Ritenuto da molti osservatori il canto del cigno del «Movimento del 1977», il Convegno sulla repressione che ebbe luogo a Bologna tra il 23 e il 25 settembre 1977 scaturiva da un appello contro la repressione in Italia, pubblicato il 5 luglio da «Lotta continua» e firmato da alcuni intellettuali francesi tra cui Jean-Paul Sartre, Michel Foucault, Félix Guattari, Gilles Deleuze, Roland Barthes.
A seguito dell’ampio e aspro dibattito che segue la diffusione dell’appello e delle polemiche tra i francesi e il sindaco comunista di Bologna Renato Zangheri, «Lotta continua» promuove una mobilitazione internazionale per organizzare un Convegno sulla repressione. La kermesse radunerà nel capoluogo emiliano alcune decine di migliaia di militanti di tutto l’arco della sinistra extraparlamentare lungo tre giorni di dibattiti, assemblee (non priva di momenti di tensione quella al Palazzetto dello sport con la contrapposizione frontale tra «Lotta continua» e gli autonomi), concerti e spettacoli teatrali, fino alla grande manifestazione conclusiva cui parteciperanno 35.000 persone.
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tratto dal patrimonio di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Il senso di tutto l’insieme? Un modo di dire al regime: ci siamo, eccoci, siamo tanti, ci state sfasciando il paese e noi ci permettiamo di venire a profanare, a parlare, a progettare: repressione, centrali nucleari, sessualità, violenza, informazione, scienza; con noi prima o poi i conti li dovrete fare.
Anche un modo per dire a noi stessi: ci siamo, eccoci, siamo tanti, ma disgregati, incerti, fragili, diversi. Fra noi ci sono conflitti insanabili e in qualche momento questa città sembra un culo di sacco. Essere quelli “che dicono di no” non è ancora una comune piattaforma di vita e di lavoro. Prima o poi i conti tra noi li dovremo fare.
Da una lettera di Marina V. a «Re Nudo», n. 39, novembre 1977.
Oltre 100.000 giovani parteciparono alle tre giornate bolognesi: dalla sezione Nuova sinistra dell’emeroteca della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli una galleria di volti, piazze, creazioni artistiche del Movimento del ’77: