Francesco IV per la grazia di Dio duca di Modena, Reggio, Mirandola…
FRANCESCO IV.
PER LA GRAZIA DI DIO
DUCA DI MODENA
REGGIO, MIRANDOLA, MASSA E CARRARA, Eco. Ecc. Ecc.
ARCIDUCA D’AUSTRIA, PRINCIPE REALE D’UNGHERIA, E BOEMIA
Ai Nostri Amati Sudditi.
Se il dovere di Sovrano richiede che Esso proveda all’ occasione alle pub-
bliche necessità, e se a questo furono costantemente, e nelle varie luttuose cir-
costanze in cui Ci siamo trovati dirette le Nostre indefesse cure, primieramente
per adempiere meno male che sia possibile i Nostri obblighi innanzi a Dio, ed in
secondo luogo per interessamento di cuore ed affetto che abbiamo sempre preso
al ben essere dei Nostri amati Sudditi; ora V uno, e l’altro di questi motivi
nella circostanza che il flagello del terremoto cagiona spavento, agitazione, e no-
tabili danni a molti de’Nostri Sudditi, Ci inducono a far loro sentire utili
avvertimenti, consiglj, e quello che in simili casi può consolare, e tranquillizzare.
Il terremoto per quanto potesse studiarsi dagli uomini a spiegarlo colle leggi
fìsiche, è notoriamente da tutti i non miscredenti riconosciuto come un flagello
che Dio manda talvolta al pari di tanti altri, sia per castigo, sia per avverti-
mento agli uomini di convertirsi quando di gravi reità si sono resi colpevoli,
o quando dimenticati di Dio battono una falsa strada, o si abbandonano alle
loro ree passioni.
Il tempo forse è questo in cui empi ed infami principi, spirito d’insubordi-
nazione, di critica, di superbia che si crede, di meglio intendere, e vuol rifor-
mare ogni cosa, spirito di miscredenza, e sfrenatezza nell’appagare le più vili
passioni, sono diventati come una malattia epidemica nel mondo, che stravolge
le teste, impervertisce i cuori, e strascina alla perdita dell’ anima , non che a
quella d’ogni tranquillità, d’ogni godimento lecito anche terreno; avvelena
tutto sotto un falso aspetto di dolce, perchè opera del demonio, in potere di
cui necessariamente si cade più profondamente di mano in mano che si abban-
dona Dio, e la Santa sua Legge.
Ecco perchè Iddio misericordioso per iscuotere le anime ormai vicine a per-
dersi, per ricondurre i traviati, per rassodare i buoni nella virtù, e per avver-
tire tutti della sua Onnipotenza manda talvolta agli uomini calamità pubbliche
strepitose e straordinarie che colpiscono tutti, e che fanno a tutti un senso di
utile terrore. Sono questi effetti della misericordia di Dio, salutari scosse,, salu-
tari avvertimenti che dobbiamo mettere a frutto, e invece di spaventarci degli
effetti, atterrirci delle cause di perversità in noi, che li producono, provocando
insieme la Divina giustizia e misericordia. Ci rissoveniamo ancora delle sciagure
di terribili guerre e rivoluzioni, indi di carestia, e susseguenti morbi ; vediamo
quanti paesi furono e sono afflitti dalla malattia del cholera, dal quale finora
Dio volle preservare l’Italia. Intanto per sua paziente bontà ci manda altro
terribile avvertimento col terremoto, il quale sensibile a tutti, pericoloso del pari
a tutti d’ogni rango e condizione, è un flagello di sua natura spaventevole,
che però finora in questi Nostri Stati non cagionò la morte ad alcuno. Questo
è un grande annunzio che Egli non è contento di noi; che vi è o freddezza, o
tendenza ad abbandono di Dio nei buoni ; che vi è gran numero di traviati,
scostumati, ribelli a Dio, e quindi anche alle leggi Divine ed umane; che
bisogna scuotersi e correggersi. Ognuno esamini se stesso, e la sua coscienza
gli dirà a qual classe appartiene. Lui misero se non sente la verità di questi assiomi !
