Attualità

ATTUALITÀ
Bologna li 22 Aprile 1848
Il solenne momento della prova, ogni istante
vieppiù si avvicina: Durando ha. finalmente valicato il Pò: il guanto è gettato, i ferri non cerchi-
no mai più la guaina se non tinti e ritinti nel
sangue dell’ultimo Austriaco che pur resti in Ita-
lia. Affrettiamoci a raggiungere i nostri prodi fra-
telli Piemontesi o giungeremo troppo tardi; le
palme saranno raccolte, e ne avremmo noi tac-
cia di neghittosi, di degeneri figli, e fratelli di
que’magnanimi. Ogni città , ogni castella, ogni
villa, ha dato il proprio contingente d’armi, e
d’ armati. Che fa Bologna la dotta ? che fanno i
suoi figli animosi e guerrieri ? Al primo annun-
zio che Modena oppressa dall’ abbominevole Fran*
cesco Y abbisognava di soccorso per rompere il
freno esecrato, ecco d’ogni parte cittadini ar-
marsi ed accorrere: Bologna in poche ore diveni-
re un campo di guerra : quanti e quanti non do-
vettero rimandarsi per non lasciare sprovvista la
città? ma due superbe colonne marciarono sopra
Modena fra l’intemperie della stagione, il disa-
gio del cammino, e l’improvviso malconcio abbi-
gliamento. Modena , è ora libera felice. E quando
a Ferrara i bugiardi avvisi di quel Comitato,
facevano credere necessaria a togliere agli Au-
striaci la fortezza, una pronta dimostrazione guer-
resca, ecco di nuovo i cittadini in armi, ed in
ben più di mille volare sotto le mura di quella
fortezza. Se il richiamarli di colà fosse sano con-
siglio io non starò qui a significare : obbedienti
e disciplinati dovevano cedere, e lo fecero. So
bene però che ognuno imprecava al destino, il
quale loro imponeva di retrocedere, loro disgiun-
ti di pochi passi dall’ inimico , loro che nella
marcia retrograda incontravano ad ogni istante
drappelli, e battaglioni che marciavano animosi
verso la Veneta terra. Ed ora che la bisogna è
maggiore, ora che veramente si maturano i futu-
ri destini di nostra patria, noi Bolognesi stare-
mo freddamente spettatori della nobile lotta ? I
ruoli della Civica mobilizzata sono una vera mi-
seria : è forse paura 1 No per Dio, e non v’è ter-
ra non v’ è paese che possa noi tacciare di vili, e
parlano i fatti. Ma dunque quale è la causa del
nostro raffreddamento ? Io credo indovinarla ,
e me ne viene il pensiero da un articolo del-
l’ultimo Contemporaneo relativo alla Civica Uffi-
cialità. Si bene : perchè fra cittadini e citta-
di niuna tanto vergognosa sproporzione nei sol,
di ? perchè questi stabilire in conformità delle
truppe di linea ? in Civica, dove V Ufficiale spes-
se volte sa molto meno del comune ? dove gli
stessi bisogni, gli stessi obblighi, la stessa edu-
cazione sono comuni fra il semplice fuciliere ed
il gallonato Colonnello ? Io dimando chi è il civi-
co Ufficiale?… è un cittadino: e perchè è Ufficia-
le ? perchè gì’ individui componenti le compagnie,
non potendo fra loro rinvenirne alcuni che fosse-
ro chiari per imprese militari (lutti èssendo ad
un modo agguerriti ) davano il loro voto, a colorò
che più avevano brigato, o a quelli che emerge-
vano per dovizie o per nobiltà. Dunque i gradua-
ti superiori generalmente parlando, sono i più
doviziosi, quindi quelli che meno abbisognano di
soldo : e per vero , dovranno essi che possono dalle
loro case portar denaro, o farsene spedire a cias-
cun mese, togliere all’erario dai dieciotto agli
ottanta scudi mensili nel mentre che il semplice,
il quale tutto lascia al momento che si stacca
dalla propria famiglia, non avrà che i quindici o
i venti baiocchi giornalieri ? vergogna abbominio
il solo pensarvi. ? Stabilisca il governo un equo
imparziale congruo assegnamento a ciascun indi-
viduo Civico , e vedrà ne sono certo , molto meno
impinguati i ruoli, di Capitani, Tenenti, Sotto-
tenenti, e raddoppiati, centuplicati inorai dei
Comuni : perchè in molti dei primi è vivo il de-
siderio di viaggiare a spese del governo e goder-
si come nelle proprie case tutte le delicatùre del-
la vita e fare della marcia una sorgente di nuo-
vo lucro, quando nei secondi invece, è la vera
causa Italiana che li chiama, perchè essi non do.
mandano che il necessario per vivere , e per com-
battere : armi, e pane. ? La Civica mobilizzata
è un corpo morale, altamente morale e libero,
tanto più forte, quanto più stretti saranno, e
compatti i membri che lo compongono: Aristo-
crazia , ambizione, traffico sono elementi che non
tenderebbero che a dissolverlo; dunque aboliti;
libertà, unità, uguaglianza, disciplina. Rompete
i ranghi di una truppa cittadina, e l’Ufficiale è
sparito: un colpo di bacchetta ed esso è di nuovo
costituito ; alla sua piazza egli deve comandare ,
il soldato ciecamente obbedire, o non è soldato,
e allora vada con Dio. E parlando di disciplina;
quanta maggiore non ne avrebbero i Comuni pei
loro Capitani, quando sapessero che coni’ essi
fruiscono la mercede dell’ operaio che lavora al
grande edifizio della italiana indipendenza? quan-
do potessero dire a se stessi ; ma agli ufficiali non
fruttano dunque le spalline, che brighe maggio-
ri, maggiori responsabilità? Oh lode ad essi,
rispetto ed amore, che se non vantano superiore
capacità, sentono però la loro pocchezza, e con
noi dividono ed accomunano disagi o trionfi.
Questi miei pensieri ho a gloria il dirlo, so-
no divisi dalla maggior parte dei prodi civici Ro-
mani giunti fra noi, e molti dei loro ufficiali so-
no di questo parere, debbo anche aggiungere a
lode del vero che non pochi dei nostri Bolognesi”
Ufficiali pensano ugualmente, e in tutto confor-
memente a quanto ho significato in questo foglio.
Altri argomenti potrei addurre a mostrare la schi-
fosa immoralità del riparto di cui sopra ; ma for-
se dissi anche troppo, pei buoni e fortunatamen-
te son molti, basta un cenno; pei cattivi non ba-
sterebbe un volume.
VIVA PIO NONO VIVA CAKLO ALBERTO ;
WA L ITALIA UBERA E UNITA

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Estremi cronologici: 1848 aprile 22
Segnatura definitiva: MRI0805
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 43X28 cm
Colore: bianco e nero
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data e luogo di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Il solenne momento della prova, ogni istante vieppiù si avvicina: Durando ha. finalmente valicato il Pò...
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