Risposta di sua maestà Vittorio Emanuele II all'Imperatore dei francesi
RISPOSTA DI SUA MAESTÀ’
Hi I 9 illlIPFPITfìBf
DEI
Il Times di jeri ha pubblicato una lettera Autografa dell’Imperatore Napoleone al re Vittorio Emanuele. Ecco la risposta ai 8. M. Sarda. Mi affret-
to di datitela tradotta.
1SIRE
La lettera di V. M. mi prova una volta di più la
Costante sollecitudine che prendete al bene del popolo
italiano» lo vi sono sensibile ed a nome di questo ve ne
ringrazio,
V AL fa un appello alla mia cooperaziono onde far
prevalere i suoi piani nella rigenerazione d’Italia. Io ho
il dolore di esporre alla AL V. le ragioni per le quali
la mia cooperazione sarebbe incompatibile col mio ono-
re col mio diritto , con la giustizia e col mio dovere.
Io noti mi feci giammai illusione sulla situazione de-
gli affari d’Italia , perchè io sono soldato e non poeta ,
non iio quindi da lasciare da banda ne sterili illusioni
ne sterili regrels. Ed e perciò che prega la M. V. a con-
siderare nei disegni della nuova organizzazione d’ Italia,
non 1′ opera speciosa di un giorno ma la sua durala e
la stia sicurtà.
Lungi da me l’idea di rinvenire sulla questione se V.
M. fece bone o male prendendo d’assalto la pace diVil-
Jafranca. Mate udito allora sarebbe inutile ed indegna di
me turbale adesso la calma d’animo di V. M. con con-
siderazioni intempestive. So pur troppo le difficoltà che
ci han dovuto sormontare per dare un apparenza di prov-
visoria concigliazione ad interessi inconcigliabili. Però
come dopo la pace di Villafranca souo sopravvenuti de-
gl’ avvenimenti allora non solo non preveduti ma nep-
pure sospettali egli mi sembra che questi nuovi elementi
debbano entrare nelle considerazioni che guidano la pò*
litica attuale di V. M.
A Villafranca la M. V. e S. M. Apostolica non pre-
videro due cose. Primo, che i popoli dell’ Italia Centrale
avrebbero potuto opporre una resistenza determinata al
ritorno dei loro Sovrani ; secondo che questi popoli per
metto di assemblee eielle a suffragio più o mono esteso
avrebbero decretalo 1′ annessione di quelle Contrade al
paese che Iddio ci ha dato a governare. Ura la M. V.
8,-b bene che questi non sono già alti rivolozionarj di cui
non drbaasi tener confo. ? Un assemblea delle la coro
ria di tarlo Decimo »!’a Casa d’ Orleans, e l’Europa
tutta riconobbe Luigi Filippo. Un assemblea decretò la
reggenza della Regina Isabella in (spagna e riconobbe
0. Maria di Gloria in Portogallo , e l’Europa 1< nne que-
sti voti come validi* Un assemblea decretò la decadenza
della Casa d'Olanda dal trono del Belgio, e l'Europa
ne sanzionò lo allo. Un assemblea , non ha guari can-
cellava perfino Un alto di un congresso Eoropen nei Prin-
cipali Dannb ani e l'Europa ne ha annuito. U,i voto po-
polare in fine portava gloriosamente al Irono la AL V»
Perchè dunque al popolo Italiano solamente si còs'creb-
be il dritto da dichiarare decaduta una dinastia, proda'
marne un altra , cangiare i gruppi lerriloria'i composti
da un trattato che la M. V. lacerava definitivamente a
Magenta ed a Solferino ? Se la condotta degli Italiani è
ribelle , ed il loro voto nullo , si ricominci da ricom-
porre la Europa del i8i5 ; io annunzio alla annessione
od anche alla Lombardia , e che Ja M. V. cede il Irono
al Duca di Bordeaux.
SIRE
Non abbiamo due pesi, due m:sure ; il diritto è uno
ed eterno , e risiede non nelle dinastie che si estinguo-
no , che cangiauo e degenerano, ma nel popolo che
permane.
Quanto alle condizioni essenziali che la AL V. met-
te' alla rigenerazione d'Italia > voglia , la prego, pren*
dere in considerazione gli ostacoli enormi che vi si op-
pongono ? Una federazione durevole non è possibile
ebe fra Siali omogenei senza di che la federazione è in-
efiieace come in Germania > produce de sunbnnd come
in Svizzera o minaccia ad ogni momento risolversi co-
me negli Stati-Uniti. Non è ne l’unità economica , ne !
l’unità amministrativa, ne l’unità della Bindiera che
costituisce l’unità politica di nn popolo e l’unità di es-
senza del governo. Ora I’ essenza del governo austriaco,
del governo ponlifieio , del governo di Napoli e del mio
governo è incommensurabilmente diversa : l’essenza del
popolo italiano è anlagon-sta a quella dei delti Governi.
