Descrizione della gran battaglia di Solferino…

DESCRIZIONE
DELLA GRAN BATTAGLIA DI SOLFERINO
VINTA DAGLI ALLEATI
// Giorno 24 Giugno 1859.
Nella notte del 19 al 20 giugno gli austriaci sgombrarono la riva destra del Mincio. Essi fecero bensì una riconoscenza su questa riva il 23, ma l’acco-
glienza fatta a questo parlilo sembrava dovesse toglier loro la volontà di rin-
novarla. Infatti passò quasi tutta la giornata del 23 senza che un austriaco
si fosse fatto vedere da questa parte del fiume.
Per il giorno 24 l’Imperatore ordinò che I” esercilo del Re occupasse Poz-
zolengo, ed investisse Peschiera da questa parte, mentre 1′ esercilo. francese oc-
cuperebbe Solferino e Cavriana.
Credendosi Pozzolengo sgombro od almeno occupato da semplici riconoscen-
ze austriache, il He ordinò che la t. e la 5. divisione spingessero parlili sopra
la mentovata terra, e la 3. ne spingesse uno (in sotto Peschiera ; mentre che le
divisioni riinarebbero sotto le armi, pronte a portarsi le due prime (prima e
quinta) su l’ozzoleugo e la terza sotto Peschiera, l’Imperatore incaricava il ma-
resciallo Baraguey d’llilliers d’agire su Solferino a Cavriana.
La sera del 23 si ebbe avviso che truppa austriaca si dirigeva su Pozzo-
lengo e Solferino, ma i rapporti accennavano a qualche battaglione.
Gli austriaci nella sera del 23 e nella notte del 21 posero in movimento
tutta I’ armata e la recarono sulla destra del Mincio.
Le relazioni dei prigionieri e disertori, per quanto contraddittorie, tende-
vano a far credere che l’armata austriaca fosse divisa in tre grandi masse,
una per agire sulla direzione di Pozzolengo, comandata dal generale Benedek;
una seconda , comandala dal generale Sclilick , per agire su Solferino; eia
terza, sollo il comando dell’ Imperatore in persona, sboccando da volla per Gui-
dizzolo e Medole, dovevasi dirigere su Castiglione; e siccome era la più nume-
rosa e per la qualità del duce la più importante, ad essa in special modo era
destinala la decisione della giornata. Per notare una delle tante contraddizioni
si avvertiva che alcuni udì zia ti prigionieri dissero che su Pozzolengo fosse di-
retto il solo quinto corpo comandato dal generale Stadion , che un altro sol cor-
po fosse ordinato su Solferino, mentre che il resto dell’ armata, sotto gli ordini
immediati del imperatore, doveva operare da Guidizzolo e Medole; tutti però
concordono nel dire che su Pozzolengo fossero dirette otto brigate , vale a dire
almeno 40 mila uomini
Queste disposizioni del nemico fecero che il Maresciallo Baraguey d’ Hil-
liers incontrò a Solferino difficoltà inaspettate, e le nostre riconoscenze su Pnz-
zolcngo o Peschiera Poderose forze nemiche. 11 parlilo della prima divisione
trovò il nemico in forza a S. Carlo vecchio. Fenile, Casa nuova e Madonna
della Scoperta : quelli della terza e quinta divisione oltre S. Martino.
Mentre il Maresciallo Baraguey d’ llilliers faceva con le sue truppe prodigi
di valore su Solferino, profonde masse nemiche si avanzavano nel piano verso
Castiglione.
L’Imperatore Napoleone si avvide che si aveva da fare con l’intera armata
nemica, e per combatterla schierò nella pianura i corpi del generale Niel e del
Maresciallo de Mac-Mahon , dando ordine al Maresciallo Canrobert, che era in-
dietro di raggiungerli. La guardia imperiale era tenuta in riserva sulle allure
per portarla dove il bisogno fosse maggiore. Nel tempo medesimo invitava il Re
ad appoggiare verso Solferino con quante forze potesse maggiori.
