27-11-2019 21:00
Luogo: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, viale Pasubio 5

Riuarda il video dell’iniziativa:


Stagione Alternativa 2019/2020

Osservatorio di ricerca: Osservatorio sulla Democrazia

Ingresso libero e gratuito fino a esaurimento posti


Il ciclo d’incontri Move On. Movimenti, conflitti, bisogni


Le domande che la società pone alle istituzioni e che non vengono adeguatamente raccolte finiscono, in molti casi, per alimentare l’antipolitica. In altri casi, le vertenze che investono i territori rappresentano le risorse di comunità che si attivano per far fronte a problemi e per difendere diritti come quello della casa, della salute, del lavoro. Move On è un ciclo di talk dedicato a movimenti, conflitti e pratiche di mobilitazione che, sullo scenario internazionale, possono rappresentare punti di riferimento, esempi su cui riflettere, voci di protesta che sono state in grado di influenzare le agende pubbliche delle rispettive realtà di riferimento.

A partire dalle domande sociali inevase su diritti “acquisiti” sulla carta e costantemente insidiati nella vita concreta di tutti i giorni Move On offre un’occasione di incontro tra movimenti e pratiche italiane e internazionali e sulle possibilità di tradurre le istanze delle lotte dal basso in politiche pubbliche.

A partire dalle piazze del mondo in mobilitazione, Move On vuole contribuire a conoscere dalla viva voce dei protagonisti, proteste, rivolte, richieste e sogni che disegnano l’atlante del conflitto che inciderà sulle relazioni sociali e politiche del prossimo futuro.

Perché per costruire un’alternativa è innanzitutto necessario mobilitarsi.


L’appuntamento inaugurale

Hong Kong Democracy


Per il primo incontro del ciclo, dal titolo ‘Hong Kong Democracy’ mercoledì 27 novembre alle 21.00, Joshua Wong in video collegamento da Hong Kong partecipa al primo appuntamento di Move On: un ciclo di talk dedicato a movimenti, conflitti e pratiche di mobilitazione che, sullo scenario internazionale, possono rappresentare punti di riferimento, esempi su cui riflettere, voci di protesta in grado di influenzare le agende pubbliche delle rispettive realtà.
Occasioni di incontro fra movimenti e pratiche italiane e internazionali, sulle possibilità̀ di tradurre le istanze delle lotte dal basso in politiche pubbliche.

Introduzione al ciclo Move On e alla serata, a cura di Massimiliano Tarantino, Direttore Fondazione G. Feltrinelli
Dialogo tra Joshua Wong (in video – collegamento), Frédéric Martelsociologo, e Daniele Brigadoi ColognaUniversità degli Studi Dell’Insubria.
Moderazione a cura di Massimiliano Tarantino.


 Approfondimenti


Nel 2014 migliaia di manifestanti, per lo più giovani, hanno invaso le strade di Hong Kong per ben due mesi. I giovani chiedevano più democrazia in un sistema che prevede sulle liste dei candidati il controllo di Grandi Elettori composto da rappresentanti dei vertici economici e notoriamente allineato sulle posizioni del governo cinese. Il movimento si è costruito su due caratteristiche: dimensione giovanili e dimensione digitale. Per questo le sue dinamiche sono di fondamentale rilevanza per comprendere come evolve la politica, quali nuove forme di partecipazione sono possibili per impattare sulle istituzioni, anche nei contesti più impermeabili alle pressioni dal basso, come la tecnologia possa ibridarsi e implementare azioni politiche. Il cyber-attivismo del movimento è stata una delle sue caratteristiche portanti, con il sistematico utilizzo di consultazioni online che si sviluppavano parallelamente alle manifestazioni nelle piazze. Il digitale diviene un terreno di confronto tra censura e possibilità della critica, tra repressione e manifestazione del dissenso. Secondo quali strategie?

 

Joshua Wong è nato  nel 1996. E’ stato uno degli attivisti del collettivo studentesco Scholarism che nel 2014 ha chiesto di riformare in senso democratico il processo elettorale di Hong Kong dando il via alle manifestazioni note come “rivoluzione degli ombrelli”, che ha visto imponenti manifestazioni di piazza per 79 giorni. Arrestato più volte per il suo ruolo nelle proteste, nel 2016 ha fondato il partito Demosistō.

 

Hong Kong ha ereditato dalla sua storia recente la peculiarità di essere un’isola occidentale nel cuore dell’Asia orientale. E’ passata dall’essere una città-stato legata alla Gran Bretagna all’essere un territorio autonomo che si è parzialmente ricongiunto alla Cina nel 1997 sulla base del principio formulato da Deng Xiaoping “una Cina, due sistemi”. Un’annessione morbida dell’isola che ha mantenuto un suo sistema politico pluripartitico e un assetto giuridico basato sulla common law, differente dalla Cina continentale.  Il sistema elettorale è però nei fatti controllato da alcuni grandi elettori in stretta relazione con Pechino. Era questo uno dei punti sollevati dalla “rivoluzione degli ombrelli” del 2014. Un aspetto acuito dalla proposta di legge per l’estradizione verso la Cina, che, dal giugno 2019, ha fatto divampare le proteste di piazza una volta di più e che continua a tenere il clima politico della città tesissimo, nonostante il ritiro della proposta. Il movimento di Hong Kong si presta a fornire chiavi di lettura di particolare interesse per guardare alla dinamiche più generali che agitano le piazze del mondo.

 

 


Il prossimo appuntamento è mercoledì 4 dicembre

Catalogna/ Spagna Cosa sta succedendo?
con
Antoni Bayona, già Letrado Mayor del Parlament de Catalunya
Manuela Carmena, già sindaca di Madrid
Carles Mundó, già Consigliere alla Giustizia della Generalitat de Catalunya
Josep Ramoneda, giornalista “El País”

 

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