L’Antieuropa! Europa! Oggi più che mai la causa dell’antifascismo si confonde con la causa della civiltà e dell’Europa. In sede ideale, non ha più molto senso parlare di un antifascismo italiano, tedesco, o francese. Certo, ogni antifascismo ha i suoi problemi e le sue battaglie particolari. Ma, nella sua essenza, l’antifascismo è veramente uno, è problema umano, lotta per valori che non si legano a questa o a quella terra, ma all’umanità. Si tratta di sapere che cosa ci sta a fare l’uomo su questa terra; se è lui il fine della vita, o se ha da essere umiliato a strumento; se possiede una coscienza, una personalità, una libertà sue proprie sacre, inviolabili, oppure una coscienza, una personalità, una libertà d’accatto, la cui proprietà risiede in un padrone che si chiama Stato, che si chiama capitale; se insomma l’uomo ha da vivere umanamente realizzando se stesso secondo la propria originale natura, oppure ha da vegetare come carne da produzione e da cannone.
Di questo, si tratta; tutto il resto viene in seconda linea, questione di metodo è funzione della libertà di risolvere.
Il nostro antifascismo fu d’altronde nelle sue premesse sempre questo: una lotta per fare degli italiani un popolo moderno, un popolo libero, per costringerli a rivendicare la loro essenza umana in una battaglia intransigente di principi. Non è un caso che l’opposizione storica al fascismo sia nata in Italia su una questione morale, e non su una questione politica o economica; e continui oggi in nome dei supremi valori umani di giustizia, di libertà, di autonomia, di diritto, che nessuna riforma, nessuna concessione fascista possono offuscare. È questo che spiega, più di mille analisi politiche perché, nonostante la crisi, nonostante la immensa potenza fascista, nonostante la stanchezza, la rassegnazione di larghi strati di popolo, la battaglia in Italia continui da dieci anni, intransigente, feroce, durissima, senza possibilità di compromessi, senza possibilità di soluzioni all’infuori di quella unica e sola, soluzione morale, soluzione netta, la rivoluzione.
Nell’assurda, miserabile patria fascista si asfissia!
La nuova patria degli uomini liberi la conquisteremo lottando concretamente nei villaggi, nei rioni, nelle fabbriche d’Italia per trasformare i servi in cittadini.
Carlo Rosselli, Scritti dall’esilio
Frontespizio tratto dal patrimonio di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli