Beatissimo padre
SANTISSIMO PADRE
Il Popolo dei vostri Stati è stanco di veder paralizzate tutte le disposizioni Vostre a favor suo dalla malignità e dall’intrigo di ministri inotti e malvaggi.
Oggi non si ha più bisogno di belle e lusinghiere parole, ma bensì di buoni e
grandi fatti. Roma la quale per opera Vostra e del Popolo era divenuta la pri-
ma città d’ Italia, ora per opera dei nemici communi che pur Vi circondano è
restata indietro a quelle stesse che aveva di lungo tratto preceduto. Per essi la
Consulta si trova intralciata ed impedita nell’opera delle riforme, per essi la guar-
dia Civica attiva resta ancora ad essere ordinata in un corpo solo, per essi la
guardia di riserva è un nome, un nome una parola le riforme amministrative, e
del personale degli impiegati. E per soprapiù ad essi si dee che ad ogni mo-
mento si abbia a temere di tornare in stato peggiore di quello da cui ap-
pena siamo usciti ? Questo non può e non dee durare. È necessario che
siano allontanati da Voi e dal potere cotesti nemici di Roma e d’ Italia, e
che ad essi sia sostituita gente conosciuta e provata per bontà e sapienza ci-
vile e per attaccamento non simulato alla causa Italiana. Da tali uomini sola-
mente si può mantener Roma e lo Stato a quell’altezza che è in diritto di te-
nere per le memorie per la posizione centrale per le recenti azioni. Da Roma
dee partire 1′ iniziativa della lega politica così come da essa è partita 1′ ini-
ziativa della Lega Doganale. E però è necessario che in Roma le istituzioni ri-
spondano ai bisogni dei tempi e alle condizioni attuali d’ Italia . Quando nei
Stati vicini il Popolo è chiamato a parte del potere non è possibile tenernelo al
tutto lontano in Roma. Ma per questo non è necessaria una mutazione completa
ed istantanea di cose: basta una sollecita e progressiva. Si dia alla Consulta voto
deliberativo accrescendo il numero dei Consultori, e facendo che il solo voto del
popolo li scelga a suoi rappresentanti, e che le discussioni siano libere e pubbli-
che. E libera sia la stampa dentro i limiti di una onesta legge fatta eseguire da
giùdici giurati e indipendenti. E gli uomini in mano dei quali si abbia a con-
fidare il potere si prendano ovunque si trovino adatti ed eccellenti. Se non so-
no fra, i preti si prendano fra i secolari, se non sono nello Stato si chiamino di
fuori purché siano conosciuti e quali ci bisognano. E tutto questo si faccia pron-
tamente, e senza esitare. Ma quello che sopratutto si dee procurare è l’armamen-
to e la difesa dello Stato, troppo a lungo ritardato ed impedito. Su questo non
si può transigere, né tollerare un momento di ritardo. Troppi e troppo imminen-
ti pericoli ci sovrastano, troppo a lungo si è ingannata dai governanti di n ala
fede la fiducia del popolo perchè si abbia ancora ad aspettare. L’Austria accresce
in Lombardia i suoi battaglioni, invade Parma e Modena, minaccia Toscana e
Piemonte e noi ci contenteremo di un Principe Gabrielli non so se più inetto o
Jristo ministro, e di urto Svizzero traditore e ladro che si propone alla direzione
della guerra ? . . . Abbiamo prodi Uffiziali qui in Roma stessa di ogni nazione
ed in modo Italiani e Polacchi si ntilizzi la loro presenza si confidi a questi la ri-
forma dell’esercito, l’ordinamento della Civica, e l’organizzazione della difesa.
E quando un’ esercito stia sulla frontiera quando una parte della civica attiva
sia mobilizzata, quando sia armata ed ordinata la Riserva il popolo si resterà
dal chiedere e dal diffidare, e l’Italia come vi ha salutato Iniziatore vi saluterà
Propugnatore del suo Risorgimento.
Ma badate SANTO PADRE a non esser tratto in inganno dai perfidi che vi
circondano, e che son lupi sotto pelle di agnello. Essi calunniano il popolo e non
vogliono vedere il pericolo perchè ripongono ogni speranza nella rovina nostra e
nell’invasione straniera. Ma il popolo sente il diritto della sua conservazione e
vuol prevalersene. Guai a chi si vorrà opporre! Vi illumini e protegga Dio, e ger
Voi e per il popolo ITALIA sarà salva.