22. B. Sagra consulta
SAGRA CONSULTA
Oggi Martedì 13. Gennaro 1852.
IL SECONDO TURNO DEL SUPREMO TRIBUNALE
Composto degl’Hlmi e Rmi Monsignori
ANTONIO SIBILIA Presidente
AUGUSTO NEGRONl
COSTANTINO BORGIA
SALVATORE VITELLESCHI
LUIGI FIORANI
TERENZIO CARLETTI
tutti in qualità di Giudici
Coll’intervento degl’Hlmi ed Eccmi Sig. Avvocati.
AGOSTINO PASQUALONI Sostituto di
Monsignor Fiscale generale
Pietro Frassinelli ) procuratori de’Poveri
Lorenzo Pieri )
Assistendo l’infrascritto Cancelliere
Si è adunato nelle solite Sale del Palazzo In-
nocenziano in Montecitorio per giudicare in
merito, ed a forma di legge la Causa por-
tante il titolo
ANCONITANA’
Di Omicidio deliberato
DEL IIARClli.SE LORENZO «BRINI GONZAGA
CONTRO
Pietro Cioccolanti, del vivo Domenico, nato in
Loreto, e domiciliato in Ancona, libero di
stato, di anni 29 disoccupato, arrestato in
Livorno nell’ Agosto dell’anno 1849.
Vincenzo Rocchi, »el fu Pasquale, sopracchia-
mato il Moro, nato e domiciliato in Ancona,
conju^ato con prole, di anni 29 di condi-
zione Cuoco, arrestato li 13 Novembre I 8 59 ;
Ludovico Beducci, dettola Zampa, del fu An-
tonio, natole domiciliato in Ancona, am-
mogliato con figli di anni 51 di condizione
Barbiere, arrestalo li 27 Luglio 1849.
Andrea Papini, del vivo Vincenzo, nato e do-
miciliato in Ancona, di anni 31 Barbiere,
carcerato li 28 Luglio 1849.
Cesare Sabatini del fu Antonio nato e domi-
ciliato in Ancona, libero di anni 2? di me-
stiere Calzolaio, ari Iio 1849.
Giovanni Dall’Onte del fu Niccola, nato e do-
miciliato in Ancona, ammogliato senza prole,
di anni 29 di condizione Sartore, arrestato
li 27 Luglio 1849.
Giovanni Gobbi, sunnomato Santolo, del vi-
vente Francesco nato e domiciliato in Ancona
ammogliato con figli di anni 37 circa di me-
stiere Vetturale, arrestato li 21 Luglio 4849,
ed i contumaci
Montanari Giacomo
Serafini Odoardo e
Paoloni Luigi
Viste e ponderate le risultanze processuali pre-
cedentemente distribuite a stampa.
Inteso il rapporto della Causa, fatto da Mon-
signore Hlmo e Riho Salvatore Vitelleschi
Giudice relatore.
Ascoltate le conclusioni Fiscali e le verbali de
duzioni defenzionali del Sig. Avv. Pieri per
gì’inquisiti Gobbi, Papini, Cioccolanti, e Sa-
batini; e del Sig. Avv. Frassinelli per gl’im-
putati Beducci, Dell’Onte e Rocchi, quali
Difensori ebbero per ultimo la parola.
Ricevuta quindi dai medesimi Difensori la di-
chiarazione di non aver altro da aggiungere.
Chiusa la discussione e rimasti soli i Giudici
per deliberare.
INVOCATO IL NOME SANTISSIMO DI DIO
Il Supremo Tribunale ha reso e pronunciato
la seguente
SENTENZA
Fra i molti e gravi misfatti che si commisero
in Ancona, durante l’epoca della cessata
Anarchia, vi fu pure l’assassinio che si ese-
guì in persona de! Marchese Lorenzo Nem-
brini Gonzaga la sera del 30 Marzo 1849.
entro il Casino Dorico presso il Teatro delle
Muse e precisamente nel vano denominato
la Galleria.
