A Leopoldo II di Toscana indirizzo di Enrico Montazio

LEOPOLDO H DI TOSCANA
Principe. Io non Vi amo, perchè le mie opinioni
sono incompatibili col Principato, ma Vi rispetto, perchè è dover di cittadino il rispettare chiunque siede, o per volere o-per tolleranza
di popolo, alla testa di qualsiasi Governo, e
soprattutto perchè è dovere di cristiano il ri-
spettare qualunque persona possa tornar utile al
pubblico bene ed alla felicità della patria. Or
quanto immensamente utile tornar Voi possiate
alla patria nostra io mi piglio lo assùnto di dir-
vi, ove altri di me meglio avvisato ed esperto
già detto non Ve lo abbia apertamente.
Vi rispetto, ripeto, e Vi stimo, imperocché,
se, considerando astrattamente il PrincipatOj sia
desso da reputarsi un impaccio al conseguimento
della piena libertà nostra, egli è però vero che
confrontando Voi cogli altri Principi d’ Italia
e di fuori, e per la costoro condotta non po-
tendosi suscitare in ogni bennato animo fuorché
ira e disprezzo pel molto che fecero ad intro-
nizzare il dispotismo, sentasi nascere in cuore
stima e simpatia verso di Voi pel nulla che fa-
ceste a distruggere la Libertà nelle infantili sue
fasce, a soffocarla ne’suoi primi vagiti.
Tra voi altri Principi, chi non uccide è
già grandemente pietoso.
Principe f I tempi pei Re più non corrono
propizii, né correranno più mai !…. Il Prin-
cipato e la Monarchia caddero, non già come
querce colpite dall’uragano, le quali, ancorché
adeguate al suolo, impongono per la solenne
maestà delle gigantesche lor proporzioni, ma
caddero come pianta cui il suolo più non offre
alimento, e che, abbarbicata solo per solerte
studio di cultori, deperisce e muore nella pu-
tredine. Allorquando le lacrime dei popoli ces-
sarono di inaffaarne le sitibonde radici, e li oc-
chi, stanchi del piangere, ricercarono la luce, e
la mano corse rapida a scerparne la mala om-
bra, quel tristo arbore si inaridì, né più valse
invocare sopra di esso
La sognata dai Re, grazia di Dio.
I patriotti italiani credono fermamente che
il principio democratico sia per prevalere ,
senz’uopo di consenso di Re, per tutta Europa,
ed il contrasto che oppor si tenti da costoro
ad altro giovare non possa che a sollecitare
la instaurazione della repubblica universale.
Essi lo credono, avvalorati nelli esempii
fomiti dal passato, nei fatti offerti dal pre-
sente, nella fede ch’essi hanno nello avvenire.
Lo credono nel mirare le generose aspirazio-
ni dei popoli, svegli e pronti all’ azione su
tutti i punti della terra, »lo credono perchè il
progredimento della civiltà ad altro non può
tendere che a tale scopo supremo, e perchè
la civiltà non si sopprime come un uomo, un
principio non si distrugge con un carnefice.
Io vo’pormi nella Vostra coscienza, e far-
mi giudice della lotta che in essa si sta com-
battendo.
Altre vie non vi sono per Voi che, o com-
battere, tuttoché essa sia invulnerabile, la De-
mocrazia, restaudo Principe colla Aristocrazia,
INDIRIZZO
DI
ENRICO M03VTAZIO.
o spogliarvi di questa come d’una logora veste,
e farvi Cittadino colla Democrazia.
ftja ponendo anco che il principio monar-
chico prevalga, quali speranze, quale “avvenire
a Voi si dischiude restando nei vieti principii
degli avi vostri, adorando le defunte tradizioni
del passato?
Voi non potete sperare d’essere nulla più
di quello che siete. Trionfante 1′ Austria, sa-
rete nient’altro che un suo luogotenente .’trion-
fante in Europa la Monarchia, non uscireste
giammai dai ristretti confini d’uno Slato pi-
gmeo, che troppoVsentirà sempre di non esser
che frammento pereti^ cessi giammai di tendere
ad amalgamarsi con altri.
Favoreggiante Voi la Democrazia, li in’erni
dissidii spariscono, la fiducia nei Vostri sud-
diti ritorna, i cortigiani Vostri, pecore obbe-
dienti al cenno del mandriano, cessano da quel-
la stolta reazione eh’essi non fomentano fuorché
per adularvi, o perchè credono sia dessa la in-
terprete dei desid’erii Vostri; e, senza nulla per-
dere, Voi tutto potete acquistare.
Mirate ! Roma ha già proclamato il regime
repubblicano, e la Costituente, ove d’un grande
fatto voi non diate lo esempio, non potrà non
consentirlo. Napoli è in combustione, e forse-
il patibolo è preparato per colui che fu il
Boia del suo popolo, ed il quale è perfino in-
degno di siffatto supplizio: la democrazia trionfa
a Torino, e lo impavido Brofferio, alla testa del
suo popolo, fa impallidire il prete Gioberti.
Genova e Livorno non attendono che un se-
gnale per sottrarsi al dominio dei Principi ,
ove i Principi congiurassero a sottrarsi al do-
minio della democrazia. Venezia e Sicilia sono
i fari che illuminano questa stupenda agitazio-
ne, questo sublirrte spettacolo.
Mirate più “óltre ! Francia è alla vigilia di
immensa rivoluzione, inevitabile,infallibile come
la giustizia di Dio. Austria cede, come sfasciato
edifizio, sotto il peso del proprio inerte car- ”
carne. Russia, Inghilterra, Spagna invano ten-
tano allungare un braccio rapace, che una’puiì-
gente trafitta riconduce loro cotesta mano sul
cuore, ove gronda sangue una vasta, immedi-
cabile piaga.
