Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

Questo speciale dedicato a John H. Johnson, nel XV anniversario della sua morte, intende certamente celebrare una notevolissima iniziativa editoriale e l’epopea imprenditoriale di un uomo che è riconosciuto come il più importante e influente editore afroamericano della storia statunitense. Nato ad Arkansas City nel 1918, dove non esistevano high schools per studenti neri, J. si laureò poi a Chicago. Nel 1942, dopo la laurea, con un piccolo prestito bancario integrato dalla madre lanciò Negro Digest, divenuta poi Black World. Dopo tre anni lanciò Ebony, costantemente risultato il magazine di cultura afroamericana più noto e venduto nel mondo. Nel 1951 creò Jet, il più grande “news weekly magazine” mai esistito. Johnson fu molto attivo anche dal punto di vista della vita della comunità locale e nazionale, e accompagnò in diversi impegni africani Richard Nixon e John F. Kennedy. Nel 1996, il Presidente Bill Clinton conferì a Johnson la “Presidential Medal of Freedom”, l’onorificenza civile più prestigiosa negli Stati Uniti. Johnson è morto l’8 agosto del 2005, all’età di 87 anni.


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Intervista a John Johnson, traduzione in italiano dell’intervista rilasciata nel 1974 a Nation’s Business

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La storia di John H. Johnson, che naturalmente rappresenta pienamente l’epopea americana del self-made man, è interessante per il coraggio e la capacità dell’imprenditore nero di riconoscere l’esistenza di un pubblico “editoriale” – che era poi la sua comunità di appartenenza – non bianco, di classe media e dunque non ricco, ancora non rappresentato nei giornali e nelle riviste di cultura e di cultura popolare che erano cresciute negli ultimi decenni fra le pieghe della società americana, delle professioni, della piccola imprenditorialità, come ricordato dallo storico Bruno Cartosio in dialogo con la ricercatrice e attivista Camilla Hawthorne

Una grande discontinuità, insomma, se pensiamo che ancora oggi, in molti paesi, il mercato editoriale è incapace di identificare un’offerta per i soggetti e i gruppi sociali culturalmente non egemonici.

Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, che conserva nel proprio patrimonio molte testimonianze della vita dell’imprenditore e dell’impresa, all’interno del fondo di documenti donato da Bruno Cartosio [approfondisci qui con l’intervista a Bruno Cartosio], ha dunque deciso di dare voce a questa storia che testimonia l’importanza dell’attivazione individuale, dell’impegno in prima persona, la forza di quei progetti di vita che hanno grande valore esemplare e possono contribuire – anche soltanto sul piano oggettivo – a marcare un salto nei modi, nei tempi, nelle potenzialità del vivere insieme, costruendo cultura. Inoltre, ricordare Johnson e la sua impresa editoriale è l’occasione per tornare su alcuni dei problemi più pressanti dell’oggi, in un mondo in cui ancora troppe persone hanno la tentazione di marciare sui corpi e sulle culture degli altri, delle altre, di chi non è incluso nel perimetro stretto delle proprie appartenenze di classe, di paese, di preferenze sessuali, come ribadito da Camilla Hawthorne. Contro queste degenerazioni del nostro tempo presente, ci dicono oggi lo storico americanista Alessandro Portelli e la scrittrice e attivista Espérance Hakuzwimana Ripanti, è fondamentale prendere la parola in prima persona, passare il microfono, parlare e saper ascoltare, raccontare sé stessi e insieme le vite degli altri, insomma accogliere a pieno la convivenza anche nei suoi momenti conflittuali, e attraverso questi attriti generare inclusione.

 

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