In tale circostanza crediamo di Nostro dovere come Sovrano di avvertire i
popoli a Lui soggetti, che si rivolgano a Dio, ed alla Religione, che ivi
soltanto troveranno conforto, e quella forza e tranquillità che li renda ras-
segnati ai voleri dell’Onnipotente. Chi ha vera fede in Dio, e coscienza pura
non conosce cosa sia sbigottimento, anche nei pericoli più evidenti e pros-
simi.
Ci crediamo in dovere di far riflettere, che purtroppo anche, nei Nostri Stati
molti si mostrarono, e taluni si mostrano ancora poco curanti di Di,o e della
Religione, e quindi insubordinati al loro Sovrano ed alle sue leggi, acciecati da
falsi principi, vogliosi di cambiamenti e di rivoluzioni, nelle quali sperano ap-
pagare le ree loro passioni senza ritegno. Purtroppo si sentì dire da alcuni
scellerati, che se il Carnevale fu tristo, più lieta sarà la Quaresima, e si ballerà
in questa. Ecco come Dio li confuse, ecco come in cambio di balli manda loro
un salutare, ma spaventoso terremoto.
Se i Vescovi, se i Confessori, se i Predicatori esortano per loro ministero alla
penitenza e alla conversione i fedeli, Noi quale Sovrano, Vogliamo facilitare e
dar mano a tutti i mezzi di ravvedimento, di ritorno a Dio ed al dovere, e di
miglioramento di vita, in quanto ciò è in Nostro potere. E faremo riflettere
che, se pei nuovi sforzi che tentano le proscritte sette ed i rivoluzionari onde
cagionare ulteriori turbolenze, Abbiamo giudicato prudente consiglio di sospen-
dere ancora l’effetto di quel perdono a certa classe, di traviati da Noi riservata,
che da tanti Ci fu con istanza chiesto e reclamato, ciò fu per proprio bene
de’Nostri Sudditi, poiché questi peccatori, questi uomini senza religione propensi
a turbare la società con mali esempi, con spargimento di cattive massime, con
desiderio di rivoluzioni, sono essi che attirano i castighi, e i flagelli di Dio alle
popolazioni. Il tenerli lontani è un allontanare questi Divini flagelli da noi; ed ogni
ben pensante invece di desiderare per una male intesa compassione il richiamo
ditali nemici di Dio e della umana società (specialmente di quelli che per ade-
sione a proscritte sette sono marcati dalla Scomunica) dovrebbe anzi cooperare
a scoprirli, ad allontanarli, se non si convertono daddovero, per così tener lon-
tani i flagelli di Dio, che altrimenti andranno succedendosi gli uni agli altri,
poiché Egli sembra stanco di tollerare tanti disordini, e tanta ribalderia negli
uomini. Non perciò dobbiamo incrudelire verso quei miseri traviati, ma pregar
per loro acciò si convertano, e se si vogliono convertire con retta intenzione,
perchè ne diano evidenti segni, i quali non possono essere disgiunti dalle debite
rivelazioni, da pubbliche ritrattazioni che riparino gli scandali dati : dobbiamo,
come il Vangelo c’insegna, stendere sempre ad essi la mano, e secondare in
loro una tale salutare risoluzione con tutti i modi possibili, e saper perdonare
quando v’è pentimento e correzione. Quindi se costoro innanzi tutto si rappa-
cificheranno con Dio, e daranno quei pubblici e privati non equivoci segni di
stretto obbligo, onde poter credere alla loro conversione, troveranno anche
nel loro Sovrano disposizione a perdono, amorevolezza, carità: e se per dovere
talvolta Ci dobbiamo mostrar più severi per non essere ingiusti , fermi onde
ù non tradire per debolezza questo stesso dovere; con maggiore contento dell’
animo Nostro mostreremo paterna cura ed amorevolezza a chi, o fu sempre ed
è fedele agli obblighi suoi, o a chi pure con una conversione reale e durevole
potrà meritare un eguale trattamento.
Dato in Modena dal Nostro Ducale Palalo questo giorno i5 Mar^o i832.
MODENA per gli Eredi Solicini Tipografi Reali.