Quando si pensa agli Stati Uniti e al cibo, le immagini stereotipate che affiorano alla mente sono quelle dei fast food, del junk food e dell’obesità. Ma non si tratta soltanto di stereotipi: l’alimentazione e i problemi a essa legata sono una questione critica e cruciale per gli Stati Uniti contemporanei; una questione che riflette le contraddizioni e le disuguaglianze che caratterizzano le società post-industriali. Negli Stati Uniti, infatti, più del 30% della popolazione è obesa. E l’obesità è notoriamente correlata con la scarsità di mezzi, sia economici che culturali.
Quando Obama fu eletto per la prima volta, nel 2008, le tematiche legate al cibo e alla sua provenienza iniziavano a essere percepite dagli americani come rilevanti. E, coerentemente con questo “spirito del tempo”, l’impegno di Barack (e soprattutto di Michelle) Obama sui temi dell’alimentazione non ha avuto pari tra le presidenze precedenti.
È grazie all’impegno di Michelle Obama che, con l’iniziativa Let’s Move, orientata a combattere l’obesità infantile, sono stati fissati nuovi standard nutrizionali per quanto riguarda il cibo nelle scuole, scuole in cui, tra l’altro, è adesso vietato vendere junk food, il cosiddetto “cibo spazzatura”. Altri sforzi sono stati fatti per quanto riguarda la presenza di informazioni nutrizionali su determinati tipi di alimenti, o sull’abbassamento del costo di frutta e verdura.
L’ormai celebre orto biologico di Michelle Obama, collocato all’interno della Casa Bianca, è un simbolo di quest’attenzione nei confronti della qualità del cibo, ma anche (secondo quanto affermato da Sam Kass, consulente sulle politiche nutrizionali durante la presidenza Obama) un modo per rendere quella del cibo una questione pubblica, su cui creare un dibattito.
Si è trattato di sforzi soltanto simbolici, come una certa parte di attivismo suggerisce, o sostanziali? Rebecca Flint Marx, sul New Yorker, ripercorre il rapporto tra Obama e il cibo. Mentre è di pochi giorni fa la notizia che il nuovo ministro dell’agricoltura di Trump, Sonny Perdue, ha annunciato lo stop a uno dei programmi promossi da Michelle Obama, proprio quello che comportava standard nutrizionali più stretti sul cibo nelle scuole.
Cecilia Biancalana
Ricercatrice dell’area Innovazione Politica – Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
09/05/2017