Incontro in diretta streaming su Fondazione Live e sulla pagina Facebook
24.05.2021 | 31.05.2021 | 07.06.2021
ore 18.30
Talk online | #SARABANDA2021
ECONOMIA #alternative #capitalismo #divari
Di cosa parliamo in questo ciclo?
La Cina è ancora la fabbrica del mondo. Tra le maggiori economie quella cinese è stata l’unica che ha continuato a crescere nel 2020, anche a dispetto della pandemia. Questo risultato non era affatto scontato e conferma la crescente influenza che il gigante asiatico gioca e giocherà nel mondo. La Cina fa paura, per la sua impetuosa economia, per la sua apparente impermeabilità al modello occidentale, per la sua diversità siderale in termini politici, sociali, culturali, valoriali. Mentre gli Stati Uniti hanno già scelto di vedere nella Cina un competitor, l’Europa si sta chiedendo se l’ascesa cinese rappresenta per lei un’occasione o una minaccia. Cosa resterà del modello di civiltà europeo in un contesto egemonizzato dal modello cinese?
Comprendere meglio le scelte della Cina di oggi ci consente di essere più consapevoli rispetto all’ambito nel quale dovremo operare le nostre scelte nel prossimo futuro.
Tre incontri per tratteggiare motivi, caratteristiche, significato e impatti del «miracolo cinese» lasciando la parola a sei esperti che raccontano la Cina e presentano le sfide con cui dobbiamo misurarci già oggi. Perché la Cina è anche un laboratorio a cui poter rivolgere alcune delle questioni che interessano la nostra società qui in Occidente in merito a economia, sostenibilità, politica e sviluppo. E, soprattutto, per ritrovare in noi stessi il senso e la necessità di preservare la democrazia, patrimonio irrinunciabile, seppure imperfetto e minacciato da ogni parte, dell’Occidente.
In partnership con
Istituto Confucio – Università degli Studi di Milano
Media Partner
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Riguarda il primo appuntamento
24 maggio ore 18.30
Denaro: il turbocapitalismo di Stato
Il turbocapitalismo convive con i piani quinquennali; una libera iniziativa senza lacci si inserisce nella cornice di scelte strategiche operate dallo Stato e dal potere politico; le multinazionali occidentali che si sono trasferite in Cina per sfruttare la forza lavoro a basso costo hanno alimentato la crescita industriale e tecnologica del gigante asiatico. Come si spiega il dinamismo cinese? Quale è il suo prezzo? Per quanto la riduzione della povertà potrà giustificare crescenti disuguaglianze?
Con
Francesca Spigarelli, Università di Macerata
Andrea Pira, Milano Finanza
Riguarda il secondo appuntamento
31 maggio ore 18.30
Politica: non sparate sul Quartier generale
L’opinione pubblica occidentale in questi anni ha dibattuto di problemi sempre più urgenti in campo economico e sociale e ha dovuto convivere con una politica in campagna elettorale permanente. La fede nel modello liberal-democratico, ribadita a parole e nelle ritualità istituzionali, lascia il posto al dubbio. Ma se l’Occidente fatica a superare la prova della presente crisi e la Cina ce la fa, questo esito non rappresenta comunque un valido motivo per rinunciare ai valori democratici europei. La Cina del resto vuole o può essere un modello alternativo? Regime autoritario, dittatura del partito comunista cinese, meritocrazia confuciana, sono solo alcuni degli aggettivi usati per spiegare il sistema politico cinese. Come funziona il sistema delle scelte e il potere decisionale oltre la Grande Muraglia? Chi è meritevole di decidere? Chi viene escluso? Fino a che punto? Quale è il prezzo da pagare per l’efficienza del sistema? Per quanto sarà sostenibile?
Con
Marina Miranda, Sapienza – Università di Roma
Alessandra Colarizi China Files
Riguarda il terzo appuntamento
7 giugno ore 18.30
Avanguardia: la transizione verde
Per anni ci hanno venduto riforme che hanno ristrutturato l’economia e il mercato del lavoro con il mantra della concorrenza cinese. La Cina ha basato la sua modernizzazione in un primo tempo sul basso costo della sua manodopera. Ora che il gigante asiatico ha quattro cosmodromi e che le sue compagnie hi-tech sfidano le major occidentali è ancora così? O dietro la modernizzazione cinese c’è dell’altro? Mentre l’Occidente discute di Green Deal per rilanciare l’economia e coniugare lo sviluppo con innovazione e sostenibilità, la Cina è passata ai fatti. Ma Pechino ha preso davvero coscienza dei guasti prodotti dalla modernizzazione accelerata delle ultime tre decadi? Come intende affrontarli e trasformare la transizione ecologica in un’ulteriore opportunità? A quale prezzo?
Con
Plinio Innocenzi, Università di Sassari
Fabrizia Candido, China Files
Modera il ciclo
Simone Pieranni Il Manifesto e China Files