In conseguenza S. M. il Re ordinò al generale Fanti che con la sua divi-
sione, che era in riserva sui monti a mezzodì da Lonato, di dirigersi per una
gola esistente tra Castiglione e Solferino, e sboccare nel piano sottostante a
soccorso de’ Francesi. S. M. faceva pur dire al generale Durando che, al mo-
mento in cui si credesse sicuro del nemico che aveva di fronte, appoggiasse an-
ch’ egli a destra. Il generale Durando spinse la sua sinistra verso la Madonna
della Scoperta, sostenuto da abbondanti artiglierie, e portò la destra verso la
Ca Sojetla, Ca Molina e Ca Podone, avvicinandosi in tal guisa alle posizioni
francesi.
Il generale Fanti era in via di compiere il suo movimento, quando giun-
sero a S. M. nuove di ciò che accadeva sulla sinistra delle nostre posizioni ;
le riconoscenze della 3. e 5. divisione avendo avuto a combattere contro forze
soverchia utente superiori, erano state obbligate a ritirarsi per la ferrovia e a
poca distanza da Rivoltella avevano corso rischio di essere tagliate da Desen-
zano ; ma I’ arrivo in linea di qualche battaglione aveva per il momento assi-
cerato la strada su Descnzano.
All’ oggetto di controbilanciare il nemico per quanto era nelle nostre for-
ze, S. M. si decise a richiamare il generale Fanti, che era sol punto di usci-
re nel piano di Castiglione percorrendo una strada angustissima e quindi trop-
po malagevole per una contromarcia. S. M. ordinò quindi alla seconda brigata
di quella divisione (brigata Aosta) di retrocedere come meglio e più presto
potesse e la diresse immediatamente a S. Martino.
Il generale Fanti per una piccola strada incominciò un movimento indie-
tro, e verso le ore 2 si trovò all’ altezza ed alla destra delle truppe del gene-
rale Durando con la brigata Piemontese che gli rimaneva.
Intanto il maresciallo Baraguey d’ Hilliers si impadroniva di Solferino e
s’ incamminava verso Cavriana.
Le truppe austriache incalzate dai francesi si ritiravano da quei colli, ma
sembravano progettare nuovi attachi in fronte e alla sinistra del generale Du-
rando , dimodoché fu creduto opportuno che il generale Fanti con la brigata
Piemonte sì soffermasse affinchè occorrendo il caso, potesse venire in aiuto.
S. M. il re informato che malgrado i prodigi d’i valore «Iella terza quinta
divisione era per esse cosa troppo ardua 1′ impadronirsi delle posizioni di San
Martino, difese da forze tanto superiori, mandò ordine verso le ore A pom. di
fare a capo di un’ ora e mezzo un attacco generale sui colli di San Martino.
La terza e la quinta divisione con la biigata Aosta dovevano manovrare dalla
parie di Rivoltella, mentre la pi ima divisione con la biigala Piemonte, posta
per questa operazione sotto la direzione del generale la Maimora, agirebbe
dal capo opposto.
Quel!’ ordine era diramalo alle 4. pom. quando una impetuosa tempesta si
scaricava su quella zona; vento, grandine, pioggia infuriavano; non solo non
si poteva avanzare , ma si durava falica a restare in piedi ; le strade erano
poco conosciute : i villani per la paura erano nascosti ed era impossibile tro-
vare chi facesse da guida.
Ciò non ostante il generale La Marmora si diresse con la brigata Piemon-
te su Pozzolengo mentre ordinava al generale Durando di avvicinarsi per la
strada più breve a S. Martino. La brigata Piemonte giunta in faccia di Fenilet-
to stava per discendere sopra S. Martino ,1 allorché fu attaccata dalla parte di
Pozzolengo.
Il quarto reggimento attaccando il nemico di fronte, ed il 9. bersaglieri
girando alla sinistra il PAESE , respinsero I’ inimico. Attesa la poca forza e
1′ avvicinarsi della nollc non fu stimato prudente di occupare Pozzolengo ; ma
furono portati alcuni pezzi sopra un’altura che dominava una strada di ritira-
ta degli austriaci da S. Martino, e tu ritirata del nemico fu molestata.
