Sillabario

L’esperienza della crisi sanitaria e di quella economica e sociale che ne è derivata, nella loro drammaticità e complessità, pongono enormi sfide, offrendo molti spunti di riflessione. Quando questa emergenza passerà nulla sarà più come prima e per lungo tempo ci ritroveremo a fare i conti con questa tragica esperienza e con le conseguenze prodotte a livello individuale e collettivo.


Nella prima fase l’attenzione si è prioritariamente, e giustamente, concentrata sull’aspetto medico ed epidemiologico. Le questioni urgenti a cui dare risposta hanno riguardato come salvare vite umane, come ridurre e prevenire il contagio, come individuare e sperimentare farmaci e vaccini contro la pandemia. I problemi sanitari non sono certo risolti, ma al momento l’emergenza sembra rientrata, e sono emersi molti altri interrogativi, non meno urgenti e preoccupanti, sul fronte sociale, economico, istituzionale che egualmente richiedono risposte: dalla capacità di resistenza delle imprese alle conseguenze sul mercato del lavoro, dai costi finanziari, economici e sociali di questa epidemia all’adeguatezza e all’adattamento dei sistemi di welfare, dalle conseguenze politiche prodotte dalla pandemia alla tenuta delle istituzioni e alle relazioni tra governi multi-livello, dal ruolo dell’informazione e della comunicazione (inclusa la comunicazione della scienza) in questa fase storica al modo in cui questo evento ha messo, o rimesso, in discussione (in senso positivo o negativo) i concetti di fiducia, di solidarietà, di autorità o di libertà.


Questa pandemia si è inserita in una fase storica già di per sé piuttosto complessa, densa di problemi pregressi mai risolti e con molti altri nuovi ed emergenti. Ci siamo lasciati alle spalle (sembra molto tempo fa, ma si tratta in realtà di pochi mesi fa) i movimenti di piazza (dai giovani dei Fridays for future alle sardine), la difficile gestione del problema migratorio, uno scacchiere internazionale carico di tensioni politiche e di focolai di guerra, comprese quelli di natura commerciale, un deficit di fiducia nei confronti delle istituzioni, in particolare di quelle europee. Che conseguenze produce e produrrà questa pandemia su tutti questi fronti e sui molti altri che inevitabilmente si apriranno?

E’ questo un insieme limitato e puramente esemplificativo delle tante questioni in gioco, rispetto alle quali le scienze sociali possono aver molto da dire e da offrire alla comunità.

Anche la nostra attività di studio e di ricerca è toccata da questo evento storico che agisce come un vero e proprio break strutturale: ci sarà sempre un prima e un dopo, leggeremo in modo diverso quanto avveniva ‘prima’ e dovremo formulare nuove ipotesi su quanto potrà accadere ‘dopo’; dovremo cercare nuove chiavi di interpretazione, rimetteremo in discussione i nostri schemi di pensiero e i nostri modelli, per reinterpretarli o per ricercare nuovi paradigmi di riferimento. Ma, quel che è certo, non potremo ignorare quanto accaduto e le conseguenze immediate e protratte nel tempo che il covid-19 porterà con sé.


L’idea di questo Sillabario è nata da un progetto del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia, coordinato dalla Prof.ssa Enrica Chiappero, in collaborazione con la Fondazione Feltrinelli.


Il progetto, nato dal Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Pavia coordinato dalla Prof.ssa Enrica Chiappero e promosso in collaborazione con Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, è aperto al contributo di scienziati sociali, junior e senior researcher, voci di operatori, practitioner e comunità che si stanno confrontando con le conseguenze della pandemia: il Sillabario si offre come piattaforma di dialogo e confronto a chi – sulla scorta del proprio sguardo disciplinare o della propria esperienza sul campo – voglia riflettere sulle parole chiave che la crisi ha portato in primo piano e sul modo in cui essa ha ridefinito significati e paradigmi di riferimento.


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