Del Cardinale Oppizzoni Arcivescovo di Bologna riguardo alla scomunica si Pio IX, e altra menzogna
DEL CARDINALE OPPIZZONI
ARCIVESCOVO DI BOLOGNA
RIGUARDO ALLA SCOMUNICA DI PIO IX,
e di altra menzogna
Fu sempre arte di chi ha mala causa da sostenere il
recare in mezzo strafalcioni, e raffazzonarli cosi, che,
se a Dio piace, accattino fede. Di quest’ arte ne abbiamo avuto testé in Bologna un luminoso esempio. Pervenuta anche fra di noi la scomunica di Pio IX contro
gli usurpatori del temporale dominio dei Papi e gli aggressori di sua sacra Persona , 1′ Emo nostro Arcivescovo non la pubblicò nella forma ordinaria, intanto che
però ei la trasmetteva tosto da leggere al suo Capitolo
Metropolitano, e quindi ad altri, e spezialmente a magistrati di campagna la distribuiva a mano, e di più
era fatto certo che moltiplicatene le copie quasi in infinito, essa correva per le mani di migliaia di’ persone.
Per questo fatto i nemici della Sede Romana e della
Chiesa pigliarono occasione di commendare 1′ Emo
Oppizzoni, e pubblicato in cento angoli della città un
foglio (i), dichiaravano pieni di religione, che il medesimo aveva raccolto un Consiglio di teologi, scelti
fra i sacerdoti per sapienza e virtù pia venerati nel
paese, e loro aveva sottoposto tale atto Pontificio;
che dopo lungo e conscienzioso esame essi avevan
deciso la scomunica non doversi pubblicare dalla
Chiesa, la gitale non riceve nessun danno dalla
Costituente. Ecco la calunnia fabbricata dai rigeneratori
della nostra Italia, tanto gelosi e solleciti della purezza
di nostra Fede. Ma dove , io domando , ed in qual
giorno fu tenuto un tal Concilio? Quali furono i teologi
che vi convennero ? Mi si dica in te1 di Dio. E codesti
teologi £ più venerati nel paese per sapienza e virtù
avran deciso non doversi pubblicare la scomunica , perchè alla Chiesa non torna alcun danno alla Costituente?
Affi che mal conosce i nostri teologi chi reputa aver
eglino sbalestrata una cosiffatta sentenza. Se non che a
qual fine avete voi mai, o signori, inventata questa storiella ? Forse per indurre il Clero a parteggiare con
voi ? Ma il Clero sa come sentano i suoi teologi, e
s’ accorge dal puzzo che esala da tanti vostri scritti, qual
fede voi vi abbiate. Forse per trarre in inganno le anime semplici coli’autorità di un Vescovo sì venerando?
Ma è troppo palese a tutti la fermezza di sua religione,
da neppur dubitarne. Forse per solleticare con questa
lode T animo di lui, e renderlo favorevole ai vostri divisamenti? Egli seppe dire non licet a chi teneva per
cosi dire in pugno i destini d’ Europa , incontrando perciò e carcere ed esiglio; immaginate poi se ei sarà così
debole da cedere alle vostre inique pretese. Tel dirò io
che otteneste con questo vostro scritto : voi trafiggeste
il cuore dì un pastore, di un padre, che, pieno d anni , ama svisceratamente la sua greggia ; di un padre
che forse a non pochi di voi terse in altra epoca il
pianto, e stese la mano soccorritrice, di nn padre che
non pubblicò la scomunica nelle forme ordinarie forse per
troppo amore alle sue fide pecorelle, temendo che voi
non suscitaste quindi tumulti e guai a danno di esse.
Eccovi che avete ottenuto colla vostra impudenza : adescarlo al vostro partilo , non mai ; ed egli ve ne diede
già una solenne smentita (2).
Ma poiché siamo sulle menzogne inventale da codesti
spasimanti per l’Italia , eccone un’ altra prova che riguarda lo stesso Porporato. Nel foglio la Dieta, al N.
10 del 1849, fu stampato dal Circolo nazionale di Bologna un indirizzo al suddetto Emo, in cui quei Catoni si congratulano con essolui, perchè il fratel suo
Monsignor Oppizzoni, invitato a pranzo dal maresciallo
Radetzky a Milano , si rifiutò d’intervenirvi, affermando quindi con parole , non so se più esorbitanti che ridicole , aver lui con ciò cresciuto Io splendore a casa
Oppizzoni, aver acquistato un nuovo titolo alla riconoscenza di tutta Italia , ed avere assicurato alla famiglia un posto ed una pagina onorala nella
storia della nostra politica rigenerazione. Or bene,
questo invito e questo rifiuto è una pretta invenzione,
non so di chi, della quale potrei recare le più irrefragabili prove, onde quel 1′ ottimo Monsignore sarà contento che gli sia mancato quel subbisso di gloria preconizzatagli dal Circolo nazionale.
E con queste stoltizie volete voi, o signori , che il
Clero vi presti fede e vi tenga dietro ? Orsù, sappiate
una volta come la pensi il nostro Clero unito al suo
Pastore. Esso non vuole affatto immischiarsi nella politica , ma badar solo ad adempiere il suo ministero : di che vi ha date già moltissime prove. Assalito cento e
cento volte da contumelie e da calunnie, perfin sulle
pubbliche piazze, egli ha taciuto sempre, e si propone
” di tacere, la sola sua condotta recando in propria difesa , e tutto rimettendo nelle mani della divina Provvidenza. Egli è pronto ad abbracciarvi se vi mostrate pentiti , e sarà sempre pronto a sovvenire ai vostri bisogni e a tergere le vostre lagrime in ogni incontro ed in ogni vostra disavventura, che ben sa essere la carità evangelica quella virtù che sopra tutte ei deve professare. Ma ad un tempo vi dice che gli punge il cuore il vedere così contraccambialo il suo contegno , e vi prega a lasciare cosiffatte menzogne, le quali, anziché
unione, producono scisma, e dimostran chiaro che la
causa da voi sostenuta non è, come voi vantate, la causa del popolo, la causa di Dio.
(1) 11 foglio citato portava per titolo: Atto del cardinale Oppizzoni riguardo alla scomunica.
(2) Nella” Gazzetta di Bologna del 26 gennaio 1849, N.° 22, si leggevano le seguenti parole : » Siamo au-
torizzati a dichiarare che la stampa pubblicata in Roma colla data 21 gennaio 1849 intitolata : Atto del cardinale Oppizoni riguardo alla scomunica, reimpressa poscia sotto lo stesso titolo anche in Bologna, è falsa
io ogni sua parte «.
Dal Cattolico di Lugano n. 3. Vol. 3.