11 generale Durando , a motivo del temporale e di una guida poco prati-
ca . provò qualche imbarazzo per giungere verso il tramontare del sole sulle
posizioni indicate. Ne diede avviso con due colpi di cannone ; ma in quel mo-
mento la terza e quinta divisione, col valido appoggio della brigata Aosta ,
riuscivano esse sole a sloggiare il nemico da quelle formidabili posizioni, ed
in tal modo una luminosa vittoria poneva fine ad un combattimento che durò
per ben is ore. ?—————–_____
Questa vittoria non poteva a meno di costare at nosirt gravissime perdite.
La forza delle posizioni, la soperiorilà numerica sì in uomini che in artiglie-
rie , tutto contribuiva a rendere il nemico formidabile ; ma nulla valse a rat-
tenere 1′ impeto dei nostri soldati della terza e quinta divisione e della briga-
ta Aosta , che con eroica costanza ed ardire ammirabile seppero gagliardemen-
te resistere e superare tutte le difficoltà.
La terza divisione ebbe il generale di brigata Arnaldi ferito. Su quattro
colonelli 3 rimpsero uccisi : Caminati , Bercila , Balegno.
La quinta divisione ebbe pure a lamentare la morte di distintissimi uffi-
ziali : fra gli altri il maggiore Poma. 11 generale Cerale della brigata Aosta fu
pure leggermente ferito-
Non è possibile ancora di dire in modo preciso V ammontare delle nostra
perdite , ma non si andrà ben lungi dal vero calcolandole a cinque mila tra
morti e feriti.
La battaglia fu vinta su tutta la linea.
I francesi, occupate le allure, costrinsero il unnico a ritirarsi su Goito.
11 nemico, che le nostre truppe scacciarono da S. Martino lasciò nelle nostre
mani cinque cannoni, e fu obbligato a retrocedere per ponti onde ripassare il
Mincio. Questa battaglia, che resterà una delle memorabili dei tempi moderni
per la grandezza degl’ interessi che vi si propugnavano e per il numero delle
truppe impegnate, avrà grandi risultamenti. Il valore dimostrato dalle nostr»
truppe fu all’ altezza di quello dei nostri -bravi alleati.
P. S. Da informazione positive lisulta che a Pozzolengo vi era tulio I’ «.
corpo di armata austriaco, composto di 5 brigale di 5000 nomini ciascuna.
Queslo corpo fu quello che nella mattina fu sorpreso dalle riconoscenze dei
nostri più sopra accennate.
II quinto corpo d’ armata , comandato dal generale Stadion , combattè a
S. Martino colle sue cinque brigate. È quindi indubitato che due divisioni o
mezzo dell’ esercito sardo , vale a dire 25,000 tennero fronte a 60,000 ausiiia-
ci, tuttoché questi fossero raccolti ed impegnati tutti insieme, ed avessero il
vantaggio delle posizioni.
Dal qnarlier generale di Rivoltella, 26 giugno.
La condotta delle divisioni dell’ esercilo che presero parte nella gloriosa
giornata del li 24, è degna de’ più grandi elogi. Già spossate per lungo com-
battimento ritornavano le truppe verso sera con ammirabile slancio all’ attacco
delle formidabili posizioni di S. Martino difese da imponenti forze. Se queste
posizioni sono rimaste in nostro possesso, lo si deve al nuovo, impareggiabile
ardore che i capi seppero in quei supremi istanti destare nelle stanche trup-
pe, ed al nobile esempio dato dagli uffiziali tutti, i quali in questa memoranda
giornata pagarono più che mai di loro persona.
S. M. il re, desiderando dare un attestato dell’ alta sua soddisfazione ai
signori cavalieri Cocchieri e Mollard , comandanti la quinta e terza Divisione,
ha conferito ad entrambi in data del giorno 24 corrente il grado di luogote-
nente generale, ha ordinato che queste promozioni vengano notificate alle trup-
pe tutte dell’ esercito nel prossimo ordine del giorno con cui S. M. conferirà
le ricompense ai bravi militari che maggiormente si distinsero in quella eele-
bre giornata.
EHralto dal Monitore di Bologna li 1 Luglio 1859.

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Estremi cronologici: 1859 luglio 01
Segnatura definitiva: MRI1306
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 40X26,5 cm
Colore: bianco e nero
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Nella notte del 19 al 20 giugno gli austriaci sgombrarono la riva destra del Mincio...
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