In quel giorno era pervenuta la notizia per
mezzo dei fogli di Bologna della Vittoria ri-
portata dalle LI. R.R. Truppe Austriache
sull’esercito Piemontese in SNovara; vitto-
ria, che inasprì gli animi dei ribelli, I quali
si posero nel maggiore impegno, affinchè
non fosse propagala, e restasse pò
a tutti occulta.
Fu perciò che alcuni de’facinorosi individui,
che colà componevano la società sanguina-
ria, onde disperdere i fogli che tale annun-
cio recavano, ed impedirne la divulgazione,
si recarono audacemente a perlustrare i Caffè
e le Farmacie, introducendosi quindi nel
Casino Dorico, ove praticarono segnatamente
nella camera della lettura insolenze, insulti
e minacce contro chi era intento a leggere
i fogli, con avere anco incusso timore, onde
ninno degli astanti si muovesse da quel luogo,
impedendo ai medesimi perfino la sortita
dalla Galleria, intenti così a sfogare la loro
vendetta su di taluni degli astanti medesimi
che conoscevano esser devoti al Pontificio
Governo.
Nel novero di questi era il nominato Marchese
Nembrinj, che tranquillo se ne stava nella
camera del giuoco nell’ interno del Casino.
Nell’idea forse di esimersi da compromesse,
o titubando della presenza e dell’insistenza
di quei facinorosi, all’appressarsi di Pietro
Cioccolanti e Vincenzo Rocchi nella Camera
indicata dichiarò loro eh’ esso li avrebbe
condotti nel Gabinetto della lettura, ove egli
diceva di avere poc’ anzi letto i fogli ; dopo
di che muovendo a quella volta, e andan-
dogli ai lati i due assassini, nel passare il
vano della Galleria, ove stavansi in fondo
adunati altri ribaldi capitanati da Ludovico
Beducci, fu esso Nembrini stretto verso una
parete di quella stessa camera con un forte
colpo di mano datogli dal Rocchi, e quindi
sull’istante pugnalato dal Cioccolanti, che
gli causò ferita mortale nel petto ; Fuggiti
subito i sicarii e i loro compagni il Nem-
brini fra pochi istanti divenne cadavere.
Procedutosi contro i nominati Rocchi, Cioc-
colanti è Beducci, non che contro Andrea
Papini, Cesare Sabatini, Giovanni Dell’Onte,
e Giovanni Gobbi come gravemente indi-
ziati di correità coli” aver fatto parte della
banda dei faziosi, i quali si introdussero nel
Casino Dorico coi contumaci Giacomo Mon-
tanari, Odoardo Serafini e Luigi Paoloni, ed
esauritisi tutti gli atti a forma di legge si è
fatto luogo al relativo giudizio.
Considerando in linea generica essere un fatto
indubitato, che nella predetta sera del 30
Marzo 4849. fu il Marchese Lorenzo Nem-
brini tratto a morte per violento colpo di
arma incidente, e perforante, poiché men-
tre dal rapporto dell’ Officio di Polizia è” di
più testimonii si ebbe contezza del delittuoso
avvenimento; dagli atti di giudiziale rico-
gnizione e sezione del cadavere di esso estinto
risultò avere il medesimo riportata una fe-
rita nella parte anteriore sinistra del petto
un dito trasverso al disotto della mammella,
e di figura regolare, dell’ estinzione di un
pollice, circa, penetrante in cavità, prodotta
da istromento incidente e perforante, essen-
dosi riconosciuto che l’arma feritrice pro-
dotta aveva la frattura della quarta costa
vera, ed una lesione nella quinta, non che
una ferita trasfossa e centrale nel lobo infe-
riore del polmone corrispondente con i ca-
ratteri, e misura della ferita esterna, e con
altra lesione nell’interno del costato, e stra-
vaso sanguigno occupante tutta la cavità si
nistra del petto per causata recisione dell’ar-
teria polmonale; le quali lesioni indipenden-
temente da altra causa avevano di necessità
prodotto la cessazione della vita all’indivi-
duo suddetto
Considerando in ispecie che di questo omici-
dio non possono non rit3nersi principal-
mente colpevoli i nominati due prevenuti
Pietro Cioccolanti e Vincenzo Rocchi con
animo deliberato e per spirito di parte. Im-
perocché ad onta del negativo contegno di
respettiva reità tenuto dagli inquisiti tanto
nei costituti del processo scritto, quanto
nell’ orale discussione, dal complesso di più
testimoniali deposizioni avutesi in Causa,
non che dalle manifestazioni di alcuni de-
gl’inquisiti rilevasi, che facevano parte Cioc-
colanti eRocchi della società sanguinaria, che
in quegli nfausti tempi a sostegno dell’anar-
chia imperversava in Ancona, intenta ad in-
cutere terrore col pugnale e cogli eccidii con-
tro chi era affezionato al Pontificio Governo.
