Supplicazione che le popolazioni della Romagna…
SUPPLICAZIONE
CHE LE POPOLAZIONI DELLA ROMAGNA UMILIANO AL TRONO DEL SOVRANO PON
GREGORIO XVI.
BEATISSIMO PADRE !
I vostri Sudditi di Romagna, che un mal governo
di quindici anni costrinse durante l’ultima vacanza
della Santa Sede ad insorgere contro un sistema oppressivo e pressoché insopportabile, temendo che l’es-
pressione de’ loro veri sentimenti, dacché niun mez-
zo sicuro e legale qui esiste di libera comunicazione
fra il Sovrano Principe e il suo Popolo, non sieno
stati enunciati interamente e francamente da coloro
che vennero testé spediti a Roma sotto la denomi-
nazione di Deputati delle Legazioni, osano farsi in-
nanzi all’ Augusto cospetto del Supremo Gerarca del-
la Chiesa Universale e al tempo stesso loro Sovrano
Principe, per manifestargli che imbrandendo eglino
di nuovo le armi non intendono emanciparsi dalla
Sovranità temporale del Papa, né tampoco fare ol-
traggio alla Sua Sagra Persona, ma bensì chiedere
in modo efficace quelle riforme in ogni ramo della
pubblica Amministrazione che lumi e progressi del-
la civiltà rendono anche a noi indispensabili; la qua-
le domanda, intendiamo presentemente e con vive
istanze umiliare al Vostro Augusto Trono, dichia-
rando altresì come di niun valore , ed affatto insuf-
ficienti sieno i cangiamenti ordinati nel solo ramo
della Amministrazione Comunale, e Provinciale col-
1′ Editto della Vostra Segreteria di Stato 5. Luglio
corrente, il quali’ Editto universalmente riprovato,
in alcuna sua parte richiama le instituzioni dei Se-
coli barbari, e gli odiosi privilegi per una classe di
Cittadini già troppo protetta fin qui, contro V inte-
resse di tutte le altre. Oltrecchè sembra che si do-
vesse incominciare la grand’ opera della riforma da
più alto principio, e far conoscere al popolo quale
garanzia si darebbe per assicurare 1′ adempimento e
la stabilità delle nuove instituzioni : inchiesta assai
ragionevole in un governo ellettivo.
Né ci è permesso passare sotto silenzio V atro-
ce abuso che si è fatto e si fa tuttavia della forza
dal Colonnello Bentivoglio nella nostra Città di Ri-
mini, il quale non pago di avere nella sera dei io
Luglio poche ore dopo al suo ingresso fatto versare
e versato colle sue stesse mani proditoriamente il
sangue di pacifici ed inermi nostri compatriotti, eser-
cita tuttavia in quella Città il più aspro Governo
militare, il che è cagione di grandissimo sdegno al
popolo di tutte le Legazioni, né può essere sentito
diversamente dagli uomini di senno e di cuore, e
non lascierà di eccitare il più alto rammarico nel-
1′ animo umanissimo di Vostra Beatitudine. Né tac-
ceremo le trame e i maneggi già scoperti in Bolo-
gna , e che si praticano altrove, onde promuovere
con scelleratissimo disegno la guerra civile ne’ vo-
stri Stati. Le quali esorbitanze certo straniere al
mansueto animo del Vicario di G. C. ed opposti al
di lui Vangelo hanno poi cagionato in questi ultimi
giorni il disordine, e qualche fatto che non si om-
metterà dipingere a Voi e all’ Europa come un nuo-
vo attentato alla Vostra Sovranità.
Finalmente ci sentiamo stretti a farvi umilmen-
te conoscere, che se i Vostri Ministri, i quali si stu-
diano di ascondere agli occhi vostri la verità, non la-
sciano di provocare ufficialmente la guerra civile
come da Circolare della Segreteria di Stato io. cor-
rente Luglio ai Presidi delle vostre Provincie, né
porranno fine a sì gravi inconvenienti, non è spe-
rabile ristabilire la pubblica tranquillità : e i vostri
popoli di Bologna e Romagna loro malgrado, si var-
ranno del diritto che la natura concede a tutti gli
uomini in qualsivoglia condizione di civile società.
Affidati al vostio cuore paterno, e alle genero-
se promesse di un’ Era novella, ci confortiamo del-
le migliori speranze , implorando intanto T Aposto-
lica Benedizione.
Dalla Romagna li 17. Luglio i83i.