15-09-2020 18:30
Luogo: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Viale Pasubio 5, Milano

Stagione Alternativa 2019/2020

Osservatorio di ricerca: Osservatorio sul futuro del lavoro

Ciclo di incontri: Forza lavoro!


L’iniziativa è a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti, nel pieno rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza sanitaria.

In alternativa l’incontro si può seguire in diretta sulla pagina Facebook e sul sito della Fondazione


Riguarda il video dell’iniziativa


15 settembre
18.30
Questo è il dilemma: garantire il reddito o il salario?


Operano nei campi, nelle case, per le strade: sono i lavoratori informali, parte di quell’economia non osservata che vale più del 12% del PIL Italiano. Il lavoro sommerso continua ad assorbire una fetta consistente della popolazione: quattro milioni di “invisibili” sono attualmente occupati in settori come la filiera agroalimentare, il commercio, i trasporti, ma anche il comparto dei servizi di cura – su due milioni di collaboratori domestici, meno della metà sono attualmente in regola.

Negli scorsi mesi, la crisi del Covid-19 ha riacceso il dibattito sul lavoro informale: da marzo a maggio 2020, un milione e mezzo di irregolari impiegati in settori essenziali come logistica, trasporti, industria e agro-alimentare sono rimasti fermi, non essendo in grado di giustificare le proprie attività. Il problema si è presentato anche in settori non essenziali ad alta incidenza di lavoro atipico, come quelli di ristorazione ed edilizia. Sin dall’inizio della pandemia, è emerso con chiarezza come le principali misure attivate dal governo, rivolte ai lavoratori più sicuri dal punto di vista contrattuale, non fossero in grado di intercettare i lavoratori maggiormente esposti all’insufficienza di reddito ed esclusi dai principali schemi di protezione sociale. Proposte come la sanatoria per gli irregolari sono risultate insufficienti, facendo emergere poche migliaia di persone a fronte dei 600.000 stimati inizialmente. Allo stesso modo, il Reddito di Emergenza ha rivelato forti criticità sotto il profilo burocratico, dei requisiti d’accesso e delle opportunità di “incastro” con il preesistente Reddito di Cittadinanza. L’incapacità del nostro sistema di welfare di tutelare i segmenti periferici del mercato del lavoro, come i lavoratori atipici e informali, ha portato molti a interrogarsi sulle opportunità di riconfigurare radicalmente i programmi di protezione sociale, ad esempio attraverso l’introduzione di un reddito di base universale e incondizionato. Secondo i suoi sostenitori, una misura di questo tipo sarebbe in grado di attutire l’impatto degli shock socio-economici sui lavoratori, aumentando il potere negoziale degli irregolari e incoraggiandone l’ingresso nell’economia formale. La disoccupazione crescente, specialmente a livello giovanile, ha viceversa sdoganato nel dibattito l’opzione di politiche per l’occupazione che abbiano l’obiettivo di garantire un pieno impiego. Le politiche del lavoro del prossimo futuro sono al bivio: dove andare?

Come confrontarsi con i bisogni inevasi dei lavoratori irregolari? Quali misure per sostenere chi rientra nell’economia non osservata? Come promuovere la graduale emersione dei lavoratori invisibili?

Con
Guy Standing, co-fondatore del Basic Income Earth Network (BIEN), Riccardo Bellofiore, Università di Bergamo.
Modera Giada Ferraglioni, Open
Con la partecipazione di Tortuga, Think Tank

Al termine del dibattito verranno proiettati dei contributi video di Nico Angiuli e Fabrizio Bellomo

Siamo in Alto Adige e a Tirana, dove i video di Nico Angiuli e di Fabrizio Bellomo, sono caratterizzati dagli aspetti performativi qui presenti. Strumenti di lavoro come martelli pneumatici e seghe elettriche – e gli esseri umani divenuti qui i meccanismi produttivi della filiera, divengono gli strumenti con i quali gli artisti a loro volta interagiscono per produrre queste opere che trattano del lavoro.

Futura” (Trentino)
di Nico Angiuli
10’ 42’’

&

Vegla Ben Ustain” (Tirana)

Lo strumento fa il maestro
Tool makes the master
di Fabrizio Bellomo
10’ 03”


Biografia dei partecipanti


Guy Standing, èProfessore di Studi dello Sviluppo alla School of Oriental and African Studies (SOAS), University of London, ed è co-fondatore del Basic Income Earth Network (BIEN). Ha studiato economia del lavoro e relazioni industriali presso l’Università dell’Illinois, e conseguito il suo dottorato in economia a Cambridge. Dal 1975 al 2006 ha lavorato all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). È specializzato nei campi dell’economia del lavoro, le politiche del mercato del lavoro, la disoccupazione e il welfare.

