28-11-2017 18:00
Luogo: Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, viale Pasubio 5, Milano

Area di ricerca: Globalizzazione e sostenibilità
Ciclo d’incontri:L’Africa che cresce – Andata e ritorno
Percorso tematico: Equità e sviluppo

 

L’Africa è, ancora per molti che ne leggono, ne scrivono e ne ascoltano parlare, un’immagine sfocata. È spesso percepita come fosse un solo Paese, fortemente connotato da alcune caratteristiche ecologiche e climatiche, nonché economiche e sociali che hanno definito un immaginario collettivo consolidato: un Paese travagliato, animato da sovversioni politiche e sociali che contrastano con la superlativa bellezza di luoghi e tradizioni millenarie. Un Paese la cui ricchezza e abbondanza di risorse ne hanno marcato lo sfruttamento e l’inerzia che, insieme, hanno determinato ritardi nello sviluppo a fronte di altre aree geografiche. Eppure l’Africa è grande e, come tale, estremamente varia: 54 nazioni, oltre 900 milioni di persone che costituiscono un quadro composito la cui varietà merita di essere rivelata e valorizzata, non attraverso un’evocazione romantica bensì attraverso la conoscenza di cosa si muove, emerge, cresce e cambia.

Per approfondire si rimanda a Il faut donner à manger aux gens, pratiche culturali dell’alimentazione in Camerun
Guarda il documentario:

La realtà è che l’Africa subsahariana sta vivendo un momento di profonda trasformazione in bilico tra l’assorbimento dei modelli di capitalismo occidentale ed una cultura millenaria composta da fattori culturali complessi, oggi esposta ad una rapida evoluzione che nasce anche dalla contaminazione con tali modelli, importante da comprendere in vista dei potenziali sviluppi futuri.
Questo complesso sistema vede la necessità di un dialogo sempre più profondo tra Europa e Africa, per sostanziare un’agenda di sviluppo sostenibile non più imposta dall’alto ma giocata su più livelli tra soggetti privati e pubblici.

L’emersione di realtà e fenomeni innovativi in materia di iniziative imprenditoriali, creazione, accesso e capillarizzazione delle informazioni e governance ambientale pone in luce un importante fattore: l’innovazione che prende piede su più fronti, anche se ancora a ‘macchia di leopardo’ laddove convive con importanti sacchi di arretratezza, trova il suo motore primo in una generazione di Africani per i quali l’Occidente non è vissuto come simbolo unico di autorità, potere e progresso, ma, semmai, come un polo con il quale instaurare uno scambio peer-to-peer.

Per approfondire si rimanda a Energy poverty and improved cookstoves
Guarda il documentario:

Ciò significa qualcosa: un’Africa nuova, nella varietà geografica, politica, culturale e sociale nella quale si esprime la sua vastità, sta accantonando l’eredità post-coloniale e si fa portatrice di una carica potente di dinamismo costruttivo con impatti inediti sullo sviluppo economico locale e, a tendere, globale.

Il ciclo L’Africa che cresce. Andata e ritorno, esplora e amplifica il dibattito sugli aspetti culturali e sociali che influenzano i meccanismi di produzione di valore, l’emersione di una leadership e le potenzialità dell’innovazione e dell’educazione, i sistemi produttivi agricoli e la governance dei beni ambientali.

 

Il Programma 

 

Venerdì 10 novembre, 18.30Sviluppo economico e variabili culturali in Africa. Lecture dell’antropologo Matteo Aria, intervengono Mario Molteni, Direttore di Fondazione  E4mpact, e Sulley Amin, giovane imprenditore ghanese.

Modera
Martino Ghielmi, curatore del blog vadoinafrica.com

 


Martedì 21 novembre, 18.00Leadership, innovazione e capitale umano per uno sviluppo sostenibile. Lecture di George N. Njenga, fondatore della Strathmore Business School University di Nairobi.

Modera
Pier Luigi Vercesi, Corriere della Sera


Martedì 28 novembre, 18.00Crescita sostenibile e lavoro dignitoso entro i “planetary boundaries” dell’Africa. Lecture di Elias Ayuk, Direttore dello United Nations University Institute for Natural Resources in Africa.

Modera
Filippo Tessari, FEEM


 

Keynote speaker

Elias Takor Ayuk
Elias Takor Ayuk è il direttore dell’United Nations University Institute for Natural Resources in Africa (UNU-INRA). Ha oltre 20 anni di esperienza nell’Africa sub-sahariana sui temi legati allo sviluppo, quali, per esempio, il capacity building a livello istituzionale, le strategie per la riduzione della povertà, la sicurezza alimentare, la gestione delle risorse naturali, la pianificazione strategica e i finanziamenti per lo sviluppo.
Prima di entrare in UNU-INRA, Ayuk ha ricoperto la carica di Senior Program Specialist entro il programma Globalization, Growth and Poverty (GGP) dell’International Development Research Center (IDRC) presso l’Ufficio regionale per l’Africa occidentale e centrale, a Dakar, in Senegal, dal 2004 al 2010. È stato inoltre Acting Executive Director del Segretariato per il sostegno istituzionale alla ricerca economica in Africa (SISERA / IDRC), dal 2002 al 2006.

Ayuk ha conseguito una specializzazione e il dottorato di ricerca in Economia Agraria, entrambi della Texas A&M University, e una laurea in Economia presso la Hamline University del Minnesota, in USA.


 

George N. Njenga
Il dott. George N. Njenga è il fondatore e Decano della Strathmore Business School che ha sede a Nairobi. È, inoltre, docente di Etica e Leadership presso la Strathmore University. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Filosofia Politica presso l’Università di Navarra, in Spagna, presso la quale ha perfezionato anche la sua formazione in materia di Governance e Cultura delle Istituzioni. È stato direttore della Strathmore School of Accountancy (2002-2005), durante la qual carica ha istituito, per la prima volta in Kenya, i programmi di formazione Certified Financial Analyst (CFA) e Certified Information Systems Audit Program (CISA). Ha contribuito anche all’avvio della prima School of Finance and Banking a Kigali, in Ruanda.


 

Matteo Aria: insegna Antropologia dello Sviluppo all’Università di Firenze, Storia dell’Africa all’Università La Sapienza di Roma, Antropologia economica all’Università di Torino. Ha condotto ricerche in Ghana, Polinesia Francese e Nuova Caledonia, si occupa di processi di patrimonializzazione, passeurs culturels, antropologia economica e del dono. Tra le sue opere: Cercando nel vuoto (2007), Il dono del sangue (con F. Dei e G.L. Mancini, 2008), La densità delle cose (con A. Pani, 2014) per Pacini.
Tra le attività condotte dal ricercatore, si annovera la ricerca sulla medicina tradizionale in ghana e sugli aspetti culturali ed etnografici dei guaritori in africa sub-sahariana. Ha collaborato come consulente e ricercatore nella curatela di musei etnografici sulla cultura popolare africana.

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