27-01-2018 18:30
Luogo: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Viale Pasubio 5, Milano

Stagione Ribelle \ BookLab

 

L’attuale crisi culturale e politica ripresenta temi, parole, paure che sembravano proprie di un passato concluso. Per la Giornata della Memoria Fondazione Giangiacomo Feltrinelli presenta l’iniziativa Raccontarsela – La narrazione fra memoria e rimozione, incontro pubblico fra il giornalista e scrittore Paolo Rumiz e lo psicanalista Luigi Zoja, con la moderazione di David Bidussa, in collaborazione con Ariele Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. Un confronto, alle 18.30 nella Sala di Lettura di viale Pasubio, che, muovendo dalla ripresa della fascinazione per le ideologie totalitarie del Novecento, passa in rassegna i passaggi che abbiamo rimosso. Quali sono gli eventi che non vogliamo ricordare? Perché ci risulta così difficile fare i conti con la storia recente?

L’appuntamento si inserisce in Accadde oggi. Documenti per la nostra storia, ciclo di incontri di BookLab, la community del libro e della lettura, che individua le date più significative della nostra memoria collettiva e propone una riflessione sulle fratture della storia.

A seguire, alle 20.30, nella Sala Polifunzionale, l’indagine prosegue con il linguaggio del teatro: in prima nazionale Il silenzio del mare, a cura della Fondazione Teatro Due di Parma, è la proposta di indagine che mette in scena i temi della resistenza all’oppressione e della perdita della libertà. Il testo è l’opera prima di Vercors, nome d’arte dello scrittore francese Jean Bruller, pubblicata nel febbraio 1942 per la collana Editions de Minuit (libri che venivano stampati di nascosto, la notte) è diventata un forte simbolo: rieditata 72 volte e tradotta in 40 lingue. Un racconto che propone il tema dell’opposizione e di rivolta in un contesto in cui la condizione collettiva è, invece, quella dell’adeguamento all’occupazione e della disponibilità a collaborare con l’oppressore.
Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito fino a esaurimento posti.


 

Il programma

18.30 – Sala di Lettura
Raccontarsela – La narrazione fra memoria e rimozione, incontro pubblico fra il giornalista e scrittore Paolo Rumiz e lo psicanalista Luigi Zoja. Modera David Bidussa. In collaborazione con Ariele, Associazione Italiana di Psicosocioanalisi.

20.30 – Sala Polifunzionale
PRIMA NAZIONALE – Il silenzio del mare, mise en espace in collaborazione con Fondazione Teatro Due di Parma
Con Raffaele Esposito, Roxana Doran, Thierry Toscan.
A cura di Raffaele Esposito
Per maggiori informazioni: www.fondazionefeltrinelli.it


 

Il silenzio del mare – Scheda dell’opera

Di Vercors
Con Raffaele Esposito, Roxana Doran, Thierry Toscan
A cura di Raffaele Esposito

1941: la Francia è occupata; sotto il giogo dell’invasore tedesco, si piega e firma un armistizio: il governo dell’epoca, diretto dal maresciallo Pétain, si impegna a collaborare con il nemico. Ma dietro la capitolazione ufficiale del Paese, si solleva la protesta, ancora silenziosa, dei francesi desiderosi di giustizia e democrazia: bisogna resistere, dicono. Per l’onore e per la libertà. All’ombra della clandestinità, uomini e donne aprono la strada del rifiuto; nascono pubblicazioni che circolano di nascosto: scritti di battaglia (giornali trattati, pamphlets), ma anche opere letterarie che mettono in scena, in forma poetica o di romanzo, la situazione politica del paese. Il silenzio del mare è la risposta di Vercors (1902-1991) all’asservimento della Francia.

Vercors è un nome di battaglia. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu attivo nella lotta contro i nazisti. Il suo nome è Jean Bruller ed è nato a Parigi nel 1902. Questa prima opera redatta durante l’estate del 1941 e pubblicata nel febbraio 1942, segna anche la nascita delle Editions de Minuit (i libri venivano stampati di nascosto, la notte).

Nell’inverno 1940, un ufficiale tedesco si insedia nella casa di un vecchio e di sua nipote. Durante i mesi di questo soggiorno imposto, si stabilisce una strana relazione tra l’occupante e i suoi ospiti: i due Francesi oppongono alle parole dell’Ufficiale un silenzio volontario e assordante. Al dialogo rifiutato si sostituisce un monologo forzato che si svolge in un unico quadro: il soggiorno della casa dove, fino alla partenza dell’occupante per il fronte russo, i tre personaggi si ritrovano tutte le sere per una strana veglia. Sul piano ideologico, Il silenzio del mare conduce ad una riflessione sulla Resistenza, facendo diventare il silenzio l’arma dei patrioti. La Storia con la “s” maiuscola è raccontata attraverso il destino e le storie “minuscole” degli individui, la verità di un’epoca su cui ci si continua ad interrogare potrà costituire il terreno per porsi nuove domande. Nella Storia della Letteratura, Vercors, nonostante abbia continuato a scrivere intensamente, resta essenzialmente l’autore de Il silenzio del mare, opera-simbolo rieditata 72 volte e tradotta in 40 lingue (Algeria, Senegal, Australia, Quebec, Beirut, Stati Uniti d’America etc…).

