Questo articolo fa parte di America Anno Zero, rubrica editoriale de La Nostra città futura dedicata alle elezioni statunitensi. Leggi qui gli altri approfondimenti di America Anno Zero.


Il percorso delle elezioni presidenziali USA 2020 si concluderà con il giuramento del Presidente in pectore, indifferentemente da chi vincerà le elezioni. Per convenzione, il Presidente giura appoggiando una mano sulla Bibbia: George W. Bush, Barack Obama e Donald J. Trump hanno tutti rispettato questa convenzione. Sin dalla liturgia istituzionale, la religione sembra quindi avere un ruolo molto importante nella politica statunitense: presentarsi come “uomo di fede” può rassicurare ampi settori dell’elettorato USA, migliorando per il candidato le prospettive di essere eletto.

In passato, le questioni religiose avevano come cappello il concetto di “pluralismo” statunitense. Sin dagli albori della Federazione, i Padri Fondatori della democrazia USA avevano concepito il sistema di regole come qualcosa in grado di accomodare diverse fedi. Questo proposito non si rivelò sempre all’altezza.

Nell’intervista che accompagna questa terza puntata di America Anno Zero, lo storico canadese Andrew Preston accenna al sentimento anti-cattolico che animò la politica americana nei primi decenni del 1900.

 


Con il tempo, il concetto di pluralismo è evoluto, ed è cambiato il ruolo che la religione riveste all’interno della politica e delle elezioni presidenziali. L’ultima innovazione, in ordine di tempo, spetta a Trump e all’uso che da questi viene fatto delle tematiche religiose. Il pluralismo, nell’era Trump, continua ad esistere nell’accezione di “libertà di culto”. Tuttavia, il pluralismo come fonte di ispirazione per le politiche pubbliche americane, specialmente quella estera, sembra essersi persa nel tempo.

Secondo Preston, nelle mani di Trump, la religione è diventata un nuovo strumento di polarizzazione del paese, garantendo tutele e protezione ai cristiani americani all’estero, e, nel contempo vietando l’ingresso negli USA di individui con un retroterra religioso non gradito, basti pensare al “Trump travel ban” che inizialmente riguardava solamente migranti provenienti da Paesi islamici. Nel contempo, la nomina di cattolici conservatori come giudici della Corte Suprema rischia di vanificare alcuni dei progressi sociali compiuti dalle scorse amministrazioni, come l’”affordable care act”.

In questo nuovo clima, il ruolo che la religione giocherà nelle elezioni presidenziali 2020 è imprevedibile. Specialmente la maggioranza conservatrice alla Corte Suprema potrebbe far pendere l’ago della bilancia a favore di Biden: il rischio che alcune politiche progressiste vengano dichiarate incostituzionali potrebbe infatti far mobilitare maggiormente gli elettori progressisti per difendere lo “status quo” in termini di diritti acquisiti.

Come accompagnamento per questa uscita di America Anno Zero abbiamo scelto un testo di Michael Novak tratto da “L’etica cattolica e lo spirito del capitalismo”.

Scarica il documento tratto dal patrimonio di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli


Il titolo fa riferimento al testo di Max Weber che spiega come il coacervo di valori emersi dalla Riforma protestante abbia favorito la nascita del capitalismo moderno. Secondo Novak, però, il capitalismo nel suo sviluppo è stato altrettanto influenzato dalla dottrina cattolica, che avrebbe offerto un “correttivo”, in termini di giustizia sociale, al capitalismo protestante. E’ interessante rileggere queste pagine alla luce di quanto osservato da Andrew Preston: il ruolo del cattolicesimo nella politica USA odierna non sembra tanto quello di fornire un correttivo “umano” al capitalismo americano, quanto quello di fornire un elemento di stabilità alla componente cristiano-conservatrice, evangelica e cattolica, americana.

La religione negli USA sembra quindi ambivalente: le promesse di giustizia sociale e di libertà di cattolici e protestanti liberal devono fare i conti con la promessa di preservare, immutate, istituzioni come matrimonio, famiglia, “sacralità” del concepimento da parte dei conservatori cristiani. Le elezioni di novembre saranno una partita importante anche in questo senso.

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