Tra i contenuti dell’agenda 2030, quello delle politiche di genere e la lotta alla fame rappresentano i maggiori obiettivi funzionali allo sradicamento della povertà estrema. In molti paesi, le donne giocano un ruolo fondamentale nell’agricoltura e nei sistemi agroalimentari. Non solo come addetti alla coltivazione e all’allevamento, ma anche nel settore della trasformazione, del commercio e nella gestione delle derrate alimentari. Di contro, in molto casi le donne devono affrontare forti barriere nel mercato del lavoro rurale e nella catena del valore nella filiera agroalimentare (FAO, 2011). Diverse indagini e diversi organismi internazionali da anni (World Bank, 2007) denunciano gli svantaggi delle donne nel settore agricolo, in particolare nella predisposizione ad accettare salari bassi e scarse tutele legali e sociali. Questo limite posto alla capacità delle donne di migliorare le capacità produttive, le prospettive di carriera e l’accesso alle professioni, è dunque un grosso freno nella lotta alla fame nei paesi in cui le donne potrebbero giocare ruolo fondamentale in termini di organizzazione e sostegno alla produzione alimentare.
Guardare alle politiche di genere nel settore agricolo e della produzione alimentari vuol dire considerare in senso ampio il contesto delle disparità di genere, nelle barriere, nei limiti alle opportunità. Occorre quindi una visione di ampio raggio che tenga conto di tutti i settori strategici complementari e dei singoli problemi specifici. Le strategie di genere possono diventare dunque occasione di sviluppare sistemi di innovazione sociale e tecnologica capace di lavorare direttamente sui mercati, creando occasioni concrete di cambiamento. Le recenti ricerche sul campo ci mostrano su quali fronti rendere prioritario in questo senso un intervento:
- Lavorare -in determinati contesti particolarmente svantaggiati- alla costruzione di complesse banche date capaci di analizzare qualitativamente i diversi ruoli di uomini e donne nel mercato del lavoro;
- Promuovere politiche, istituzioni e tecnologie capaci di abilitare contratti di lavoro ben retribuiti per le donne, rispetto aòl’impiego nelle attività poco retribuite della coltivazione e trasformazione di cibo;
- Promuovere la presenza delle donne nelle attività di formazione e costruzioni di capacità professionali ed organizzative.
- Promuovere l’accesso alla proprietà della terra, un aspetto che potrebbe essere di essenziale importanza (come questo articolo del guardian spiega) nella lotta alla desertificazione
Per questo motivo, tra gli appuntamenti di Foodforall! Il talk dedicato al tema del 0 Hunger vedrà la presenza del World Food Programme e di Food Thank, due istituzioni che da dedicano al tema una grande attenzione.
Luca Tricarico
Ricercatore dell’area Globalizzazione e sostenibilità – Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
FOOD FOR ALL!
DALLA CARTA DI MILANO AL CIBO DEL FUTURO, PER TUTTI
NEL CONTESTO DI MILANO FOOD CITY, FONDAZIONE GIANGIACOMO FELTRINELLI PROMUOVE UNA SETTIMANA DI APPUNTAMENTI ED ESPERIENZE CULTURALI, IN COLLABORAZIONE CON IL COMUNE DI MILANO.
A due anni dalla conclusione di Expo Milano 2015, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli con l’iniziativa Food For All! offre un’occasione di confronto e partecipazione su grandi sfide globali quali il diritto al cibo e la sostenibilità delle produzioni agroalimentari.
Dal 4 al 10 maggio dalle 10 alle 22, la sede di viale Pasubio è animata da dibattiti, laboratori, talk, e spettacoli con la partecipazione di protagonisti nazionali e internazionali impegnati in attività istituzionali, associative, imprenditoriali, di ricerca e culturali, che portano la loro testimonianza utile ad animare il dibattito e la riflessione, ma soprattutto a mappare e orientare possibili soluzioni.