L’esperienza che stiamo attraversando, nella sua drammaticità e complessità, pone enormi sfide, offre molti spunti di riflessione e ha molto da insegnare a ciascuno di noi. Quando questa emergenza passerà, ci auguriamo molto presto, nulla sarà più come prima e per lungo tempo ci ritroveremo a fare i conti con questa tragica esperienza e con le conseguenze prodotte a livello individuale e collettivo.
In questa prima fase l’attenzione si è prioritariamente, e giustamente, concentrata sull’aspetto medico ed epidemiologico. Le questioni urgenti a cui dare risposta riguardano come salvare vite umane, come ridurre e prevenire il contagio, come individuare e sperimentare farmaci e vaccini contro la pandemia. Sullo sfondo però, emergono molti altri interrogativi, non meno urgenti e preoccupanti, sul fronte sociale, economico, istituzionale che egualmente richiedono risposte: dalla capacità di resistenza delle imprese alle conseguenze sul mercato del lavoro, dai costi finanziari, economici e sociali di questa epidemia all’adeguatezza e all’adattamento dei sistemi di welfare, dalle conseguenze politiche prodotte dalla pandemia alla tenuta delle istituzioni e alle relazioni tra governi multi-livello, dal ruolo dell’informazione e della comunicazione (inclusa la comunicazione della scienza) in questa fase storica al modo in cui questo evento ha messo, o rimesso, in discussione (in senso positivo o negativo) i concetti di fiducia, di solidarietà, di autorità o di libertà.
Questa pandemia si è inserita in una fase storica già di per sé piuttosto complessa, densa di problemi pregressi mai risolti e con molti altri nuovi ed emergenti. Ci siamo lasciati alle spalle (sembra molto tempo fa, ma si tratta in realtà di poche settimane) i movimenti di piazza (dai giovani dei Fridays for future alle sardine), la difficile gestione del problema migratorio, uno scacchiere internazionale carico di tensioni politiche e di focolai di guerra, comprese quelli di natura commerciale, un deficit di fiducia nei confronti delle istituzioni, in particolare di quelle europee. Che conseguenze produce e produrrà questa pandemia su tutti questi fronti e sui molti altri che inevitabilmente si apriranno?
E’ questo un insieme limitato e puramente esemplificativo delle tante questioni in gioco, rispetto alle quali le scienze sociali possono aver molto da dire e da offrire alla comunità.
Anche la nostra attività di studio e di ricerca non potrà non essere toccata da questo evento storico che agirà come un vero e proprio break strutturale: ci sarà sempre un prima e un dopo, leggeremo in modo diverso quanto avveniva ‘prima’ e dovremo formulare nuove ipotesi su quanto potrà accadere ‘dopo’; dovremo cercare nuove chiavi di interpretazione, rimetteremo in discussione i nostri schemi di pensiero e i nostri modelli, per reinterpretarli o per ricercare nuovi paradigmi di riferimento. Ma, quel che è certo, non potremo ignorare quanto accaduto e le conseguenze immediate e protratte nel tempo che il covid-19 porterà con sé.