Circolo nazionale bolognese

CIRCOLO NAZIONALE BOLOGNESE.
Bologna 21 Marzo 1849.
Il Generale Galletti Presidente dell’ Assemblea Romana, si recò ieri sera 20 Marzo nelle Sale del Circolo Nazionale, di cui egli è
Socio. Al suo arrivo, fra gli applausi di una eletta adunanza, egli
parlò forti, e generose parole; e generose e succinte le parlò rispon-
dendogli a nome del Circolo, il Vice Presidente Dott. Gualandi. Al-
tri in appresso, e in prosa, e in versi, rivolsero al benemerito Con-
cittadino , pensieri ornati, di elogio, di adesione al Governo, di spe-
ranza nell’ avvenire. Noi qui pubblichiamo il discorso pronunciato in
questa occasione dal Cittadino Osima Benedetto , il quale toccando
addentro il bisogno vitale dell’epoca nostra, suscitava a volta, a vol-
ta nell’Assemblea il fremito degli applausi.
CtttftMtto (Sottrale ,
L’Assemblea dello Stato nel confermarvi a suo Presidente, si è
proposta di rendere onore, con visibile devozione, alla nobiltà del
vostro lungo martirio, alla costanza dei vostri principii , a quell’in-
genuo costume, che nelle anime generose veste le forme della semplici-
tà antica. Dappoiché una sollecitudine viva della nostra Milizia vi
chiamava, per brevi giorni, in Bologna, il Circolo Nazionale sentiva
il suo cuore accendersi mirabilmente nel desiderio di accorgliervi in
queste Sale , e di riunirsi, a festa , con Voi.
Ed in vero, nella vostra persona } per la dignità che i vostri
Collega vi conferirono, si racchiude come in immagine decorosa, la
autorità dell’Assemblea Romana Legislatrice. Di che viene, che il
Circolo Nazionale ossequiandovi., come egli si adopera in questa se-
ra , cortesemente, intende con ciò medesimo significarvi la franca, e
leale adesione che ogni ordine di Cittadini professa, in verso la for-
ma , e le leggi del nuovo Governo costituito- Ma le cagioni fin qui
toccate, comecché, gravi per sé medesime, appaiono estrinseche, ed
intellettive, laddove un’altra causa affettuosa aumentava la brama del
riverirvi, meno splendida per avventura, e più intima, e dolce. La
quale , al ritrovo di questa sera comunica, se male non ci apponia-
mo, l’emozione squisita di una domestica solennità. La natura, col
produrvi nel mondo , vi fece nostro Concittadino , la gentilezza , che in-
genita vi accompagna, vi dispose a divenir nostro Socio: due vinco-
li , i quali vantiamo, che a Voi più ci annodano, che per affetto
soave ci portano a piangere di ogni vostra sventura , a rallegrarci di
ogni vostra onorevole gioia. Bologna, lunghesso i secoli, ebbe a di-
latar la sua fama, mercé la virtù ne’suoi figli nelie armi, nel-
le lettere, nella politica; Ella reputa seco medesima, di adornarsi
un giorno del vostro nome, o Generale Galletti, siccome di un
simbolo vero di patriottismo, e d’integrità cittadina. In molti ca-
si difficili, l’amor della Patria vi condusse, o ravvolse : molti af-
fetti svariati, avete dovuto, per questa Italia, combattere, o domi-
nare. Ma da ogni prova, noi lo teniamo per fermo, usciste in-
contaminato siccome l’Angelo della vittoria. Se all’ indipendenza del
vostro Paese miraste sempre coli’azione, e col senno, se ogni dolore
o rispetto vi parve lieve, a maturarne, ed a compierne la redenzione,
non iscoraggite nell’arduo cammino, che vi affatica. La vostra fama,
invidiabile premio , soverchierà i confini fuggevoli della vita ; la sto-
ria, benedicendovi ai nostri Nepoti, collocherà il vostro Nome tra i
Fondatori della Indipendenza Italiana.
E l’indipendenza di che parliamo, codesto sospiro di molti se-
coli, codesta fede d’innumerabili vittime, volge oggi al suo maturo
sviluppo, ovvero dileguerà, come larva, per non tornare più mai. Lo
straniero aggrava d’inique catene 1′ Italia, o geloso della sua antica
grandezza, la guarda con segreto rancore. Le armi sole, le armi di
tutti i suoi figli valgono a liberare questa Madre sublime. E bene
mostrò di comprenderlo il democratico spiro il quale a Genova si le-
vava dapprima, e in Livorno ; e parve in appresso consumar del suo
incendio la Roma antica dei Papi. Esso ha bandito gì’ indugi danno-
si , e infingardi ; esso mettendosi, ardito, nei consigli Regi, sospinge
il Piemonte alla guerra. La lotta solenne, la lotta gloriosa incomincia.
