Stagione Ribelle \ Let’s Think
Iniziativa pubblica nell’ambito dell’area di ricerca Futuro del lavoro, un percorso verso il Jobless Society Forum 2018 che si terrà il 13 giugno nella sede di viale Pasubio 5, a Milano.
Guarda il diario di bordo del Jobless Society Forum 2017
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Negli ultimi anni, il mercato del lavoro e i regimi di welfare sono stati sottoposti a intense pressioni economiche e interessati da profondi cambiamenti nelle strutture sociali e demografiche. La relazione tra questi due domini, quello del lavoro e quello del welfare, è cambiata e diventata sempre più conflittuale in molti paesi europei, in parte come conseguenza dello sviluppo delle nostre società.
La rivoluzione tecnologica in atto e i suoi impatti sul mercato del lavoro, sta infatti ponendo sfide inedite per il tradizionale sistema di welfare ereditato dal XX secolo (clicca qui per leggere l’articolo di approfondimento di Rosangela Lodigiani) e strutturato per un sistema economico di stampo fordista. Le classiche prestazioni tradizionali offerte dall’intervento pubblico – pensioni legate al reddito e assicurazioni contro la disoccupazione, solo per citarne alcune – sembrano oramai insufficienti nel tutelare i lavoratori dai nuovi rischi economici e sociali dell’economia digitale, con particolare riferimento a carriere occupazionali frammentate e flessibili e a lavori temporanei, precari e mal retribuiti.
Questi cambiamenti minacciano il tradizionale sistema di welfare anche nella sua sostenibilità economica: la diminuzione della forza lavoro, dovuta all’ondata di automazione tecnologica, e la presenza di carriere meno stabili si associano a una diminuzione delle entrare necessarie per finanziare le politiche di welfare.
In tale contesto, di arretramento delle risorse pubbliche e di aumento di una fascia della popolazione sempre più vulnerabile, assistiamo allo sviluppo di nuove forme di scambio in una logica comunitaria, pensati per promuovere un’etica della responsabilità capace di identificare e mettere a sistema differenti tipi di risorse (private, pubbliche, umane, finanziarie) in funzione di maggiori tutele per chi vive condizioni di marginalità dal mercato del lavoro.
Dalle criticità che interessano il tradizionale sistema di welfare, al ripensamento delle logiche di investimento sottese alle riforme di stampo welfaristico, fino all’analisi di alleanze e percorsi di ibridazione virtuosi che si sviluppano tra i differenti attori del territorio e che consentono di reinventare le comunità territoriali e promuovere servizi meglio rispondenti alle esigenze di tutela dei lavoratori.
Di questo e molto altro parlerà Bruno Palier, CNRS Research Director at Sciences Po, giovedì 3 maggio, alle 18.30 in viale Pasubio a Milano. Modera Diana Cavalcoli, Nuvola del Lavoro – Corriere della Sera.
Materiali di approfondimento:
Esplora il ciclo Jobless Society Lecture:
11 aprile – 3 maggio – 18 maggio
Tre incontri presso
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,
Viale Pasubio, 5, Milano
Inadeguatezza dei sistemi di formazione tradizionale; disoccupazione, soprattutto giovanile, e aumento delle forme lavorative flessibili e non standard; crisi della rappresentanza tradizionale e declino della mobilità sociale; retribuzioni stagnanti e divergenze tra crescita della produttività e crescita dei salari. C’è chi lavora troppo e chi non lavora affatto; chi ha compensi elevati e retribuzioni insufficienti; chi gode di tutele tradizionali e chi non ha rappresentanza; chi padroneggia le nuove tecnologie e chi pare destinato a nuove forme di esclusione digitale.
Viviamo in un’era in cui il lavoro appare sempre più frammentato e “uberizzato” con un progressivo e generalizzato aumento dell’incertezza sociale ed economica associata a una progressiva perdita di diritti.
Oggi il lavoro fatica a essere riconosciuto come la principale fonte di reddito oltre che strumento di pieno cittadinanza sociale che dà accesso ai diritti sociali, alla protezione pubblica e privata di welfare, alla rappresentanza e alla partecipazione associativa e politica. In questa prospettiva contrastare gli effetti negativi della trasformazione del lavoro non riguarda solamente la compensazione del deficit di reddito attraverso forme di redistribuzione delle risorse (sussidi) o del lavoro (lavorare meno per lavorare tutti), ma anche modalità di diffusione della conoscenza e della professionalità che consentano a tutti opportunità di capacitazione e realizzazione in contesti lavorativi complessi e dinamici, partecipando all’interno di processi di crescita che siano socialmente sostenibili e non solo competitivi e ad alta produttività.
