Da tempo gli studi sui valori nutrizionali e sulla sostenibilità di larve o cavallette sono ripresi da riviste, si riconcorrono sul web, fanno discutere, qualche volta fanno notizia. Ma alta rimane la diffidenza, per non dire lo stupore o forse lo sgomento.
“Una cosa diventa buona da mangiare quando è anche buona da pensare” E’ la linea di pensiero di Marvin Harris antropologo, ed è il punto di partenza di Roberto Flore, Head of Culinary Reasearch and Development – Nordic Food Lab di Copenaghen che con Michael Bom Frøst Direttore Nordic Food Lab e Joshua Evans Vicedirettore Nordic Food Lab , ha pubblicato On eating insects – essays, stories and recipes.
Gli insetti hanno il potenziale per essere una fonte alternativa di proteine alimentari, affermano con conseguenti benefici per l’ambiente e la salute. Anche per questo il libro rappresenta un importante manuale per approfondirne l’utilizzo in ambito gastronomico.
“Vogliamo far capire quanta bellezza ci sia nell’insetto come ingrediente in cucina” spiega “Gli insetti sono parte del patrimonio gastronomico mondiale. Il libro raccoglie le storie, gli aneddoti e le ricerche che abbiamo collezionato in giro per il mondo, dal Giappone alla Thailandia. E poi ovviamente ci sono le ricette”.
Ciò che Roberto Flore, Michael Bom Frøst e Joshua Evans propongono è un viaggio intorno al mondo in cui gli insetti diventano il modo per raccontare in maniera autentica un territorio.
E tuttavia non c’è solo la curiosità o per alcuni “la provocazione”. On Eating Insects è un testo che consente di dare possibilità a una diversa visione.
Perché alcuni mangiano cani, gatti e dingo, mentre altri evitano la carne di mucca, maiale o cavallo? Perché alcuni odiano il latte e i suoi derivati, mentre altri considerano cibo prelibato lombrichi e cavallette? Perché le abitudini alimentari dei popoli cambiano nel tempo e sono così diverse? Sono le domande dell’antropologia culturale che pone come base della propria ricerca la pratica, la quotidianità, la necessità, e che sostiene che non è la cultura a fare la necessità, ma la necessità ad elevarsi, nella maggior parte dei casi, a cultura. Non è la sovrastruttura che crea la struttura, ma il contrario. In fondo, l’alimentazione è un atto che non è solo tradizione o folclore o consuetudine. E’ anche la testimonianza della capacità di raccogliere le sfide a cui gli i gruppi umani devono tentare di rispondere in condizioni di difficoltà ambientale, economica e non solo. Con creatività, innovando.
David Bidussa
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli