05-06-2020 18:00

Stagione Alternativa 2019/2020

Osservatorio di ricerca: Osservatorio sulle povertà educative

Ciclo di incontri: Cinque lezioni di complessità


Riguarda il video dell’iniziativa

Di seguito puoi rivedere il video del terzo appuntamento del ciclo Cinque lezioni di complessità: La conoscenza e la formazione. Oltre l’informazione, verso l’azione
#StagioneAlternativa
#FuorileIdee


Il ciclo di incontri: Cinque lezioni di complessità


Cinque appuntamenti con il filosofo e psicoanalista argentino Miguel Benasayag per comprendere la complessità in cui viviamo, condizionata dagli effetti antropologici, psicologici, cognitivi dell’accelerazione digitale. Contro la tendenza alla semplificazione che riduce le nostre esperienze a istantanee lineari e prevedibili, il ciclo è un invito a riscoprire il potenziale della nostra singolarità, il fascino delle diversità e la ricchezza dei rapporti con gli altri e con il mondo.


Terzo appuntamento venerdì 5 giugno in diretta streaming:
Oltre l’informazione, verso l’azione


La diffusione dell’epidemia di Covid-19 e il conseguente lockdown sociale hanno messo in luce le forti disuguaglianze educative e territoriali che attraversano il Paese. Le difficoltà emerse da questa fase emergenziale hanno rappresentato e rappresentano una difficoltà per la scuola, le famiglie e ancor più per i bambini e i ragazzi. Secondo il MIUR all’incirca 8.5 milioni di giovani hanno subito la chiusura delle scuole e i più vulnerabili, specialmente coloro provenienti da nuclei famigliari socialmente e culturalmente più poveri, rischiano un serio rallentamento nel proprio percorso educativo. Le cause sono molteplici: senz’altro il tema del digital divide, ovvero le dotazioni tecnologiche e le connessioni di cui le famiglie e i ragazzi possono disporre per seguire la didattica a distanza, ma anche la qualità dell’educazione a cui gli studenti hanno accesso se pensiamo alle competenze degli insegnanti nell’impostare una lezione in remoto, alla qualità degli spazi domestici, alla capacità dei singoli di apprendere da soli e alla capacità dei genitori di aiutare i propri figli. I limiti della didattica a distanza, insomma, assieme ai suoi impatti – incremento delle disuguaglianze e rischio di un aumento della dispersione scolastica solo per citarne alcuni – sono sotto i nostri occhi.

Tutti a gran voce demandano un ritorno a scuola perché non esiste reale apprendimento che non avvenga in presenza, senza uno spazio fisico che stimoli l’incontro, che tenga vicino i diversi, che aiuti a parlare in modo diverso e più ricco che in famiglia, che faccia sedere al tuo fianco un amico “speciale”. Sono anche i giovani a riconoscere come la relazione diretta con insegnanti e compagni sia insostituibile, come rilevato all’interno di un recente sondaggio che ha coinvolto oltre mille ragazzi. Proprio per questa ragione abbiamo assistito, da parte di genitori e insegnanti, a manifestazioni di protesta diffuse lungo tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di spingere il Ministero a una riapertura delle scuole in tempi brevi. Lo slogan dell’iniziativa recitava, con una citazione di Antonio Gramsci: “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza”.



Di fronte a questo scenario serve agire con senso di responsabilità e cogliere l’occasione, che oggi ci si prospetta, di ripensare l’educazione e migliorarla contro qualsiasi riapertura inerziale della scuola che ne riproponga inefficienze e aporie. Per questo occorre chiedersi quale idea di educazione vogliamo perseguire all’indomani della crisi, per tornare ad alimentare nei bambini e nei ragazzi il desiderio di apprendere e supportare i giovani a diventare loro stessi. Un’educazione in cui possa finalmente trovare spazio un’esigenza da lungo tempo espressa da maestri e insegnanti, quella cioè di mettere lo studente al centro dei percorsi educativi. Come lavorare allora per tenere aperto l’orizzonte del lavoro mentale, della formazione cognitiva che ci rende liberi rispetto al mondo, permettendoci di governarlo? Come innescare processi di soggettivazione che consentano lo sviluppo di un’autocoscienza in grado di mettere a fuoco tematiche personali e sociali lungo tutto l’arco della vita, e che permettano di superare periodi di cambiamento facendo fronte alla complessità del mondo contemporaneo e a shock imprevisti?

Giunto al suo terzo appuntamento, il ciclo “Cinque lezioni di complessità” propone una riflessione sull’educazione da perseguire all’indomani dell’emergenza legata al Covid-19, per consentire a ciascuno di trovare le chiavi per una più complessiva emancipazione personale e collettiva. Questa riflessione ne porta con sé altre, che riguardano i linguaggi e gli spazi dei processi educativi, gli approcci didattico-pedagogici, le relazioni educative e il ruolo della tecnologia all’interno dei percorsi di apprendimento.

 

Miguel Benasayag In dialogo con il maestro Franco Lorenzoni, casa-laboratorio di cenci, MCE Movimento Cooperazione Educativa – Gruppo di Bologna. Modera Benedetta Tobagi, scrittrice e giornalista.

In collaborazione con FinecoBank.


Esplora tutti gli appuntamenti del ciclo Cinque lezioni di complessità


Partecipanti


Miguel Benasayag
Filosofo e psicanalista di origine argentina. Si occupa di problemi dell’infanzia e dell’adolescenza e dell’interazione tra tecnologia ed essere umano È autore di moltissime opere, alcune delle quali tradotte in italiano. Con Feltrinelli ha pubblicato L’epoca delle passioni tristi (con Gérard Schmit; 2004), Contro il niente. Abc dell’impegno (2005) e Elogio del conflitto (con Angélique del Rey; 2008). Vive a Parigi.

Franco Lorenzoni
Dal 1978 è maestro elementare e coordina ad Amelia, in Umbria, la Casa-laboratorio di Cenci, un centro di sperimentazione educativa che ricerca su temi ecologici, interculturali e di inclusione; per questa attività ha ricevuto insieme a Roberta Passoni, nel 2011, il «Premio Lo Straniero». Attivo nel Movimento di Cooperazione Educativa, ha pubblicato «I bambini ci guardano» (Sellerio, 2019), «I bambini pensano grande» (Sellerio, 2014), «Con il cielo negli occhi» (Marcon 1991, riedito da La Meridiana), «L’ospite bambino» (Theoria, 1994, riedito da Nuova Era), «Così liberi mai» (Nuova Era, 2005), «Saltatori di muri» con Marco Martinelli (Macro, 1999), «La nave di Penelope» con Amaranta Capelli (Giunti, 2001). Collabora alle riviste Cooperazione Educativa, Gli Asini, Internazionale, Lo Straniero, La vita scolastica e al Domenicale del Sole 24 ore.

Benedetta Tobagi
Giornalista e scrittrice. È stata conduttrice radiofonica per la Rai e collabora con «la Repubblica». Dal 2012 al 2015 è stata membro del consiglio di amministrazione della Rai. Segue progetti didattici sulla storia del terrorismo con la Rete degli archivi per non dimenticare.

 

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