Ricercatrice

Il termine Ecofemminismo viene coniato per la prima volta nel 1974, dalla femminista francese Françoise d’Eaubonne, promuovendo un’unica lotta per l’emancipazione femminile e della natura. L’ecofemminismo è una combinazione di ecologia e femminismo, un approccio che tiene unite entrambe le dimensioni e nasce dalla considerazione che l’approccio femminista e quello ecologico, utilizzati separatamente, non possano cogliere le profonde connessioni tematiche, ideologiche e pratiche che legano la dimensione femminile a quella ambientale. I movimenti ambientali ed ecologici infatti tendono a trascurare il fatto che c’è una connessione tra il patriarcato capitalista, il dominio maschile e la soppressione delle donne nella società e nella crisi ecologica.  Mentre, alcuni movimenti femminili e il femminismo più ristretto hanno la tendenza a trascurare i problemi ambientali ed ecologici. Circoscrivere cos’è l’ecofemminismo attraverso un’unica definizione può tralasciare importanti sfaccettature: è sia un movimento anti-globalizzazione come una critica ideologica, sia una disciplina accademica come una forma di attivismo, in cui i diritti e le visioni femminili si fondono con la difesa del benessere della natura.

 

Per approfondire

Testi

  • Merchant, Caroline. The Death of Nature.  Wildwood House.
  • Guerra alle donne, Silvia Federici.
  • L’ecofemminismo in Italia: le radici di una rivoluzione necessaria, a cura di Franca Marcomin e Laura Cima, Padova: Il poligrafo, 2017.
  • Ecofeminism, Maria Mies and Vandana Shiva.
  • Una rivoluzione ci salverà: perché il capitalismo non è sostenibile, Naomi Klein, Milano: Rizzoli, 2015.
  • Ecofeminism as politics: nature, Marx and the postmodern, Salleh Ariel, London: Zed Books, 2017.

 

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