Considerando che recatosi in Ancona dai fogli
pubblici di Bologna col corso postale del 30
Marzo 4849. l’annuncio della disfatta dell’e-
sercito Piemontese nella Battaglia di Novara,
eccitossi nell’ animo de’ facinorosi di quella
società un maggior odio contro le persone
oneste ed affezzionate al Pontificio Governo,
per Io che una banda di essi alla quale si
fanno per loro confessione presenti il Cioc-
colanti ed il Rocchi nel giorno istcsso dopo
avere furibonda perlustrati i Caffè e Farma-
cie per distruggere i fogli di Bologna, si recò
con lo stesso pretesto nel Casino Dorico, tra-
scorsa la prima Ave-Maria della sera, ove
si trattenevano ad onesto ricreameuto varie l
persone, ed ivi lacerati i fogli, e vietata a
chiunque l’uscita della Galleria con tuono
di minaccia e con fiero contegno incussero a
tutti gli astanti il terrore esprimendosi se è
« finito per noi, sarà prima finita per vojaltri
« briganti, e non ci è manco cento anni».
Considerando, che il Marchese Lorenzo Nem-
brini, uomo onesto e aderente al Pontificio
Regime trovavasi in quella sera nella ca-
mera del gioco del Casino Dorico, che se-
ralmente soleva frequentare. E che già fosse
designato all’assassinio ben a ragione si ri-
tiene, se si riflette, che era inviso agli anar-
chici; che dalla di lui abituale e notoria
frequenza al Casino ne discendeva la morale
persuasione nei ribaldi di trovarvelo; che
questa loro persuasione si ridusse a certezza
per la misteriosa venuta in quella camera,
ove era il Nembrini, di un milite civico nel
momento prossimo all’accesso della banda
con il pretesto di conoscere, sevi erano uf-
ficiali Piemontesi, come risulta da circostan-
ziate deposizione di più testimonii ; e che
infine depongono altri, che ridussero il so-
lo Nembrini ad esibirsi di condurli a leg-
gere i fogli da esso già letti, mentre ricu-
sarono, che ve li conducessero altri due in-
dividui che si erano offerti, rispondendogli
grazie, grazie, non occorre adesso li trove-
remo da noi, si divertano.
Considerando, che da più e concordi deposi-
zioni testimoniali viene stabilito, che il Roc-
chi ed il Cioccolanti furono i primi, che si
presentarono al casino per la ricerca dei fo-
gli ; che associati ai coinquisiti Beducci e
Serafini commisero ogni insolenza nella Ca-
mera di lettura , giungendo anche a percuo-
tere gli astanti con colpi di mano; che fu
visto il Cioccolanti tener sempre una mano
nella tasca dei calzoni , come se vi tenesse
qualche arma, mentre il Rocchi imbrandì
per due volte un coltello, esprimendosi «-ec-
co cosa ci è per voi briganti » ; che Rocchi
e Cioccolanti e non altri furono quei, i qua-
li posero in mezzo a loro il Nembrini nell’
incamminarsi alla Galleria ; e che giunti
nella sala della Galleria suddetta, Rocchi con
violento urto di mano sospinse al muro l’infe-
lice Nembrini, che gridò «sono assassinato »
mentre il Cioccolanti contemporaneamente
mosse il braccio vibrando un colpo al petto
del Nembrini, il quale fu udito subito mandare
l’ultimo lamento « Oh! Dio sono ferito. »
Considerando che se il Rocchi ne’suoi costi-
tuli non potè negare che il colpo micidiale al
Nembrini fu vibralo dal Cioccolanti, eguale
però è a ritenersi la sua responsabilità nel de-
litto per l’egual proposito da esso esternato di
uccidere anche con far mostra del coltello;
per essersi associato al Cioccolanti nel con-
durre in mezzo il Nembrini alla galleria col
pretesto di prendere i fogli ; per essere stato
il primo a porre le mani sul Nembrini, so-
spingendolo al muro, affinchè il Cioccolanti
potesse meglio diriggere il Colpo ; per essere
stato quello che appena sortito dal luogo del
delitto si fece a dire « al Casino ne abbia-
mo fatto uno » circostanze tutte le quali
convincono della correità principale del Roc-
chi nell’omicidio.
