2 marzo – 30 marzo – 13 aprile
Tre serate presso l’auditorium della Fondazione Mast
Via Speranza, 42 – 40133 Bologna
Nell’ambito dell’area di ricerca Futuro del lavoro, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli in collaborazione con Fondazione Mast organizza il ciclo d’incontri Lavoro: istantanee di una condizione in movimento; tre serate pensate per raccontare, a partire dalle immagini, gli aspetti immateriali del lavoro contemporaneo: la passione che si mette nel proprio lavoro, la soddisfazione che se ne ricava, la bellezza del gesto, la qualità irripetibile di un oggetto prodotto “a regola d’arte”, direbbe Richard Sennett.
Anche le condizioni oggettive – come l’inserimento nel mercato del lavoro, i livelli di remunerazione, il raggiungimento di obiettivi misurabili – rimandano a un orizzonte impalpabile, dove l’accesso al mondo del lavoro si traduce nel sentimento della propria inclusione nella vita produttiva e della propria partecipazione alla comunità umana.
Il lavoro – o meglio, “i lavori” – oggi sono fatti anche di questo: di desiderio e di appartenenza o viceversa di frustrazione e di esclusione; di qualità e talenti personali e insieme di un corpus eterogeneo di saperi e tradizioni collettive.
Di questo discuteremo a Bologna, nell’Audutorium della Fondazione Mast, nel corso di tre serate a cui, tra gli altri, parteciperanno Luca De Biase (Il Sole 24 Ore), Umberto Galimberti (Università Ca’ Foscari di Venezia) e Stefano Micelli (Università Ca’ Foscari di Venezia).
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LA MACCHINA A MISURA D’UOMO. IL LAVORO DOPO LA CATENA DI MONTAGGIO
13 aprile ore 18.30
Fondazione MAST. Via Speranza, 42 – 40133 Bologna
Il lavoro umano è strettamente connesso con il concetto di manufatto, con la produzione di un oggetto “a regola d’arte”. Le macchine sono a lungo state uno strumento del lavoro dell’uomo: una protesi utile ad aumentare i ritmi della produzione e a liberare l’uomo dell’onere del lavoro.
Oggi le macchine non consentono tanto l’incremento della quantità ma l’aumento della qualità del lavoro. Di una qualità sempre più personalizzata, “customizzata”, “su misura”: la macchina, da dispositivo della serialità, diventa strumento della singolarità.
Le macchine producono oggi l’omologazione o la personalizzazione del nostro lavoro? Quale alleanza possibile tra automazione e stile personale? Cosa ci dice su questo l’esperienza dei makers?
Ne discutono:
Ugo Morelli – Professore di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università degli Studi di Bergamo
Stefano Micelli – Professore di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università Ca’ Foscari
Introduce al tema e modera la serata Matteo Caccia – Attore teatrale e conduttore di Radio 2 – Rai
La rivoluzione digitale rischia di farci dimenticare che tanti lavori hanno ancora a che fare con la manualità, con la nostra presenza irriducibilmente corporea?
Guarda l’intervista a Enrico Bassi, Designer e coordinatore di Opendotlab:
Diario degli appuntamenti
LAVORO E PRATICHE DI CITTADINANZA
2 marzo ore 18.30
L’incontro del 2 marzo è stato dedicato a Lavoro e pratiche di cittadinanza: il lavoro, infatti, stando almeno al dettato costituzionale, è un diritto, una pre-condizione che garantisce a tutte e a tutti l’accesso alla vita pubblica e produttiva. L’esclusione da un mercato del lavoro – oggi sempre più high skilled e “tecnologizzato” – rischia di pregiudicare il pieno conseguimento della cittadinanza sociale.
Il lavoro è la condizione per accedere pienamente ai diritti sociali di cittadinanza? E cosa succede a chi ne resta escluso?
Ne hanno discusso:
- Luca de Biase – Giornalista e scrittore, responsabile di “Nòva24”, inserto dedicato alle tecnologie de “Il Sole 24 Ore”
- Guy Standing – Professore di Development Studies alla School of Oriental and African Studies (SOAS), University of London
- Urs Stahel – Curatore PhotoGallery Fondazione Mast
Introduce al tema e modera la serata Matteo Caccia – Attore teatrale e conduttore Radio 2 – Rai.
Tra i contenuti video, un’intervista a Silvia Zanella (Global social media and online marketing director di Adecco) e un estratto del film Pride di Matthew Warchus, una storia vera ambientata in piena era Thatcher che racconta la solidarietà e l’amicizia possibile tra i minatori del Galles e il movimento gay londinese.
Guarda l’intervista a Silvia Zanella, Global social media and online marketing director di Adecco:
IL LAVORO E IL MITO DELLA REALIZZAZIONE DI SÉ
30 marzo 2016 ore 18.30
Fondazione MAST. Via Speranza, 42 – 40133 Bologna
Il lavoro risponde a una domanda di senso, si nutre di desiderio, rimanda a una dimensione creativa che è insieme espressione e cura di sé. Tuttavia, se il lavoro è passione e curiosità, può anche diventare terreno di nevrosi. Un luogo in cui il desiderio viene frustrato e si rivela inconcludente. Oppure il luogo di un’ingiunzione compulsiva al fare, al produrre, al performare che non si traduce in progettualità e non produce reale appagamento.
Perché si lavora? Cosa si investe nel proprio lavoro? In che misura si asseconda un proprio desiderio autentico, quando viene frustrato e in che misura esso è indotto?
Intervengono:
Stefano Laffi (Agenzia Codici) e Umberto Galimberti (Università Ca’ Foscari di Venezia)
Con il contributo video di Chiara Saraceno
Modera la serata Matteo Caccia
Guarda l’intervista a Paolo Bruttini, Presidente di Forma del tempo:
Multimedia
Cosa si fa quando il lavoro non basta? Quando non rappresenta più un’assicurazione contro la povertà e non è sufficiente a colmare il bisogno di senso che ciascuno reclama per la propria vita?
Chiara Saraceno ci introduce alla discussione che svilupperemo nel ciclo di incontri Lavoro: istantanee di una condizione in movimento.
Solo il lavoro remunerato è un’attività socialmente significativa? Si lavora per vivere o siamo caduti nel paradosso per cui viviamo per lavorare?
Chiara Saraceno ci introduce alla discussione della serata “Il lavoro e il mito della realizzazione di sé”.
PERCHÉ SI LAVORA? COSA SI INVESTE NEL PROPRIO LAVORO? IN CHE MISURA SI ASSECONDA UN PROPRIO DESIDERIO AUTENTICO, QUANDO VIENE FRUSTRATO E IN CHE MISURA ESSO È INDOTTO?
Chiara Saraceno ci introduce alla discussione della terza e ultima serata La macchina a misura dl’uomo. Il lavoro dopo la catena di Montaggio:
Che senso ha il lavoro per noi?
Salvatore Veca ci accompagna in una riflessione sul significato che il lavoro ha per la vita, sul suo valore di bene sociale primario che sta alla base sociale del rispetto di sé.