Fondazione Giangiacomo Feltrinelli

I periodici clandestini costituiscono una fonte di primaria importanza per la ricostruzione della storia della Resistenza francese. Dopo la défaite, i giornali che i francesi leggevano non erano più liberi, come loro del resto. In entrambe le zone in cui la Francia si trova divisa dopo la capitolazione, è il potere politico che dirige la stampa, sospendendo o sopprimendo le voci discordanti. La censura impone i temi e i modi di trattarli, orientando l’informazione a dispetto dell’apparente diversità di titoli e colori. Una censura il cui lavoro diviene sempre più implacabile: è stato stimato che tra il 1940 e il 1943 siano stati soppressi o costretti alla chiusura circa il 60% dei giornali della “Zona Nord” e circa il 32% dei giornali della “Zona Sud” (dati ricavati Histoire générale de la presse française, tome IV: de 1940 à 1958 ; Paris, PUF 1975, p.10).

imm1All’inizio la parola fu la sola arma disponibile per attivare una resistenza che era innanzitutto politica e propagandistica; resistenza che si espresse tramite la scrittura di fogli e veri e propri giornali clandestini. I giornali clandestini avevano dunque il doppio obiettivo di informare e di controbattere alla propaganda ufficiale, di tenere viva “la fiamma della resistenza”. “…fogli manoscritti, dattilografati, … erano passati sotto le porte, inviati per posta, seminati per le strade; mettevano in guardia i francesi contro le informazioni della stampa ufficiale e apportavano la speranza della liberazione” (Catalogue des périodiques clandestins 1939-1945; Paris, Bibliothèque Nationale 1954, pp. V-VI).  “Nulla poteva rimpiazzare il testo passato da sotto il mantello e letto in segreto. Per colui che lo riceveva, era spesso la rivelazione di una forza misteriosa, grazie alla quale, un giorno, il volto delle cose avrebbe potuto cambiare” (Histoire générale de la presse française).L’iniziativa di stendere giornali clandestini era legata a decisioni individuali o di piccoli gruppi, nonostante la penuria dei mezzi a disposizione e a dispetto dei terribili rischi che si correvano nell’affrontare una simile impresa. Furono proprio questi periodici il nucleo attorno al quale si coagularono e costruirono, attraverso un difficile e rischioso processo di sedimentazione, i movimenti resistenti che più tardi avrebbero ingaggiato la lotta armata di Liberazione.

Imm12Tra la fine del 1941 e il 1943 nascono, si strutturano e poi si coordinano in modo crescente tra loro vari giornali e gruppi resistenti. Questa opera di coordinamento è favorita dal ruolo crescente assunto dalla “Francia Libera” del generale De Gaulle, che sin dal giugno del 1940 aveva rifiutato l’armistizio con la Germania e invitato i francesi alla resistenza dal suo esilio londinese. Lo sviluppo degli eventi bellici che si verificano tra la fine del 1942 e l’inizio del 1944 è favorevole alla coalizione antinazista. Di conseguenza cambia anche il paesaggio della resistenza francese, che si sente più matura; le forze partigiane si integrano sempre più nella strategia degli Alleati, che stanno preparando l’apertura del secondo fronte in Europa.

Il 6 giugno 1944 il giorno tanto atteso è giunto: è “il giorno più lungo”, quello dello sbarco alleato in Normandia.  Il 23 agosto la capitale francese è definitivamente liberata. Il 26 il generale De Gaulle è portato in trionfo sugli Champs Elysées. L’occupazione è finita. I giornali che fino a prima erano costretti alla clandestinità escono alla luce del sole a festeggiare, ma anche ad animare il dibattito di una Francia nuova, chiamata a risollevarsi da macerie non solo materiali.

Approfondimenti

La Resistenza Francese vista attraverso gli occhi di Marc Bloch.

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