All'Italia inno nazionale
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IIVNO NAZIONALE
Alza il viso al tuo libero cielo,
Bella Italia e serena lo sguardo;
Lo squallore d’un tempo codardo
Già disparve, già l’Alpi varcò.
Dopo l’ombre di negra tempesta,
Vòlta in fuga dal soffio d’Iddio ,
Splende l’alba, e dirada l’oblio
D’ una notte, che i prodi assonnò.
Sciogli il crine, ricingi a la fronte
L’ elmo usato a’ cimenti guerrieri ;
L’ asta impugna , che scosse gì’ imperi,
Che de’ secoli vinse il rigor.
Sorgi Italia! de’ figli qual dorme?
Qual ricusa l’altero cimento?
Nò ; de’ Fabi P ardor non è spento ,
Non è morto l’antico valor.
Presso è il giorno che tanta parola
Fia con novi miracoli aperta ;
Presso è il giorno che 1′ onta sofferta
Ricader sul nemico dovrà.
Fia maggior la vendetta de’ forti
Dopo 1′ ansie di lungo servaggio ;
Sol va impune degli empi l’oltraggio
Ove poltre la sorda viltà.
Ma nel suol de’ redenti da Pio
Non ha stanza l’oscena malliarda;
O se il forte la soffre e la guarda
Prende lena a conflitto più fier.
Non è forte sol quei, che combatte
Delle stragi sul campo tremendo ;
Forte al pari è chi soffre tacendo
Finché giunga il momento guerrier.
Prodi figli del mite Eridano
A voi laude , a voi gloria risuoni ;
Che l’offese de’ vili Teutoni
Trionfaste con bella virtù.
Coli’ orgoglio , coli’ ira e lo scherno
Essi entrar le pacifiche mura;
Voi fremeste ! ma 1′ alma secura
Di lor fraudi maggiore in voi fu.
Di Sicilia ai valenti campioni
Degno omaggio consacri la storia ;
Che portaron la bella vittoria,
Ch’ è principio di libera età.
Carlo Alberto ! il tuo senno, il tuo core,
Pari a quel di Leopoldo e di Pio,
Apre 1′ ora promessa da Dio,
Onde Italia pur una sarà !
O Lombardi o compagni o fratelli ,
Cui la rabbia nemica rinserra,
Risorgete! sul campo di guerra
Dio v’affida e un Pontefice re.
Nò; più scherno d’Europa a le frodi
Non sarà la Nazione de’ forti,
Che co’ stenti e col sangue risorti
Mostreran che pur bastano a sé.
BOLOGNA 1848. TIPI SASSI NELLE SPADER1E. ~ IMPRIMATUR F. FANT0NI PRO DELEG. ARCH1EP.