È possibile dunque prendere in mano le sfide del presente, scommettendo su una nuova cultura della formazione, su una nuova etica della responsabilità capace di identificare e mettere a sistema differenti tipi di risorse, e su qualità e intraprendenza umana nel generare occupazione inclusiva all’insegna di un rapporto di coesistenza tra uomo e macchina?
Dalla necessità di ripensare – anche distruttivamente – la filiera della formazione, all’identificazione di nuovi sistemi e riforme di welfare all’insegna dell’occupabilità, fino alle politiche per contrastare iniquità retributive e promuovere un lavoro di qualità: di questo e molto altro discuteremo nel corso di tre serate in compagnia di Martin Laba (Simon Fraser University), Bruno Palier (SciencePo).
Education (r)evolution
Ripensare la formazione nell’era digitale
Mercoledì 11 aprile – 18.30
Nell’ambito della formazione e dell’istruzione si constata che l’apprendimento fondato sul semplice trasferimento di conoscenze e saperi non garantisce la formazione di attitudini adatte alle richieste del lavoro e della vita. Sempre più spesso l’insegnamento basato sulla trasmissione e valutazione del sapere – di natura contenutistica e unidirezionale – genera nei giovani demotivazione e senso di estraneità: secondo i dati del MIUR, l’abbandono scolastico è in calo, ma ancora tra i più alti d’Europa.
Dispersione scolastica dunque, ma anche divario tra competenze e occupazione, sia in termini di skills-mismatch che di overqualification. Senza dimenticare poi l’alto tasso di disoccupazione giovanile italiano: sono questi i principali fenomeni di carattere strutturale che collocano il nostro Paese ai margini delle classifiche europee e che inibiscono a loro volta crescita e progresso.
È evidente che oggi esiste un problema pedagogico relativo alla costruzione di capacità e competenze utili per rispondere alle esigenze mutevoli della vita e agli scenari non ancora prevedibili del lavoro, cui la filiera della formazione nel suo rapporto con il mondo del lavoro è chiamata a rispondere.
Come riequilibrare offerta e domanda di lavoro? Di quali innovazioni e trasformazioni abbiamo bisogno affinché la filiera della formazione possa tornare ad avere un ruolo chiave per la crescita della società, e continuare a svolgere il suo compito di inclusione e coesione sociale e di empowerment degli individui?
Di questo e molto altro parlerà Martin Laba, professore alla School of Communication alla Simon Fraser University di Vancouver.
Materiali di approfondimento:
- La sfida umana al lavoro delle macchine, leggi l’articolo su La nostra città futura
- Educare alla cittadinanza attiva in tempi di paura, leggi l’articolo su La nostra città futura
Verso il Jobless Society Forum 2018
Guarda il diario di bordo del Jobless Society Forum 2017
Stagione Ribelle \ Let’s Think
In-equalities
Un mondo a tre zeri
Venerdì 18 maggio – 18.30
Inasprimento delle disuguaglianze sociali ed economiche, nuove forme e gradi sempre più acuti di marginalizzazione sociale, iniqua distribuzione della ricchezza: sono queste alcune delle principali questioni che nominano oggi gli squilibri globali e rendono necessario ripensare i paradigmi economico-finanziari dominanti negli ultimi decenni, alla ricerca di soluzioni lungimiranti capaci di riorientare l’intero sistema economico in termini di equità e giustizia sociale.
Disoccupazione e occupazione, poiché sono gli elementi che determinano il reddito nell’arco della vita, sono due fattori di primo piano che contribuiscono alla crescita della disuguaglianza. Le tendenze demografiche ed economiche, sommate all’ondata di automazione, prefigurano un futuro segnato dalla necessità di creare posti di lavoro e gestire la disoccupazione.
Si tratta anche di una sfida d’ordine culturale, che necessita di un cambio di paradigma in grado di riconoscere nei disoccupati una massa di persone potenzialmente creative il cui potenziale giace inutilizzato. Ma più in generale si tratta di una sfida di portata economica che ha a che vedere con l’attuale flusso della ricchezza.
Quali sono i fattori alla base delle disuguaglianze sociali ed economiche della nostra era? Quali riforme e politiche possono evitare di disperdere capitale umano, creativo e culturale, favorendo la partecipazione attiva nella società?
Di questo e molto altro parlerà Muhammad Yunus, Economista e Premio Nobel per la pace.
Modera l’incontro Fabio Savelli, Nuvola del Lavoro – Corriere della Sera.
Materiali di approfondimento: