di Alessandro Macchia per l’approfondimento Note patrie. La nazione in musica


Accanto agli autori di poesia di guerra si colloca un’esigua ma quanto mai eccentrica compagnia di compositori propensa a continuare la propria attività creativa nelle trincee. Nello specifico è opportuno ricordare lo scozzese Cecilcompositori Frederick Gottlieb Coles (1888-1918), una delle giovani promesse della musica britannica. Egli fu in grado di comporre in prima linea una suite militare per piccola orchestra eloquentemente intitolata Behind the Lines. L’autografo del movimento d’avvio, a matita, è datato 3 novembre 1917. L’ultima pagina della suite ha per toccante suggello: «Feb 4th 1918 In the Field». Il frontespizio del manoscritto possiede, assieme a tracce di sangue e di fango, una dedica: «To the Comrades who have shared the pleasure and the landscape of life in France 1917» («Ai Camerati che hanno condiviso il piacere e il paesaggio della vita in Francia nel 1917»). Nella parte inferiore della pagina sono registrati i titoli dei quattro movimenti: I Estaminet de Carrefour, II The Wayside Shrine, III Cortège, IV «Rumours» (Scherzo). Quantunque i tempi pari non siano mai stati ritrovati, forse dispersi nell’ultima drammatica ritirata in cui l’autore perse la vita, le pagine superstiti di Behind the Lines rappresentano un’obiezione di dimensione morale all’inumanità della guerra. Se i versi di Giuseppe Ungaretti, Wilfred Owen, Siegfried Sassoon sono antitesi dei paesaggi devastati dal fuoco delle mitragliatrici, questa musica s’impone quale giusto contrappeso alle disarmonie e ai rumori stessi della battaglia.

Più noto come poeta-soldato, Ivor Gurney (1890-1937) fu altresì un pregevole compositore, con un’importante carriera di studi musicali alle spalle nelle classi di Charles Villiers Stanford e di Ralph Vaughan Williams. In trincea compose un pugno di songs per basso o baritono e pianoforte (In Flanders, Severn Meadows, Even such is Time). Di essi soltanto il secondo brano è sui versi dello stesso Gurney. Vittima dei gas tedeschi, trascorse il resto della vita in un grave stato di confusione mentale.

Fra le linee francesi, quale custode di piccioni viaggiatori per le comunicazioni, troviamo invece il direttore d’orchestra e sergente André Caplet (1878-1925). Prima di essere congedato anch’egli per avvelenamento da gas, Caplet ebbe l’energia di scrivere un pugno di composizioni sul leggio di un piano smontabile che aveva faticosamente e amorevolmente portato con sé. Sotto il pericolo che una granata lo rendesse smontabile quanto il piano stesso, secondo le parole dell’amico Debussy, compose almeno un paio di mélodies. «Quand reverrai-je, hélas, de mon petite village», sui versi del poeta cinquecentesco Joachim De Bellay, vide la luce nel luglio del 1916 in un accampamento presso la cittadina di Les Éparges. Per la riconquista di Fort Douaumont il 24 ottobre dello stesso anno compose la Marche de la Division de Neuville.

Alessandro Macchia