Quindi male intelligenza Ira i popoli ed i governi, non
accordo Ira un governo e 1′ altro. ? Su che base pose-
rebbe la federazione ? Il popolo italiano ha due istinti
indomabili , I’ ind pendenza e 1′ unità. Può il govevno
austriaco o il governo pontificio far ragione a questa
impulsione permanente dalla opinione pubblica, che si
traduce in tulle le manifestazioni della vila nazionale?
La dieta di Roma inoltre o è puramente consultiva
o è sovrana. Se è consultiva solamente, la è inutile co-
me la consulla di S. AI. siciliana ed il consiglio di finan-
za di S. Santità. Se e sovrana, vale a dire che rappre-
senta la (Nazione fuori. e dispone delle l’ori’! di terra e
di mare dentro , la confederazione è inutile, i singoli
governi saranno aboliti col primo decreto di questo areo-
pago , e l’Italia è fatta , o la guerra civile e in piedi.
La M. V. propone un sistema rappresentativo specia-
le per ciascuno stalo ed una saggia libertà. Ciò sarebbe
un altro elemento di discordia tra i popoli ed il governo ,
ed anarchia nella dieta generale, e per me un imbarazzo,
il mio popolo non può rinculare, rinunziando alla larghe*,
della liberta goduta finora . Napoletani . Toscani , Roma»
gnuoli, modenesi , veneziani non si credono da meno dei
P emonlesi e dei Lombardi. Una liberlà per lutti dunque,
o alcuna per alcuna. Possono il Santo Padre , S. M. Ac-
cordare ai loro popoli la liberlà della stampa, del culto, e
della parola che io lascio ai miei popoli.
La AL V. opina che la presidenza della Dieta annien-
terebbe l’influenza morale del Papa. Ala chi inai, e quando
mai si attentò in Italia a questa influenza ?
Che il Pontefice romano non ne domandò «lira, e So-
vrano al mondo , nou sarà slato più polente e più venera,
lo di lui. Ma questa presideuza risieda precisamente il pe-
ricolo d’Italia, il Papato è elettivo. Che il cardinale Anto
ne Ili, per esempio, succede un dì a Pio IX , e tra la dieta
taliana ed il suo presidente la guerra è in piedi , un colpo
di stato inevitabile. La presidenza della confederazione poi
compensa le riforme che si domandano ul governo ecclesi-
aslico, perocché queste riforme portano snlla uatura sles-
sa del governo, se il Papato deve essere discusso in una
camera di deputali il Papato è finito. Val meglio ucci-
derlo con un decreto che comprometterlo e disonorarlo
con rivelarne le magagne.
lo non espongo a V. Al. che una sola considerazio-
ne quando alla partecipazione deli’ Austria alla confede
deruzione italiana una ipotesi. Che domani 1′ Austria si
trovi in guerra colla Francia , che farà l’ Italia ? Se io
avrei la maggioranza nella dieta , non potrebbe I’ Italia
che restare neutre , ma come la maggioranza con Napo-
li , Moina , Firenze, Modena , e Parma sarebbe all’Au-
stria ; I’ Italia dovrebbe muover guerra alla Francia. 0
ra questa nobile e generosa nazione avrebbe speso san-
gue tanto e tanti milioni per mettersi una spada nei
fianchi , e nel!’ ora del pericolo avere un popolo come
Giobbe aveva degli amici.
t L’Austria ha abbandonalo il diritto di avere guar-
nigione a Piacenza a Ferri’ ra , a Cornaceli io , perchè
queste guarnigioni non vi sono più ; e perchè per ri-
metterle e mestieri ormai riposare sull’esercito della M.
V. e sul mio , e su quello della Italia Centralo, vale a
dire ricominciare la guerra, La AL V, sa del resto che
lasciarmi Piacenza e Parma, come indispensabili al pun-
to di vista strategico per il Piemoute, non copre in nul-
la le mie frontiere. ; il Piemonte non ha che un nemico;
l’Austria t e l’Austria può senza intoppi passare il Min-
cio dovunque . eJ il Pò a Borgofoforle. L’ Austria infi-
ne et ha venduta la Lombardia , conquistala con lauto
sangue , e ha guardalo le porle e le cinavi. Ma la AL
V» ha voluto così.
