenete degli ostaggi a sicurezza vostra e de’ vostri.
Posti così in istalo di difesa, voi dovete stringere e formulare
le vostre domande in breve ma energico manifesto agli occhi della
Toscana, dell’Italia, dell’Europa.
Voler Livorno la Costituzione rivendicata e mantenuta nella
sua integrila; licenziati e processati i Ministri che la violarono;
sciolte le Camere che si prestarono a violarla.
Voler piena e generale Amnistia.
Per ciò aver prese le armi, né deporle sino a che non abbia
conseguito l’intento.
Ogni altro voto è in questo compreso , poiché Ministri e Camere a livello
dei tempi ad ogni dì più provvederanno.
Formulate così le vostre domande, assegnerete al Governo di
Firenze un termine brevissimo ad averle accolte ed esaudite , dichiarando
in caso contrario che Livorno si creerà un Governo provvisorio il quale lo
regga sempre in nome del Principe, e provveda
alla difesa dei diritti costituzionali, e che tratterrà ogni danaro ed
ogni provento Regio , facendo anche seguire coattivamente la gabellazione
nella Dogana di Livorno delle mercanzie da estrarsi per
il territorio.
E ciò che averete dichiarato, voi lo farete.
Guardatevi dalle mezze misure e dai suggerimenti della stirpe
di Camm.
Io vi dico, o Fratelli, che se così farete, non rideranno di voi,
ma voi di loro, e Livorno sarà salutata l’Eroica da tutta Italia.
Non siano dunque perdute le parole che il Vecchio invia ai
giovani Fratelli per salute loro e di tutti, e queste parole frutteranno
all’Indipendenza ed alla Libertà.
Salute e fraternità.
IL VECCHIO DELLA MONTAGNA.

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Estremi cronologici: 1848 settembre 27
Segnatura definitiva: MRI0190
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 39,5X29cm
Colore: bianco e nero
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Abbenchè inviata ad un solo cittadino, deve questa mia esser comune a tutti i Fratelli...
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