La Francia all'Italia
LA FRANCIA
ALL’ ITALIA
Il National, organo del governo della Repubblica francese, commenta la lettera indirizzata al Nunzio del Pontefice in Parigi da Luigi Bonaparte con tale forza di
ragioni, tutte favorevoli alla condizione
attuale del nostro Stato, che noi credia-
mo far cosa gratissima ai nostri concittadi-
ni traducendo 1′ articolo intero. Ecco le
sue parole.
» Luigi Buonaparte non credè d’ av-
vilirsi nel sottoscrivere alcuni reclami elet-
torali fatti in favore della sua candidatu-
ra ; ed ora pubblica una lettera da lui in-
dirizzata al Nunzio, lettera che non ha
altro scopo se non che di cattivarsi i suf-
fragi cattolici.
Ci ricordiamo tutti quella specie di
comando fatto recentemente da Montalem-
bert al Governo, all’ effetto di ristabilire
in Roma, anche col mezzo d’ una inter-
venzione contro il Popolo romano, V au-
torità temporale del Papa. Luigi Buona-
parte , quasi per un’ anticipazione sopra i
risultati dell’ elezione presidenziale, adotta
per se stesso i consigli imperativi di Mon-
talembert al potere esecutivo ; egli dichia-
ra che » il mantenimento della sovranità
temporale del Capo venerabile della Chie-
sa è intimamente legato allo splendore del
cattolicismo non meno che alla libertà e
all’ indipendenza dell’ Italia. » Non abbia-
mo oggi bisogno di provare quanto sia
falso un tale pensiero; d’ altronde si co-
nosce facilmente che Buonaparte ha volu-
to con ciò rendere un servigio, piuttosto
che al Papa, a se medesimo.
Noi vogliamo semplicemente mettere
in mostra come la politica formulata dal-
l’ uomo che aspira a governare la Francia
è contraria al principio medesimo della
politica che la Francia debbe seguire a
riguardo d’Italia.
Per tradizione, per proprio vantag-
gio , per principio la nostra politica in Ita-
lia è esenzialmente antiaustriaca. Per tra-
dizione: la storia contemporanea non me-
no che la storia anteriore lo prova. Non
abbiamo bisogno di citare la lunga serie
dei fatti registrati nei nostri annali diplo-
matici e militari ; tutti li conoscono. Per
proprio vantaggio : ciò non ha d’ uopo di
prova ; difatti se la Francia ha creduto
di dover sempre lottare contro il dominio
dell’ Austria in Italia, ciò mostra che ap-
parentemente essa ne ricavava un vantag-
gio. Per principio : chi oserebbe negare
che la Repubblica francese, fondata sul
principio popolare, debba avere per isco-
po di tutti i suoi sforzi a riguardo dei po-
poli italiani, non meno che a riguardo di
tutti gli altri popoli, il riconoscimento e
il regno di quello stesso diritto che essa
ha proclamato in Francia ?
Cosi dunque tradizione, vantaggio pro-
prio e principii s’ accordano per consiglia-
re alla Francia una politica che tenda a
restituire all’ Italia la sua intera e piena
indipendenza. Ora qual è il nemico impla-
cabile di questa indipendenza ? 1′ Austria :
noi dunque non possiamo servire l’Italia
che alla condizione di lottare contro 1′ au-
striaco. U Austria conosce perfettamente,
checche possa dire Luigi Buonaparte, che
l’autorità temporale del Papa, lungi dal-
l’ essere legata alla libertà e all’ indipen-
denza d’Italia, dessa è al contrario un
ostacolo permanente a questa libertà e a
questa indipendenza. E perciò essa ha a-
vuto sempre la politica d’ intervenire sia
colle armi, sia coi negozi, in favore del-
l’ autorità temporale del capo della cri-
stianità : v’ ha bisogno di tutta 1′ ignoran-
za di Luigi Buonaparte, in materia diplo-
matica, per contrastarlo.
Che Luigi Buonaparte voglia scorrere
la storia contemporanea e vedrà che que-
st’ autorità temporale, in cui egli scorge un
ausiliario dell’ indipendenza italiana, è sta-
ta sempre difesa dall’ Austria ; e ciascun
sa se questa indipendenza è cara al gabi-
netto di Vienna. La sentenza di Luigi
Buonaparte non è dunque che un contra-
senso condannato dai fatti non meno che
dai principii, e che non può essere spie-
gato che dall’ ignoranza, di cui parlammo
più sopra, o da una tattica elettorale.
Si esamini bene la cosa ; perchè con-
sidereremmo noi come più inviolabile l’au-
torità temporale del Sovrano di Roma,
che quella di qualunque altro Sovrano ?
Forse perchè è necessaria alla sua auto-
rità spirituale? Noi crediamo che il sacro
carattere del Pontefice ha più da perdere
che guadagnare nell’ adultera mescolanza
di due poteri d’ un ordine differente. Di-
fatti gli errori politici che il capo della
Chiesa cattolica può commettere come prin-
cipe non hanno essi per risultato inevita-
bile di ricadere sopra il suo carattere spi-
rituale e di sminuirne il rispettabile pre-
stigio ? Disgraziatamente se n’ hanno avuti
parecchi esempi nella storia del Papato.
D’ altronde forsechè il Popolo romano a-
vrebbe, per caso^ minori diritti alla sua
sovranità per ciò solo, che il suo gover-
no è teocratico? Ma poiché gli stessi par-
tigiani dell’ autorità temporale del Papa
distinguono in lui il principe ed il Pontefi-
ce, egli è ben permesso, ci pare, al Po-
polo romano il fare la medesima distinzio-
ne. Al punto di vista politica egli è nella
medesima posizione, al cospetto del Papa,
che qualunque altro popolo al cospetto del
suo Sovrano, e senza disconoscere il ca-
rattere sacro del Pontefice, egli può lot-
tare contro il principe e darsi quella for-
ma di governo che più gli conviene. Non
si possono avere, per ciò che riguarda i
principii, due pesi e due misure ; bisogna
negare in Francia il principio democratico
se Io si niega a Roma. L’oltramontanismo
di Luigi Buonaparte giunge fino a tal
punto ?
Riassumiamo: o la lettera di Luigi
Buonaparte significa nulla, oppure signifi-
ca che la Francia debbe prendere in mano
la difesa dell’autorità temporale del Papa,
vale a dire far le veci dell’ Austria in Ro-
ma e combattervi i diritti del Popolo ro-
mano. L’ estensione d’ un tale sistema sa-
rebbe F intervento in favore dei governi
contro le nazionalità. Ma , ridotto alla
questione romana, si vede che un tale si-
stema è contrario ad un tempo alle tra-
dizioni della nostra politica riguardo all’ I-
ialia ed al principio della sovranità popo-
lare. Ciò non ci reca meraviglia rapporto
a Luigi Buonaparte; lo sapevamo poco re-
pubblicano , e sospettavamo pure le sue
affinità colla Russia ; che avvi di sorpren-
dente eh’ egli si mostri tanto austriaco a
riguardo d’Italia ?
Quatto, ®tp0jjrafim $do$xm.