» V. AL crede che la Venezia puole restare una
provincia puramente italiana col governo austriaco. La
Ungheria ha potuto restare Uiglnrìn milgrido la sua
(boia e I’ imperatore di Auslrii suo R<« speciale? Gli sla-
ti boti grado o malgrado debbono seguire la naz onalilà
dei governi , senza di che vi è anarchia. Venezia finché
piaccia a Dio sarà la Gerusalemme della Europa, attuale
terra di pianto che appella redentori. Un assemblea ita-
liana , un esercito italiano nelli stali austriaci di Italia ,
con Veruna dove balte il cuore del Austria, è una misti-
ficazione , è un pericolo per tntti. La guarnigione Au-
slriaca a Verona ed a Legnago rende fruslanea la guar-
nigione federale di Alanlova e di Peschiera senza contare
che le guarnigioni miste difendendo sempre male le piaz-
ze, ingeneravano talora dissidi, sempre rancori e gelosie
Ira i corpi speciali.
V. M. infine domino» la resleaurasione del Grandu.
ca con aumentazione di territorio ed un cangiamento iti
domicilio per la Duchessa di Parmi, protestando nel teui-
po slesso Volere rispettala l'indipendenza di italia Cen'r.i-
le, è mossa l'orni-il mente da binda la inlerveuz one stra
mera. In che modo allora la restaurazione avrà Itt'tsjo ?
Una restauratone spontanea e pacifici» è orm li iiii4msi-
b le. Provocar per occulti maneggi un insurresion<; dei
partigiani dei principi espulsi e mezzo incerto di succes-
so immorale sanguinoso , terribile , è la guerra civile.
S'ancano i popoli colla anarrhia e pericoloso. Da prima,
perchè anarchia non ci sarà . di poi. perchè ,-tìire quesl»
popoli spinti agli estremi potranno ricordarsi le storiche
loro traduzioni e considerare che inoltre del governo mo-
narchico assoluto che hanno respinto, del governo contilo-
zionale che loro si rifiuta, havvi il governo repubblicano
dei loro padri. Ed allora ?
Le restaurazioni, Sire, sono sempre funeste. Un prin-
cipe che torna é condannalo ad essere o nullo o tiranno
senza autorità se si appoggia sui suoi nem'ci ; vendicativo
reazionario, che si appoggia sui suoi amici re il Granduca
e la Duchessa si appoggeranno sul partito die ora regna
nella dalia Centrale, questo li Condurrà alla indipendenza
ed alla unione per mezzo della liberlà, vale a dire alla ne-
gazione dinastica; se questi principi (sarcheranno la mino
doll'Austria di nuovo, essi preparano un altro asilo per:
loro, e la guerra contro l'Austria di nuovo. In ambo i ca-
si, nuove prescrizioni, nuovi torbidi , nuove vendette »
nuovi rancori, e non più pace nella penisola.
Per queste considerazioni, Sire, e per altre moltissime
io nou posso secondare la politica di V. M. in Italia , se
V. Al. è legala dai Trattali e non può nel Congresso ri-
trare i suoi impegni, lo sono . oSire , legalo altresì ad
una politica tutta opposta, legalo dall'onore in faccia al..
l'Europa, dal diril'o del dovere della giustizia, dall'in.,
teresse in faccia alla mia Cssa, al mio popolo, ed all' t.
talia. La mia sorle è congiunta a quelli del popolo ita-
liano; possiamo soccombere , tradire non mai. I Solfe-
rino e San Martino nscattono talvolta le Novara e i Wa-
terloo, ma le apostasie dei principi sono irreparabili» lo
potrò dunque restar solo nella grande lolla in cui la A4»
V. avea cominciato per danni la mano; ina resterò. Pe-
rocché, se la M. V. forte dell'ammirazione del suo popola
non ha nulla a fare pclla riconoscenzi, della simpatia del-
l'alleanza del popolo italiano, lo sono commosso nel prò»
fondo dell'anima miai, dalla feda, dall'amore che questo
nobile e sventurato popolo hi iu me riposto; e piuttosto
che venirgli meno spezzo la mia spada e getto la mia
corona, come il mio augusto Genitore. Alcuno iuteresse
personale non mi guida alla difesa dell' annessione. La
mia casa non si è fatta pei voli di assemblee; la spada
ed il tempo ci han portati dal vertice delle Alpi alle spou-
de del Mincio , e questi due Angeli custodi della Gasp.
Sabauda la condurranno più in là, quando a Dio piaccia.
Qualunque sia la Vostra politica dell'avvenire, o Sire
che la Al. V. e la graodc Nazione cut la M. V. conduce
siane sicuri che giammai mi troveranno nei ranghi dei
vostri nemici. '
Torino. 28 Ottobre 180*9