Il giorno della alleanza dei Re è già tra-
montato ! L’alba del gran giorno dei popoli è
già sorta ! . . .
Se alla Costituente Italiana non date un
grand’esempio, ? dissi e ripeto ? ella san-
zionerà il principio Repubblicano.
E quai principii volete’che.-sanzioni la Co-
stituente Italiana? Forse quelli di Cari’Alber-
to-, o di Pio IX, o dr Ferdinando dt-Napoli?…
Ed hanno costoro avuto giammai un principio
che non fosse ostile alla Italia? E la Italia po-
trebbe ancora accettarli ? . . . Sarebbe follia
il pensarlo.
Forse quelli d’una Federazione Italiana?…
Le Federazioni non han probabilità di patro-
cinatori, dopo la certezza da esse data della loro
insufficienza al benessere de’ popoli. Italia vuol
essere Nazione, e non può esserlo che dichia-
randosi Una. Ed Una non può essere altroché
erigendosi a Monarchia, o costituendosi a Re-
pubblica.
Dei Monarchi ? ve lo dico col cuore sitile
labbra, o Principe, colla convinzione nel cuore,
? meglio sarebbe non ve ne fosse alcuno, ma
quando debba esservene, uno solo può esser-
vene in Italia, quando quest’uno si dichiari per
la Italia : ‘? E siete voi.
Se apertamente Vi dichiarale per il Popolo,
per la Italia, cioè per la Democrazia e per la
Rivoluzione, il grande problema della Repub*
blica può venire ancora rimesso ad altra epoca
? perocché oggi i Repubblicani stessi com-
prendano com’ ella esser non potrebbe inaugu-
rata senza lotte intestine, senza spargimento di
fraterno sangue.
Tutti, o Principe, tutti vi accetteranno, e
Repubblicani e Realisti, e Democratici e Ari-
stocratici, tutti Vi benediranno, se togliete la
Italia “dalle fazioni, dalle miserie, dalla oppres-
sione straniera, con un sol detto, con un sol
fatto: ? accettando lealmente, apertamente,
tutto intiero un Principio che Vi darà uno
scettro.
Se Voì’vi ricusate, o Principe, se titubate,
come altra volta titubaste, senza salvare la di-
nastia Vostra, voi fate pericolare, non già la
Causa del Popolo, ma la tranquillità del paese,
la vita di quelli che pur chiamate figli Vostri.
Se Voi vi ricusate, le simpatie, che già Vi
abbandonano, si cambieranno in antipatie : l’af-
fezione in odio: la stima, in derisione : e non
vi riuscirà tenervi in mano le sorti di Tosca-
na fuorché col freno della violenza, non più
coli’ impulso dell’ amore.
Se Voi vi ricusate, o Principe, se la Vostra
assenza dee davvero assumere aspetto d’ una
fuga , se i malvagi consigli di coloro che Vi
circondano Vi spingono a temporeggiare su deci-
sioni che non ammettono dilazione, se date agio
al sospetto di diffondersi, agli animi di esacer-
barsi, alle forze disperse di organizzarsi e star
pronte alla lotta, se ponete il Consiglio dei
vostri Ministri, ? dappoiché più non dareste
ascolto al loro consiglio?nella necessità di dimet-
tersi ,-J? sapete Voi qual destino siete per fare
alla Toscana vostra ? Né più né meno che
Una Guerra Civile, né più né meno che una
Rivoluzione, non di grida, né di tumulti, ma di
baionette e di cannoni. Tale destino oggi suone-
rebbe per la Toscana la dimissione del Ministero
Democratico.
Ed allora, Principe, che cosa sarebbe di
Voi, che cosa di tutta Toscana? ….
O le baionette prevarrebbero a favor Vo-
stro, e Voi diverreste un esoso tiranno: ed
una guerra sorda, terribile sarebbe fatta alla
Vostra persona, e dividereste il fato cui sarà
forza soggiacciano alla perfine il Re Bombar-
duìore, Rudetzky, ed i loro consorti.
O le baionette prevalgono in favore dei
democratici, e voi nou sareste più nulla.
Sta in poter vostro, o Principe,. il dare
alla Europa il primo esempio d’ un Re che
si pone alla testa d’un popolo, o il ripetere,
per la millesima volta, lo spettacolo d’un pic-
colo principato che si dilegua, come una goc-
cia nell’ oceano, solo che il popolo si rizzi
per un momento in piedi, e misuri la propria
altezza colla altezza vostra.
Sta in poter Vostro, o Principe , 1′ essere
un gran Re, o un piccolo tirannello ? l’essere
il primo fra i cittadini d’Italia, o 1’ultimo dei
Granduchi di Toscana.
Per guaranlirsi contro le ristampe clandestine, di cui la Tipografia del Vulcano è stala frequentemente vittima, essa intende procedere contro i cantra/allori del
presente, e di qualunque altro scritto, con tutto il rigore delle Leggi sidla Proprietà Letteraria.
Firenze, Tip. del Vulcano.

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Estremi cronologici: [1849 febbraio 06]
Segnatura definitiva: MRI0474
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 44X28 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Montazio E.
Tipografo (ente): Tipografia del Vulcano, via dello Sprone n. 6836. Firenze
Lingua della documentazione: italiano
Note: Nota manoscritta sul verso del manifesto: Pubblicati 6 febbraio 1849.
Descrizione del contenuto: Incipit: Principe. Io non Vi amo, perchè le mie opinioni sono incompatibili col Principato, ma Vi rispetto, perchè è dover di cittadino il rispettare chiunque siede...
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