La prima edizione di There Is NO Alternative ha preso in analisi una serie di scenari alternativi al capitalismo nella sua configurazione vigente anche in Europa e in Italia. Lo scoppio della pandemia e le misure adottate per ridurre i contagi hanno reso ancor più evidente e urgente la necessità di ripensare il modello di sviluppo prevalente nelle economie avanzate, quindi di rompere la “gabbia” della mancanza di alternative. Infatti, ripartire dalla normalità pre covid-19 non è pensabile, dato che l’emergenza ha dato maggior evidenza alle criticità sistemiche e, allo stesso tempo, alla necessità di giungere presto a una agenda politica alternativa. Oltre a dover affrontare le urgenze della crisi sociale le economie dei paesi europei hanno la necessità di dover governare sulla base di un disegno di politica industriale di largo respiro due trasformazioni che possono tradursi in altrettanti vettori di sviluppo: la transizione ecologica e l’innovazione tecnologica e infrastrutturale.
La drammaticità della situazione sembra aver imposto, anche nel mainstream, una nuova “laicità” nello sguardo agli strumenti utilizzabili: niente viene più escluso, e in particolare si assiste a un rinnovato consenso per un ruolo protagonistico dell’attore pubblico nelle vicende economiche. Anche sulla scorta delle riflessioni emerse nel primo ciclo TINA, immaginiamo che questo nuovo ruolo dell’attore pubblico debba misurarsi in primo luogo con le novità di una rivoluzione tecnologica dirompente, anche per mediarne gli effetti e trasformarla in un’opportunità, sia per il proprio agire nella società sia per la società stessa nel suo complesso.
A partire dalla domanda fondamentale che fa da sfondo a questo ciclo di appuntamenti, nel solco della precedente edizione, quella relativa alle alternative all’attuale modello di capitalismo prevalente (e, ormai è chiaro, insostenibile), ci proponiamo di fornire spunti per rispondere ad alcune suggestioni di una ricerca finalizzata alla definizione di un’agenda politica progressista alternativa: come possono lo Stato e le altre istituzioni pubbliche progettare e un nuovo patto sociale (che sia anche, urgentemente, verde) capace di trovare consenso verso una nuova impostazione per l’intervento pubblico in campo economico e sociale? Quali politiche sono necessarie per governare la rivoluzione tecnologica e indirizzarla verso obiettivi di giustizia sociale? A quali incentivi e condizionalità occorre pensare per supportare imprese, in particolar modo quelle medie e piccole, e lavoratori in direzione di nuovi scenari di sviluppo equo e sostenibile? Quali competenze e nuove forme occupazionali definiscono le alternative? Quale nuova centralità dare a territori periferici e come farlo? E’ possibile, e a quali condizioni eventualmente, un nuovo New Deal?
Gli appuntamenti
Martedì 8 settembre
Cosa può fare lo Stato?
Francesco Saraceno, Sciences Po Parigi
Vicedirettore di OFCE, centro di ricerca sulle congiunture economiche di Sciences Po, dove insegna macroeconomia internazionale ed europea, e membro del comitato scientifico della LUISS School of European Political Economy
Kiran Klaus Patel, Royal Historical society
Professore alla Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera e membro della Royal Historical Society, è autore di recenti studi sul New Deal e sulla storia dell’Unione Europea che hanno avuto significativo riscontro, anche mediatico
Martedì 22 settembre
Come è possibile conciliare innovazione tecnologica e diritti dei lavoratori?
Alec Ross, King’s College London
Docente alla Columbia University, è stato consigliere del dipartimento di Stato per l’Innovazione durante la presidenza Obama; è autore del bestseller “The industries of the future”, tradotto in 15 lingue
Francesca Bria*, Fondo Nazionale Italiano per l’Innovazione
Presidente del Fondo Nazionale Innovazione. Coordina il progetto europeo D-CENR sulla democrazia diretta ed è ricercatore principale del progetto Digital Social Innovation in Europe. Insegna al Centro Studi sull’Innovazione dell’Imperial College Business School di Londra
Martedì 6 ottobre
Quale intervento per lo sviluppo dei territori e delle infrastrutture?
Alexander Stubb*, European University Institute
Direttore della School of Transnational Governance dello European University Institute, è stato Primo Ministro della Finlandia e, fino a inizio 2020, vicepresidente della Banca Europea degli Investimenti
Fabrizio Barca*, Forum Disuguaglianze Diversità
Animatore del Forum Disuguaglianze Diversità, è stato presidente del Comitato per le politiche territoriali dell’OCSE e Ministro per la coesione territoriale del governo Monti in Italia
Paola De Micheli*, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti in carica, già Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Martedì 20 ottobre
C’è un’alternativa a questo capitalismo?
Thomas Piketty*, Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales
Professore alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, è uno degli economisti più noti a livello globale, in particolare grazie al suo “Il Capitale nel XXI Secolo”, al quale ha recentemente fatto seguito “Capitale e Ideologia”
Emiliano Brancaccio, Università degli Studi del Sannio
Professore di Politica economica presso l’Università degli studi del Sannio