Stagione Capitale 2018/2019 \ Ripensare Partecipazione e Diritti
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Riguarda il video dell’iniziativa:
Il ciclo d’incontri
Con questo ciclo di quattro incontri, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli esplora le alternative al sistema economico della globalizzazione. C’è un’alternativa percorribile? Le molteplici insostenibilità che si stanno manifestando con sempre maggiore violenza – ambientali, sociali, economiche, politiche – dimostrano l’ugenza di riflettere sulla conformazione moderna del capitalismo, concentrando il focus in particolare sulle esperienze di “capitalismi alternativi” o di vera e propria resistenza. Lo faremo con una prospettiva multidisciplinare e aprendo le porte della Fondazione a studiosi e attivisti di mondi lontani.
Introduzione all’iniziativa
In considerazione delle crisi economiche ai tempi della globalizzazione, dell’esplosione delle disuguaglianze, della profonda trasformazione digitale e dei relativi impatti sul mondo del lavoro e sulle dinamiche di partecipazione, delle radicalizzazioni in senso regressivo e del ripensamento delle organizzazioni sovranazionali, inauguriamo questo ciclo di ricerca, dibattito e confronto dalla considerazione della necessità di un ripensamento del capitalismo.
L’anno scorso, nel presentare la prima edizione di Capitalismo senza società, così scrivevamo: “negli ultimi vent’anni il capitalismo ha mostrato segni di trasformazione che ne fanno presagire una crisi e una transizione verso equilibri più articolati. Di risposta emergono forze propulsive e aggregative che si pongono in netta contrapposizione con le ondate populistiche, nazionaliste e antidemocratiche che stanno investendo il mondo occidentale e la società contemporanea”. Un anno è passato: le ondate di rifiuto regressivo della conformazione del capitalismo contemporaneo non si sono placate. Anzi, nuovi avvenimenti hanno ulteriormente messo a dura prova la stabilità internazionale, di fronte ai quali però le “forze propulsive e aggregative” faticano a ricomporsi e a proporre un’alternativa sistemica che riporti la società al centro di uno sviluppo capitalistico che evidenzia sempre maggiori segni di insostenibilità.
Ospiti
29 novembre, ore 18.30 – Capitalismo senza società
Questo primo incontro della nostra ricerca di “alternative possibili” esplora, muovendosi tra le discipline, le pieghe di un ripensamento del capitalismo che diventa immediatamente ripensamento delle forme istituzionali che si innestano sul sistema economico stesso: quindi, vero e proprio ripensamento della democrazia, per imprimerle nuova forza e perché emergano le basi innovative e sostenibili di un modello economico e sociale che sappia superare le crisi e le contraddizioni profonde delle sue diverse forme contemporanee.
Lucio Baccaro: Direttore del Max Planck Institut per lo Studio delle Società e esperto di sociologia del mercato del lavoro. Ha recentemente condotto una ricerca dal titolo Capitalismo “scardinato”: Liberalizzazione, Modelli di crescita e Stagnazione secolare, e i titoli di alcune tra le sue maggiori pubblicazioni – Contrattazione politica e consultazione dei lavoratori; Il cambiamento delle relazioni industriali nel capitalismo avanzato – sono emblematici sull’indagine che da anni porta avanti sulle criticità dei sistemi capitalistici moderni legate alle trasformazioni del lavoro, per la quale ha ricevuto vari premi, tra cui il Premio Internazionale di Ginevra.
Atilio Borón: Riconnettere economia e società può essere considerata la linea guida della parabola intellettuale, fin dai primi scritti (Stato, capitalismo e democrazia in America Latina, è del 1991), di quella che è una delle voci più autorevoli del sud del mondo, come riconosciuto nel 2009 dall’UNESCO con l’attribuzione del Premio Internazionale José Martí, oltre che da vari altri premi internazionali e lauree honoris causa. Attualmente, Borón è professore alla Università Nazionale di Avellaneda e direttore del PLED, Programma Latino-americano di Educazione a Distanza in Scienze Sociali.
Chiara Saraceno : Tra le maggiori sociologhe italiane, ha ricoperto numerosi incarichi accademici, anche internazionali, e istituzionali: attualmente ha una posizione onoraria al Collegio Carlo Alberto di Torino. Ha partecipato a due commissioni governative per lo studio della povertà, e nel 2005 è stata nominata Grande Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi. Impegnata per i diritti sociali, delle donne e delle minoranze, ne ha parlato nelle sue molte e prestigiose pubblicazioni; ricordiamo qui le recenti ll lavoro non basta. La povertà in Europa negli anni della crisi; Il welfare. Modelli e dilemmi della cittadinanza sociale; Dimensioni della disuguaglianza in Italia: povertà, salute, abitazione.
Prossimi appuntamenti
19 dicembre – Pensare un’alternativa
Scelte di policy – basate sulla teoria economica dominante e promosse da istituzioni internazionali – hanno dato forma alla globalizzazione, condizionando culture politiche e mentalità collettive al punto da disincentivare ogni tentativo di cercare una possibile alternativa. Pensare un’alternativa è il primo passo per realizzarla.
Olivier Blanchard: Peterson Institute for International Economics, ex-capo economista del Fondo Monetario Internazionale
Emiliano Brancaccio: Università degli Studi del Sannio, autore di Anti-Blanchard Macroeconomics
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17 gennaio – Altre economie: resistenze alla globalizzazione
Zoe Medina Valdés: Università dell’Avana
Helen Yaffe: University of Glasgow
Cuba cambia e si evolve, continuando la sua ricerca di un modello alternativo. Costringe a parlare ancora di lei, perché ha resistito alla crisi degli anni ’90, ha creato gli anticorpi al sistema della globalizzazione, continua a essere un’alternativa anche con la svolta a destra dell’America Latina e la profonda crisi dell’alleato venezuelano.
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27 febbraio – Nuove economie, nuove società
Bruno Frère: University of Liège
Carlo Borzaga: Presidente EURICSE
Nel “sottobosco” del mondo globalizzato fioriscono esperienze di economie cooperative, improntate alla condivisione e alla solidarietà, che fanno da argine alle insostenibilità del sistema globale. Queste nuove economie possono davvero essere alternative?