L’aiuti pertanto, con lealtà maschia, la Democrazia sotto i cui au-
spicii ella nasce. L’ aiuti con ogni sua forza, con ogni studio la no-
stra Repubblica, la quale giovinetta ancora è destinata a consecrarsi
all’ Italia. Un lieto pensiero conforta gli animi nostri avvalorati dal-
le fiorenti speranze. L’ Assemblea coscienziosa che Voi presiedete, sa-
prà sollevarsi magnanima, alla grandezza del bisogno italiano, sopra
gli affetti, e le forme mutabili dell’ interna politica ; saprà emulare,
noi ne portiamo fiducia, coli’ energia, e colla sapienza, le opere me-
morande del Torinese consesso. E Voi che 1′ occhio vigile avete recato
sull’ attitudine di queste contrade , rassicuratela, Presidente , del loro
spontaneo, e profondo concorso, nei sacrificii che la indipendenza no-
stra richiede. In questo Paese, maturo, ed incivilito, che ne produs-
se , 1′ ardore pel nazionale riscatto , siccome passione più viva, com-
pone gli animi mirabilmente, ed ogni amore di parte , se pur vi al-
lignasse , ne svelle. Noi osiamo prometterlo o Cittadino ; ogni giorno
crescerà la fiducia nell’ edificio politico che inauguraste, ogni giorno
cresceranno le prove di generosità, di adesione, ad appianare gli osta-
coli che P attraversano, quanto più di lealtà, e di costanza, vorrà
spiegare la Romana Assemblea, nella decisiva quistion della guerra.
Del quale proposito nobilissimo , pensando all’ esempio vostro,
alle vostre parole , alcuno certo non può dubitare. In nome d’ Italia ,
e del Popolo vi siete riuniti sul Campidoglio. Col nome d’ Italia sul
labbro Voi proclamaste il Governo Repubblicano. Ed oggi P Italia vi
chiama; or come darebbevi il cuore di non ascoltarla? L’ora della
battaglia è suonata ; come la lascereste fuggire ? Bologna, o Rappre-
sentanti del Popolo , riposa tranquilla su Voi. Mirate. L’ esercito Pie-
montese già varca il Ticino, già move animoso, e compatto a discac-
ciar lo straniero che ne contamina. Stendiamogli amica la destra; se-
guiamolo. Denari , e uomini fanno mestieri a cessare il martirio effe-
rato di Lombardia; e noi armi, e denaro, quanti ci venga dato som-
ministriamo. Non possono le latine Aquile sciogliere il volo, infino a
che il lupo nefando ghermisce le più gentili contrade d’ Italia. Non
giovano le aure di una libertà mal sicura, che si respirano in Roma,
infino a che P Adige, e il Mincio corrono il saugue invendicato de-
nostri fratelli. Nella guerra è la nostra salute, nella unione la fede
della vittoria. Bando per sempre ai sospetti nemici; bando per sempre
alle propagande secrete. Salutiamo con gratitudine le armi sabaude,
che si accingono coraggiose alla pugna; e delle virtù nostre repubbli-
cane togliendo la lealtà sincera , ed il senno, non dineghiamo il sa-
luto a Re Carlo Alberto , unico principe nazionale, divoto coi propri!
figli , alla nazionale grandezza.
Cittadino Presidente, questi pensieri il nostro Circolo vi manife-
sta con più fiducia , perocché si tiene persuaso che e’ consuonano ai
vostri, e che di essi P Assemblea Romana, s’informa. Se ripigliando
il vostro onorevole seggio vi sovvenga dell’ onore, che impartiste al
Circolo nel visitarlo, questo solo vi piaccia significare, in nostro no-
me, ai Rappresentanti del popolo. Rammentate loro, come la guerra
che si combatte sulle pianure Lombarde, non è guerra dinastica, ma
italiana ; non serve al Piemonte, ma decide la nostra esistenza, ed il no-
stro avvenire. Per P amore dolcissimo che la terra natale v’ ispira ,
per la memoria dei vostri concittadini, che qui vi plaudono, affettuo-
si , esortateli, ad assumere nelle opere loro , come loro divisa, code-
sto grido sublime « tutto per la concordia, tutto per la guerra. »
Benedetto Osima.
Piacque al Generale Galletti rispondere a questo discorso, col-
le seguenti nobilissime frasi : che egli per entro l’animo, caldo di
amore italiano, albergava intorno alla guerra gli stessi pensieri ;
che P annunzio prossimo delle ostilità Piemontesi lo induceva a
sollecitare la sua dipartita per Roma, ove avrebbe, non incuo-
rato quell’ animosa Assemblea, che non faceva mestieri, ma ag-
giunto il suo ingegno, ed il braccio ad infuocarne vieppiù P ar-
dore. Ogni ostacolo dover cedere, ogni partito dover venir meno
dinanzi alla suprema necessità di cacciare il tedesco. Riescire op-
portuno per conseguirlo l’unità di comando, e d’ azione, a cui
dimostrare giovassero gli errori dell’ anno scorso. Da ultimo no-
bilmente infiammato conchiuse : che si adoperava ad aumentare,
e a riordinare i suoi Carabinieri, e che se la tranquillità del Pae-
se lo concedeva li avrebbe egli stesso condotti, a mietere nuo-
vi allori sui campi Lombardi. Indicibili dimostrazioni di gioia, e
di plauso accompagnarono e succedettero P eloquente risposta
del Generale.
SOCIETÀ TIPOGRAFICA BOLOGNESE.

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Estremi cronologici: 1849 marzo 21
Segnatura definitiva: MRI0437
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 44X29 cm
Colore: bianco e nero
Tipografo (ente): Società tipografica bolognese
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data di emanazione. Il manifesto contiene il testo del discorso di Benedetto Osima.
Descrizione del contenuto: Incipit: Il Generale Galletti Presidente dell' Assemblea Romana, si recò ieri sera 20 Marzo nelle Sale del Circolo Nazionale...
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