Descrizione
L’approdo mancato è un concetto che Mario Pirani propone nel 1991 in un testo pubblicato sulla rivista “Il Mulino”. Tre le occasioni mancate su cui Pirani invitava a riflettere – l’elettronica, il nucleare, la distribuzione petrolifera – sostenendo che se avessimo colto queste opportunità saremmo pervenuti a un approdo giapponese.
Franco Amatori riprende questa suggestione e proponendo di intendere, con questa espressione, approdo alla frontiera dell’economia mondiale
Era un fatto scontato che l’Italia, giunta alla fine del secolo scorso al quinto posto nel mondo per ricchezza prodotta annualmente, dovesse arretrare, così com’era inevitabile che subisse i rigori della crisi scoppiata negli Stati Uniti nel settembre del 2008.
L’avvento della globalizzazione e l’ascesa dei cosiddetti Brics, in particolare della Cina, fanno sì che l’Italia non possa mantenere le sue posizioni. Allo stesso tempo, l’enorme massa dei titoli tossici non poteva non avere effetti sull’economia già gravata da un debito pubblico fra i più alti del mondo. Tuttavia, questi veri e propri uragani sarebbero stati affrontati in modo ben diverso se l’apparato economico e, in particolare, industriale italiano fosse stato di maggiore consistenza; se il paese avesse potuto avvalersi di una grande industria chimica, elettronica, automobilistica; se avesse avuto una più vasta diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione; se fosse stato più autonomo dal punto di vista energetico.
La storia la si comprende se si studiano “come sono realmente andate” le cose. E tuttavia la questione rimane: Che cosa sarebbe accaduto se lo snodo del post miracolo (fine anni Sessanta, anni Settanta) avesse avuto un esito diverso?
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Conosci il curatore
FRANCO AMATORI è professore di Storia economica all’Università Bocconi di Milano.
L’attività scientifica lo vede prevalentemente impegnato nel ramo della Business History per la quale ha potuto usufruire degli insegnamenti ricevuti in una lunga frequentazione con maestri come Alfred Chandler, David Landes, Franco Bonelli. Nella sua attività di ricerca si è dedicato prevalentemente a temi di storia dell’impresa italiana, dalla siderurgia a ciclo integrale alla grande distribuzione, dalla chimica al settore automobilistico, dai distretti industriali all’impresa pubblica, alle biografie di imprenditori. Ha così contribuito a colmare un grave vuoto nella storia economica del paese. Per questo motivo è stato chiamato a insegnare alla Bocconi, dove ha indirizzato allo studio della storia d’impresa diversi giovani. Fra questi, di particolare importanza, è il rapporto con Andrea Colli, suo coautore di due sintesi che hanno avuto un’ottima accoglienza fra studiosi e studenti, Impresa e industria in Italia dall’Unità a oggi, Marsilio, Venezia 1999, e Business History. Complexities and Comparisons, Routledge, London 2011. Ha curato con Andrea Colli Il Mondo globale, Giappichelli, Torino 2017.
Amatori è presidente dell’ASSI, l’Associazione di storia e studi sull’impresa. È stato presidente dell’EBHA, la European Business History Association. È socio onorario straniero dell’American Historical Association. Fa parte dell’editorial board delle tre più importanti riviste di Business History: “Business History Review”, “Enterprise and Society”, “Business History”.
Con Louis Galambos (Johns Hopkins University) dirige per la Cambridge University Press la serie “Comparative Business History”.