 


Riccardo Bellofiore è docente di Economia politica presso l’Università di Bergamo. Insegna Economia Monetaria, Storia dell’Economia Politica, International Monetary Economics. Si interessa della teoria marxiana del valore, lo sviluppo e la crisi del capitalismo, gli approcci endogeni alla moneta, la filosofia economica. Ha curato diversi volumi su Sraffa, von Mises, Marx, Luxemburg, Minsky. Collabora con il Manifesto e Liberazione. Nel 2019 ha pubblicato il libro “Euro al capolinea?”.


Il ciclo di incontri: Forza lavoro!


Molti lavoratori rimangono soggetti a standard salariali, occupazionali e di protezione inadeguati e spesso fermi al passato. In molti paesi europei, il lavoro è condizione necessaria ma non sufficiente di benessere e inclusione sociale, rivelandosi di per sé incapace di garantire un reddito dignitoso, di tutelare la persona e di proteggerla dai nuovi rischi. Cosa fare se il lavoro si perde oppure, al contrario, esce dagli orari stabiliti e invade ogni parte della vita ponendo un problema di conciliazione con gli obblighi famigliari? È ancora possibile garantire i diritti e le tutele dei lavoratori in un contesto in cui aumentano le figure del lavoro atipico e in cui la stessa parabola occupazionale del singolo lavoratore è spesso fluida?


Prossimi appuntamenti


24 settembre

18.30

Tempi di vita/ tempi di lavoro


Negli ultimi anni, l’Italia ha mostrato un certo ritardo rispetto agli altri paesi sul fronte della parità di genere e la conciliazione vita-lavoro. Il nostro paese registra un gap di quasi venti punti nei livelli di occupazione tra uomini e donne; la popolazione femminile è sovra-rappresentata tra i contratti atipici e meno protetti, in parte a causa di un’iniqua distribuzione dei carichi di lavoro domestico. Secondo l’OCSE, le italiane effettuano in media quasi tre ore in più di lavoro non retribuito ogni giorno rispetto agli uomini. Le disparità dei carichi di lavoro tende a tradursi in svantaggi sulla quantità e la qualità delle ore lavorate: quasi un terzo delle donne lavorano part-time in Italia, contro solo il 7,8% degli uomini. La pandemia non ha fatto che aggravare il gap di genere e le problematiche relative alla conciliazione vita-lavoro. Di fronte a un calo del 28% del totale delle ore lavorate nei primi tre mesi dalla crisi, le donne hanno sofferto le perdite più rilevanti, soprattutto a causa di un legame più debole con il mercato del lavoro e della loro concentrazione nei settori rimasti chiusi durante il lockdown; in primis, il comparto dei servizi a scarso valore aggiunto. La chiusura di scuole e asili nido ha aumentato i carichi di lavoro domestico, ponendo nuove difficoltà nella divisione tra lavoro retribuito e lavoro di cura per chi è in smart-working. Secondo un recente studio, due terzi delle donne lavoratrici hanno dichiarato che i ritmi di lavoro – pagato e non pagato – sono stati più intensi durante la pandemia. In molti casi, gli smartworkers tendono a lavorare di più rispetto agli standard tradizionali, sia nel numero di ore che nell’intensità, con il rischio di sfociare in situazioni di overworking (sovraccarico di lavoro) e, talvolta, in un vero e proprio burnout. Come tutelare la salute e il benessere di chi lavora da casa? Quali politiche per promuovere l’occupazione di qualità per le donne e contrastare il gap di genere? Come ripensare l’organizzazione della nostra vita in modo da favorire la giusta conciliazione tra tempi di vita e di lavoro?


Con
Richard Sennett, Center on Capitalism and Society Columbia University


È Centennial Professor of Sociology alla London School of Economics e Senior Advisor alle Nazioni Unite nel programma sul Cambiamento Climatico e le Città. È Senior Fellow al Center on Capitalism and Society della Columbia University e Visiting Professor in Studi Urbani al MIT. Ha fondato il New York Institute for the Humanities, insegnato alla New York University e servito come Presidente dell’American Council on Work. Si occupa di vita sociale nelle città, cambiamenti del lavoro e teoria sociale.


Chiara Saraceno, Alleanza per l’Infanzia


Rinomata sociologa, ha ricoperto numerosi incarichi accademici, anche internazionali, e istituzionali. Attualmente ha una posizione onoraria al Collegio Carlo Alberto di Torino. Ha partecipato a due commissioni governative per lo studio della povertà, e nel 2005 è stata nominata Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Ha pubblicato i libri ”ll lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi” (2014) e “Il welfare. Modelli e dilemmi della cittadinanza sociale” (2013).

 

Con la partecipazione di

AGE – Associazione Italiana Genitori*

Modera
Giada Ferraglioni*, Open


In partnership con The Adecco Group

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