Questo articolo fa parte di America Anno Zero, rubrica editoriale de La Nostra città futura dedicata alle elezioni statunitensi. Leggi qui gli altri approfondimenti di America Anno Zero.


“Il medium è il messaggio”

Con questa frase uno dei maggiori studiosi di comunicazione del 19esimo secolo, Marshall McLuhan, ha incapsulato uno dei concetti più interessanti circa la comunicazione pubblica: il mezzo di comunicazione è in grado di influenzare i messaggi che esso convoglia a tal punto che appare sensato concentrarsi sul “medium” indipendentemente dal messaggio. In questo primo appuntamento di America Anno Zero, guardiamo a come la campagna elettorale stia già rivoluzionando la comunicazione politica USA, cambiando il “medium” con cui questa viene fatta: nella cornice COVID, mezzi di comunicazione come social media, video YouTube, messaggi rivolti a comunità online come quella del videogioco “Animal Crossing”, stanno cambiando radicalmente il rapporto tra candidati ed elettori.

Ne parliamo con Ferdinando Fasce, professore ordinario di Storia Contemporanea dell’Università di Genova.

Ci chiediamo, in particolare, se le convention virtuali a cui abbiamo assistito rappresentino un’innovazione rilevante, in termini di “medium” elettorale, rispetto al format usato per mezzo secolo, quello della convention televisiva.


In secondo luogo, ci chiediamo quali possano essere i riflessi di questa trasformazione della comunicazione politica rispetto alla democrazia USA: favorendo messaggi più diretti e incisivi, favorirà una maggiore partecipazione popolare al dibattito politico, o piuttosto creerà le condizioni per un impoverimento del dibattito?

 


Ad accompagnamento di questa riflessione abbiamo scelto, dall’archivio documentale di Fondazione Feltrinelli, un documento storico molto importante: il celebre discorso di John Kennedy all’Assemblea delle Nazioni del 25 settembre 1961.

Scarica il documento tratto da patrimonio di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli


Siamo a soli dieci anni dal primo confronto televisivo tra candidati alle elezioni americane. Eppure, fin dal primo paragrafo è possibile apprezzare quanto sia cambiato, in un così breve lasso di tempo, il modo di comunicare un programma politico: Kennedy non ricorre ad un’argomentazione ragionata, ma schiera una serie di sentenze che sono altrettanti argomenti “autoevidenti”. I tempi stretti della televisione non permettevano lunghi confronti; il messaggio, convogliato dal medium, doveva arrivare in modo immediato agli elettori. Le trasformazioni che possiamo osservare nel contesto elettorale odierno sembrano inserirsi in questo trend, rendendo ancora più drammatica la necessità di ridurre la complessità del messaggio facendo appello al senso comune.

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