Anno XLVI – Il riformismo alla prova. Il primo governo Moro nei documenti e nelle parole dei protagonisti (ottobre 1963-agosto 1964)
Quando, nel novembre 1963, nacque il primo governo di "centrosinistra organico" presieduto da Aldo Moro, il primo esecutivo a partecipazione socialista dal maggio 1947, pochi ebbero consapevolezza della drammaticità del contesto e del rischio che il "tintinnio delle sciabole" avrebbe potuto porre fine a questa esperienza. A mezzo secolo di distanza è finalmente possibile ricostruire la storia di questo esecutivo e dei rischi corsi dalla democrazia italiana. Avvertenza:
La pagina XVIII del saggio introduttivo di questo Annale contiene giudizi sull'on. Bernardo Mattarella infondati, in quanto contraddetti dalle sentenze del Tribunale di Roma del 21 giugno 1967, della Corte d'Appello del 7 luglio 1972, della Corte di Cassazione del 26 giugno 1973, del Tribunale di Palermo del 6 dicembre 1971, della Corte d'Appello dei Palermo del 15 marzo 1973, del Giurì d'onore del 27 marzo 1974 e del Tribunale di Palermo del 12 ottobre 2013. Gli autori se ne scusano con i familiari dell'on. Mattarella.
Quando, nel novembre 1963, nacque il primo governo di “centrosinistra organico” presieduto da Aldo Moro, il primo esecutivo a partecipazione socialista dal maggio 1947, pochi ebbero consapevolezza della drammaticità del contesto e del rischio che il “tintinnio delle sciabole” avrebbe potuto porre fine a questa esperienza. Il governo di Aldo Moro e di Pietro Nenni opera in otto convulsi mesi – dal novembre 1963 al giugno 1964 – tra ambiziosi progetti riformisti e insidiose resistenze sotterranee, nella prima recessione economico-finanziaria del dopoguerra. Stati Uniti e Vaticano sostengono l’alleanza della Democrazia cristiana con i socialisti, i socialdemocratici e i repubblicani, ritenuta – nel quadro della guerra fredda – lo strumento migliore per isolare il Partito comunista e la cgil, che riservano al governo un’opposizione intransigente. Il presidente della Repubblica Antonio Segni, ostile sin dall’inizio a quell’esperimento di governo, persegue un proprio disegno neocentrista – incoraggiato dalla Confindustria, dal governatore della Banca d’Italia Guido Carli e da notabili della destra democristiana – che si avvale del Piano Solo del generale de Lorenzo. Il governo di centrosinistra, dilaniato da lotte intestine, precipita verso il collasso e cade sul finanziamento della scuola privata, sostenuto in parlamento dalla sola Democrazia cristiana. Pilotata dal presidente Segni, si apre una drammatica “crisi al buio”. A mezzo secolo di distanza è finalmente possibile ricostruire la storia di questo esecutivo e dei rischi corsi dalla democrazia italiana. Il volume – corredato da un saggio introduttivo di Mimmo Franzinelli e Alessandro Giacone – propone in ordine cronologico uno straordinario corpus di documenti, in gran parte inediti, conservati in archivi pubblici e privati, italiani e stranieri. La prima esperienza del centrosinistra organico annuncia temi tuttora al centro del dibattito politico: la difficoltà di governare in un contesto di rallentamento economico, le resistenze ai tentativi di riforma, le polemiche sul governo del presidente e sul ruolo della tecnocrazia, fino ai timori di uno scavalcamento della democrazia.