Molti lavoratori rimangono soggetti a standard salariali, occupazionali e di protezione inadeguati e spesso fermi al passato. In molti paesi europei, il lavoro è condizione necessaria ma non sufficiente di benessere e inclusione sociale, rivelandosi di per sé incapace di garantire un reddito dignitoso, di tutelare la persona e di proteggerla dai nuovi rischi. Cosa fare se il lavoro si perde oppure, al contrario, esce dagli orari stabiliti e invade ogni parte della vita ponendo un problema di conciliazione con gli obblighi famigliari? È ancora possibile garantire i diritti e le tutele dei lavoratori in un contesto in cui aumentano le figure del lavoro atipico e in cui la stessa parabola occupazionale del singolo lavoratore è spesso fluida?


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