L’Associazione nazionale italiana ai milanesi. Dichiarazione
Genova, Venerdì 2 Giugno 1848.
L’ASSOCIAZIONE Mi ALIITALIANA AI MILANESI
Milano è stata, in questi due ultimi giorni, preda d’una vivissima agitazione. Una dimostrazione ebbe luogo domenica: una seconda, più grave, nella giornata di jeri; una
terza, di carattere interamente pacifico, verso la sera.
La prima avea per intento di assicurare al paese certe guarentigie, che furono ammesse legit-
time e che il Governo concesse in un suo proclama. La seconda, alla quale diedero motivo o pre-
testo, alcune espressioni trovate irritanti in quello stesso proclama, trascorse, crediamo per bohore
di concitate passioni, ad atti colpevoli verso il Governo; la terza fu manifestazione di favore all’
autorità governativa, e imporrà, speriamo, fine all’agitazione.
Noi non prendemmo, né potevamo, dopo le nostre dichiarazioni, prender parte alcuna alla
prima. Noi deploriamo e biasimiamo altamente la seconda. E noi vedemmo con piacere la terza
in quanto esprimeva l’affetto all’ordine e I’abborrimento da qualunque alto di violenza illegale.
Se i partiti usassero sempre, come dovrebbero, con buona fede, se I’amore e il rispetto a tutte
opinioni sinceramente e profondamente sentite presiedessero al loro moto; e se la calunnia diffusa
forse ad arte da pochi non fosse, in questi tempi di singolare eccitamento, rapidamente accettata
dai molli che non sanno e non curano di sapere ; queste nostre poche parole sarebbero più che
sufficienti a porre in chiaro la nostra condotta. Ma poi che corrono tanto ostinate quanto ingiuste
molte voci che ci accusano fomentatori coperti di risse civili e dissidii che noi vorremmo, a prezzo
del nostro sangue, comporre, crediamo debito nostro verso 1′ Associazione Nazionale il protestare
solennemente contro quelle accuse, e qui lo facciamo.
Noi protestiamo con tutte le potenze dell’anima e con tutta la sincerità che spetta ad uomini di
radicate credenze, contro ogni tentativo di moto violento, contro ogni atto di sovversione illegale
che venisse, qui dove la parola è libera, a sostituire la forza alla libera persuasione e interrom-
pere il corso del nostro pacifico apostolato.
Noi scongiuriamo tutti i credenti nella nostra fede a separarsi da ogni manifestazione di natura
siffatta, a mantenersi costanti sulla via segnata ad essi dali’Associazione nel programma dell’ Italia
del Popolo. Noi sappiamo che quella via conduce a vittoria, e a vittoria fraterna, degno dell’Idea
olie adoriamo e non contaminala di meschine passioni o di sensi di riazione che l’anime nostre
non devono accogliere.
E noi domandiamo a quanti da noi dissentono d’accettare questa nostra dichiarazione colla stessa
fede con che noi la scriviamo.
Noi siamo educatori e vogliamo rimaner tali. La parola è l’arme nostra, diritto inviolabile che
vorremmo concedere a tutti, per noi e contro noi. Noi non calunniamo, e chiediamo d’essere
lealmente combattuti, non calunniati. Abborrenti per natura da quanto sente il raggiro e dal se-
greto che usammo solamente quando la tirannide straniera e domestica ci vietava ogni aperto moto,
noi abbiamo dato il nostro programma e lo manterremo. Esprimiamo liberamente le nostre idee
e perciò appunto che noi le crediamo vere, non sentiamo il bisogno d’affrettarne il trionfo con
armi non generose. Predichiamo, non cospiriamo: cospira il mondo, e la legge delie cose per noi.
Apostoli d’una fede che scrive Dio e il Popolo sulla sua bandiera, non tradiremo per impazienza
o audacia d’intolleranza la legge d’amore che Dio c’insegnava; non usurperemo sul libero voto
del popolo, dov’anche ci fosse avverso. Parleremo il vero e opereremo a seconda, nò alcuuo po-
trà mai dirci : diversa è l’ opera della vostra parola.
Gli uomini che presiedono all’Associazione possono mettere allato di queste dichiarazioni venti
anni di vita politica spesi senz’adulazione e senz’irà, senza timore e senza speranza: spesi senza
aver mai tradito la propria coscienza o la sincerità che s’addice ad uomini liberi. Perchè la tra-
direbbero in oggi? perchè i loro fratelli diffiderebbero in oggi della loro condotta? perchè gua-
sterebbero la bella causa del Pensiero , e contristerebbero d ingiuste accuse , di rimproveri non
meritati, l’anime nostre, invece di discutere fraternamente e intendere che al di là delle vie di-
verse insegnate a ciascuno dalla coscienza, sta un fine comune a tutti, l’incremento della Patria,
il culto del Vero ?
Milano 30 Maggio 184S,
Per l’Associazione Nazionale Italiana
GIUSEPPE MAZZINI Presidente ? LIZABE-RUFFONI Segretario.
tip. Ferrando.