12-12-2018 18:30
Luogo: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli - Viale Pasubio 5, Milano

Le nostre società sono sempre più disomogenee e complesse. Sono attraversate da tensioni, conflitti etnici e religiosi e da contrapposizioni culturali. Come garantire i diritti delle persone in un contesto multiculturale? Quali nuove forme di convivenza sono possibili, oggi in Europa? A partire da queste domande, Cinzia Sciuto tratterà il tema della laicità come orizzonte necessario per garantire l’inclusione e la convivenza civile in società pluralistiche.

Con
Cinzia Sciuto, autrice di Non c’è fede che tenga

Sumaya Abdel Qader, consigliera del Comune di Milano

Giulio Giorello, docente di Filosofia della scienza presso l’Università degli Studi di Milano

Modera
Jacopo Tondelli, direttore de Gli Stati Generali 


Consigli di lettura


Oggi in Europa viviamo in società sempre più disomogenee. Le tensioni e i conflitti etnici, religiosi e culturali che attraversano centri e periferie impongono la ricerca di  nuove forme di convivenza.

Secondo Cinzia Sciuto, la strada da percorrere per una società capace di tenere insieme disomogeneità culturale e diritti delle persone è quella di una visione etica e politica radicalmente laica. Ma che cosa significa essere laici? La laicità è l’insieme delle condizioni che permettono alle diverse espressioni religiose, e più in generale alle diverse visioni del mondo, di coesistere in una società pluralistica. Condizioni che garantiscono la libertà di religione ma allo stesso tempo stabiliscono princìpi ai quali non si può derogare in nome di nessun Dio.

La laicità dunque non è il polo di una simmetria, ma la condizione prepolitica della convivenza civile in una società disomogenea. Un saggio che smaschera le pretese velleitarie del multiculturalismo: nel reclamare riconoscimento e rispetto delle identità delle diverse componenti etniche, religiose e culturali di una società, il rischio è perdere di vista che il soggetto titolare di diritti è solo ed esclusivamente il singolo individuo e non i gruppi. Sciuto capovolge l’ordine di priorità: è l’individuo a essere portatore di identità e appartenenze, non è l’appartenenza a definire l’individuo.

 

 

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