Francesco IV per la grazia di Dio duca di Modena, Reggio, Mirandola…
FRANCESCO IV.
PER LA GRAZIA DI DIO
DUCA DI MODENA, REGGIO, MIRANDOLA»
MASSA E CARRARA,
ECC. ECC. ECC.
ARCIDUCA D’ AUSTRIA, PRINCIPE REALE D’ UNGHERIA, E BOEMIA
Ora che, grazie all’Onnipotente Iddio, l’ordine e la tranquillità sono perfettamente ristabiliti nei Nostri Stati, vogliamo anche calmare gli animi tuttora agitati dei Nostri Sudditi, facendo a tutti conoscere quegli atti di clemenza, che troviamo compatibili colla necessaria e doverosa
giustizia, che il Sovrano non può dispensarsi d’esercitare. Quindi:?.- v
x.° A voi, fedelissimi Nostri Sudditi, che siete nel numero eletto di quelli, che durante le passate luttuose vieende con esemplare virtù e
fermezza non inai smentita Ci mostraste coi detti, e Ci avvaloraste coi fatti il vero vostro attaccamento, a voi in prima con riconoscente ani-
mo Ci rivolgiamo, compiacendoci di citarvi come glorioso esempio alla gioventù, e come oggetto d’invidia a chi non seguì le vostre traccie.
a.” ludi Ci rivolgiamo a voi, fortunatamente in gran numero, Nostri Sudditi fedeli, che se per effetto di timore nelle passate calamitose
circostanze non avete potuto darci quelle luminose ed efficaci prove del vostro attaccamento, che a Noi dimostrarono i primi, Ci avete però
e innanzi, e dopo dati non equivoci segni del vostro amore e della voitra fedeltà, che nemmeno in quei difficili tempi avete smentiti, solo ce-
lando per riguardi politici il vostro sentimento per Noi; e quanto a voi lion Ci resta che ad animare il vostro coraggio, e quella forza morale, che
troverete ognora nei principj sodi di Religione, di dovere, e di gratitudine; dopo di che nulla altro abbiamo a desiderare per parte vostra.
3.° Ora veniamo a voi, traviati meritevoli di compassione, che con per mal animo, e decisa corruzione di cuore, ma per mancanza d’edu-
cazione, o per essere mal fermi nei principj di Religione, o per seduzione altrui, o per più liberamente soddisfare alle sregolate vestre pas-
sioni, o finalmente per miseria, o per leggerezza soltanto, vi lasciaste’strascinare a prendere parte nella causa dei Ribelli, senza però rendervi
responsabili di gravi delitti. Mentre per la condotta da voi tenuta vi dobbiamo distinguere nel trattamento da chi Ci restò sempre fedele, né
possiamo di voi fidarci, finché non abbiamo convincenti prove di vero ravvedimento, pure vogliamo perdonarvi i vostri falli, e non farvi sog-
giacere alle meritate pene, se Ci prometterete pentimento, e fedeltà in avvenire. Chi si trova pertanto in questo caso ricorra a Noi con fidu-
cia, ed otterrà il desiderato perdono, ma se ricadesse nelle passate mancanze, sappia ch’egli non potrebbe più fruirne, e nulla più avrebbe a sperare
dalla Nostra clemenza. Tale perdono però, ove da Noi si conceda, «on deve dar titolo a ricuperare le pensioni, le professioni, e gì’ impieghi
già perduti, e di cui si rese egli indegno. Quelli poi che sentendosi colpevoli, si diedero ad un volontario esilio fuggendo coi Ribelli fuori dei
Nostri Stati, non potranno in essi ritornare, e li consideriamo, giusta le precedenti Nostre Disposizioni, come volontariamente espatriati.
4.0 Quanto alla classe degli apertamente compromessi nella Rivolta passata, che vi figurarono come Capi Congiurati, o come Sovvertitori
del Legittimo Governo per introdurne uno illegittimo, o che in questo accettarono i primarj ufficj od impieghi, 0 che furono capi, o conduttori, o
arrolatori delle Orde Ribelli, o fautori principali di Rivoluzione, a questi Ci vieta la giustizia, e il Nostro dovere di Sovrano di fare grazia, a meno
di qualche caso particolare per attenuanti circostanze. Quindi tali individui restano da Noi tuttora abbandonati al rigore della giustizia, ed hanno
ad aspettarsi, cadendo in mano di questa, le pene che le Leggi irfliggono, e che un regolare giudizio deve applicare al caso: avendo a
Noi un’esperienza tristissima dimostrato essere costoro ingrati ad ogni benefizio, ed incorreggibili, perchè guasti nel fondo del loro cuore, come
corrotti nelle massime loro.
Intanto fu da Noi sospeso il Tribunale Statario fino ad ulteriore Nostra Disposizione, e finché crederemo che si debba aprire il giudizio con-
tro li tuttora assenti, e latitanti.
Golia premessa distinzione nelle quattro classi da Noi indicate, ed fu cui intendiamo compresi tutti i Nostri Sudditi, ognuno potrà consultare la
propria coscienza per conoscere a quale di esse egli appartenga, e quale giudizio Noi facciamo d’ognuno. Ognuno saprà quindi quale sorte si
abbia ad aspettare, e quali esser debbano le norme della propria condotta.
Dato in Modena dal Nostro Ducale Palazzo questo
FRANCESCO.
Modena per gli Eredi Soliani Tipografi Reali.
3 Ottobre i83i
GAETANO GAMORRA Segretario di Gabinetto,