La guerra europea
Guglielmo FERRERO Portici, 1871-Mont-Pèlerin, 1942 Storico. Nel 1891 si laureò in Giurisprudenza a Torino e in Lettere a Bologna. Influenzato dall'approccio positivistico di Lombroso, si avvicinò al socialismo, collaborando con "Critica sociale". Coinvolto nelle repressioni crispine, fu costretto a lasciare temporaneamente l'Italia insieme a Morgari e a Treves. Collaborò con "Il Secolo" di Milano. Come storico studiò il processo di ascesa e declino delle civiltà e su questa base scrisse il suo saggio Grandezza e decadenza di Roma. Tenne conferenze sulla storia romana in Svizzera, Francia, Stati Uniti. Dapprima favorevole alla partecipazione dell'Italia alla prima guerra mondiale, rivide presto questa sua posizione. Durante il corso del conflitto diresse la "Rivista delle nazioni latine" e "France-Italie". Nel dopoguerra fu tra i critici del Trattato di Versailles per condizioni punitive imposte alla Germania e fu antifascista convinto, sostenendo l'Unione nazionale di Giovanni Amendola e firmando il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Espatriato a Ginevra nel 1930, gli fu affidata la cattedra di Storia contemporanea presso l'Université des Hautes Études Internationales. Negli ultimi anni della sua attività si occupò del problema della legittimità del potere politico.