Werner von Ebrennac si mostra inizialmente cordiale, sopportando l’indifferenza, ma una sera, tornando nella casa con l’uniforme completamente bagnata, il rapporto tra lui e la famiglia cambia. Visto che il silenzio non s’interrompe, l’ufficiale comincia a parlare dell’amore per la Francia, del suo essere artista, musicista, e dice che i tedeschi stanno per stabilire un rapporto di fraternità tra Francia e Germania…

Vercors testimonia una certa amabilità insidiosa da parte dei soldati tedeschi. Erano eleganti, colti, attenti e affettuosi con i bambini, caritatevoli con i rifugiati. “Abbraccio il mio rivale, ma è per soffocarlo” questa è la frase pronunciata da due tedeschi e riportata a Vercors a proposito dello scopo finale della Germania.

Se da una parte il collaborazionismo, l’usurpazione, l’Olocausto fanno da sfondo alla vicenda umana dell’ufficiale, lo zio e la nipote, il centro dell’interesse dal punto di vista teatrale è sicuramente costituito dall’assenza di parola messa in atto come arma di resistenza e dall’ostinazione dell’ufficiale nel tentativo di rompere questo ostile mutismo.

 

 

Biografie dei partecipanti

 

Luigi Zoja è nato nel 1943. Diplomato nel 1974 allo C.G. Jung Institut di Zurigo, ha lavorato in clinica a Zurigo, poi privatamente a Milano, a New York e ora nuovamente a Milano come psicoanalista. È stato presidente del CIPA (Centro Italiano di Psicologia Analitica) dal 1984 al 1993 e dal 1998 al 2001 presidente della IAAP (International Association for Analytical Psychology), l’Associazione che raggruppa gli analisti junghiani nel mondo, poi presidente del Comitato Etico Internazionale della stessa. Già docente presso il C.G. Jung Institut di Zurigo, presso l’Università dell’Insubria e attualmente presso l’Università di Macao (Cina). Tra le sue opere Problemi di psicologia analitica. Una antologia post-junghiana (1983), Nascere non basta. Iniziazione e tossicodipendenza (1985), Crescita e colpa. Psicologia e limiti dello sviluppo (1993), Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre (2000, Premio Palmi 2001), Storia dell’arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo (2003), Giustizia e bellezza (2007), La morte del prossimo (2009), Contro Ismene. Considerazioni sulla violenza (2009), Centauri. Mito e violenza maschile (2010), Al di là delle intenzioni. Etica e analisi (2011), Paranoia. La follia che fa la storia (2011), Nella mente di un terrorista. Conversazione con Omar Bellicini (2017).

 

Paolo Rumiz, nato a Trieste nel 1947, è scrittore e giornalista, inviato speciale del «Piccolo» di Trieste ed editorialista de «La Repubblica».
Vince il premio Hemingway nel 1993 per i suoi servizi dalla Bosnia e il premio Max David nel 1994 come migliore inviato italiano dell’anno.
Ha pubblicato, tra l’altro, Danubio. Storie di una nuova Europa (1990), Maschere per un massacro (1996), La secessione leggera (2001), Annibale. Un viaggio (2008), A piedi (2012), Come cavalli che dormono in piedi (2014), Appia (2016), Gulashkanone (2017), La regina del silenzio (2017).

 

David Bidussa, storico sociale delle idee, è responsabile editoriale di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Collabora a “Il domenicale – il  Sole 24 ore”. Ha pubblicato: La France de Vichy (Feltrinelli, 1997); I have a dream (BUR, 2006); Siamo italiani (Chiarelettere, 2007); Dopo l’ultimo testimone (Einaudi, 2009); Leo Valiani tra politica e storia (Feltrinelli, 2009). Per Feltrinelli ha curato Il volontariato (con Gloria Pescarolo, Costanzo Ranci e Massimo Campedelli; 1994), per i “Classici” ha curato Fratelli d’Italia (2010) di Goffredo Mameli e ha scritto la postfazione a Il giro del mondo in ottanta giorni di Jules Verne (2014). Ha collaborato al volume Sinistra senza sinistra (Feltrinelli, 2008) con la voce ‟Uso pubblico della storia”.

 

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