Considerando che se Ludovico Beducci si fece
a negare il suo accesso con q uella banda dei
sicarii del Casino Dorico, senza peraltro aver
saputo dar conto di sua condotta in quella
sera, è però concludentemente convinto del
contrario da concordi deposizioni di due te-
stimoni ineccezionabili, che ben lo viddero
introdursi nella camera di lettura con Roc-
chi , Cioccolanti ed il contumace Serafini ;
concorrere con questi nel fare ingiurie agli
astanti, ed insistere per fino di spegnere i
lumi per restare inosservati nel mandare ad
esecuzione i delittuosi disegni.
Considerando, che se l’inquisito Rocchi ammi-
se, che facessero pur parte di quella banda
Andrea Papini, Cesare Sabatini , Giovanni
Dell’ Onte, e Giovanni Gobbi, è uu fatto
però che il detto del Rocchi è rimasto del tutto
isolato, per cui manca la prova concludente
per ritenere la loro complicità nel delitto.
Visti gli articoli 275 403e43 del regolamento
penale, non che gli articoli 446 675 e 676
del regolamento di procedura criminale.
Visto e considerante quanto altro era a veder-
si e considerarsi.
Il Supremo Tribunale ha dichiarato e dichia-
ra, che consta in genere di omicidio a dan-
no del Marchese Lorenzo Nembrini , com-
messo in Ancona la sera del 30 marzo 4 849
e che in ispecie ne furono e ne sono con-
vinti colpevoli con animo deliberato e per
ispirito di parte Pietro Cioccolanti e Vin-
cenzo Rocchi ed in applicazione degli arti-
coli 275 e 4 03 dell’Editto penale ad unani-
mità di voti li ha condannati e condanna
alla pena di morte da eseguirsi nella Città
di Ancona.
Ha quindi dichiarato e dichiara constare in
ispecie della complicità di Ludovico Beduc-
ci in detto Omicidio, ed in applicazione dei
succitati articoli 275 e 403 col concorso del-
l’artic. 4 3 del suddetto Editto penale lo ha
condannato e condanna alla galera perpetua
sotto stretta custodia.
Ha poi condannato gli stessi Cioccolanti e Roc-
chi e Beducci alla emenda dei danni verso
gli eredi dell’ucciso ed al rimborso delle spe-
se processuali ed alimentarie verso il pub-
blico erario.
Non costando poi abbastanza della colpabilità
specifica di Andrea Papini, Cesare Sabatini,
Giovanni Dell’Onte, e Giovanni Gobbi nel pre-
sente titolo, ha ordinato ed ordina che siano i
medesimi posti in libertà provvisoria a senso
e per gli effetti degli articoli 446 e 676 del re-
golamento organico e di procedura crimi-
Ordina infine la prosecuzione degli atti contro
i contumaci ed assenti a forma di legge.
ANTONIO SIBILIA Presidente
AUGUSTO NEGRONI
COSTANTINO BORGIA
SALVATORE VITELLESCHI
LUIGI FIORANI
TERENZIO CARLETTI
R. Casteuu Cancelliere
ROMA 1852. – NELLA TIPOGRAFIA DELLA REV. CAM. APOSTOLICA