14-01-2020 18:30
Luogo: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, viale Pasubio 5

Stagione Alternativa 2019/2020

Osservatorio di ricerca: Osservatorio su idee e pratiche per un futuro sostenibile

Ciclo di incontri: There is (no) alternative

Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti


Riguarda il video dell’iniziativa:


È così che gira l’economia



Perseguendo lo scopo di costruire un’agenda di azioni concrete che puntino al rilancio di un’economia sostenibile, che supporti il territorio (inteso come interazione e somma di caratteristiche ecologiche, sociali ed economiche), il cambiamento climatico deve essere letto come un elemento di crisi e, contemporaneamente, come uno stimolo verso un’evoluzione socio-economica progressista come quella proposta del Green New Deal.

La scommessa sulla sostenibilità si può finanziare con la sua capacità di generare profitti adeguati a sostenere una importante svolta economica tramite politiche comunitarie e fiscali, investendo nella Piccola e Media Impresa, oltre che nella grande produzione, prendendo atto del bisogno di concordare una responsabilità sociale che sia condivisa, diffusa e premiante.

Quali sono le risorse e quali gli strumenti offerti dalla green/new-economy? Quali vantaggi poterebbe un green Deal? Quali strumenti economici e finanziari possono essere la leva da impiegare? Quali politiche, quali impatti e quali benefici?


Nell’immagine: Documento tratto dal patrimonio di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli



Il Green New deal


Richiamando Keynes, la natura del denaro è sociale e, pertanto, non è finita come l’oro o le risorse primarie: per dirla con Joseph Schumpeter, la moneta non è altro che una “promessa di pagamento” e, per restare su Keynes, il sistema monetario è un grande bene pubblico, essenziale per la salute dell’economia e sostenuto da fondi pubblici (le tasse che paghiamo). Questo bene pubblico, che viene spesso gestito da una piccolissima percentuale della popolazione nell’interesse di pochissimi, può tuttavia essere messo in mani pubbliche da una azione politica decisa, come fece Roosvelt quando, con il New Deal, definì un nuovo patto con la società statunitensi.

Il nostro sistema globalizzato è attualmente governato attraverso i mercati e non da un’autorità pubblica, a scapito della protezione dai rischi del collasso ambientale planetario e dalla perdita di quei sistemi che supportano la vita stessa sulla Terra.

 

Per evitare la completa degradazione dei nostri supporti vitali, dovremmo agire a livello massivo e globale, cosa che il settore privato non è in grado di fare, né di finanziare, con l’attenzione di garantire agli investitori i giusti ritorni d’investimento e il giusto impiego ai lavoratori.

E’ da queste riflessioni che, nel 2008, nasce la proposta di un Green New Deal: per contrastare la crisi climatica, le soluzioni dovrebbero considerare come l’equilibrio planetario sia strettamente e strutturalmente collegato al sistema economico globalizzato.

Uscendo dalle campagne puramente ambientaliste, dai soli cambiamenti dei comportamenti dei singoli, serve una governance pubblica che affronti e gestisca i sistemi finanziari globali, un cambiamento strutturale che difenda l’ecosistema e gli interessi della società attraverso la trasformazione del sistema finanziario.


Nell’immagine: marzo 2019. Il Senato americano vota contro il Green New Deal  clicca qui per approfondire



Partecipano


Ann Pettifor.
Direttore PRIME – Policy Research in Macroeconomics

Luca Fantacci
Osservatorio MINTS – Observatory on Monetary Innovation, New Technologies and Society, Università Bocconi

Modera
Maurizio Melis
Giornalista di Radio24


Ann Pettifor

Ann Pettifor is best known for her prediction of the Great Financial Crisis in The Coming First World Debt Crisis (Palgrave 2006).  In 2008 co-authored The Green New Deal published by NEF. In 2017 Verso published The Production of Money on the nature of money, debt and the finance sector. Eleven years after the launch of the Green New Deal (which was backed by US Congresswoman Alexandria Ocasio Cortez and later Bernie Sanders, in 2018) she authored a new book: The Case for The Green New Deal (September, 2019).

In 2018 the Heinrich Boll Foundation of Germany awarded Pettifor the Hannah Ahrendt Prize. She is a Council member of the Progressive Economy Forum and director of PRIME economics – a network of Keynesian macroeconomists. She has an honorary doctorate from the University of Newcastle for her work leading an international movement for the cancellation of $150bn of debt owed by 35 low income countries, Jubilee 2000.


Luca Fantacci

Luca Fantacci, docente di storia economica, storia del pensiero economico, economia internazionale e storia delle crisi finanziarie all’Università Bocconi. Co-autore, assieme a Massimo Amato, di Per un pugno di bitcoin (Egea 2016); Fine della finanza. Da dove viene la crisi e come si può pensare di uscirne (2a ed., Donzelli 2012; ed. inglese Polity 2011); Salvare il mercato dal capitalismo. Idee per un’altra finanza (Donzelli 2012; ed. inglese Polity 2014). Autore di una monografia sulla storia della moneta e del pensiero del denaro: La moneta. Storia di un’istituzione mancata (Marsilio 2005). Studioso del pensiero di Keynes e curatore di due raccolte di suoi scritti: Risparmio e investimento (Donzelli 2010) e Moneta internazionale (Il Saggiatore 2016).  Studioso di sistemi di compensazione e di credito locale e autore, sempre con Amato, dell’e-book Moneta complementare (Bruno Mondadori 2014). Membro della Commissione Com.Mon (Competition Money) del Ministero della Giustizia per l’efficientamento delle procedure concorsuali.



Il Ciclo There is (no) alternative 


Se il motto There is No Alternative di ispirazione thatcheriana fosse vero, saremmo condannati a un orizzonte bloccato. Esistono invece idee, esperienze e modelli che dimostrano come le alternative non solo esistano ma sono anche realizzabili.

Il ciclo discute prototipi e pratiche di frontiera e di rottura. Paradigmi emergenti e sperimentazioni consolidate per contrastare le conseguenze più negative del modello economico dominante: gli approcci innovativi alla finanza e ai flussi di denaro; la gestione delle risorse per un consumo più consapevole tra riuso e condivisione; la conoscenza oltre le logiche proprietarie per garantire l’accessibilità a un bene tanto immateriale quanto decisivo.

 

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