Viva Pio Nono
VIVA PIO NONO
Le vaste e magnanime idee di fondamentale Riforma , a prò dello Stato, le quali occupano senza posa la mente Sovrana del Magno Pio
JX , fin dal primo suo benedetto Pontificalo , e che tratto tratto vengo-
no riverberando sui popoli delle Provincie il loro futuro splendore (l),
non possono non commovere eminentemente all’ entusiasmo il Popolo
romano , nato e cresciuto fra la gloria de’ secoli e la potenza degli troi
dominatori del mondo. E tanto più che girando esso popolo Io sguardo
sui trionfali monumenti , che gli avvanzano di sua colossale grandezza ,
non gli ricorre per essi alla memoria uno solo di rjue’ tanti Immortali
da potersi paragonare con 1 io IX; il quale, olire la magnanimità del-
la mente , accoppia in se ( cosa non sperabile sempre ) vero ed ope-
roso affetto di paterno cuore ; e tultociò francheggialo e santificato dal
divino lume della Religione II popolo Homano che fra le tante sue
glorie questa annovera , come la più cara , e invidiabile veramente , di
possedere e venerale in mezzo a se lanlo Pegno della Divinità , ravvi-
sa più d’ appresso in Pio IX un Eroe gigantesco, che al grave e len-
to suo passo stampa orme di smisuralo progresso; a ben comprendere
il quale, per chi pur fosse cieco di mente, basterebbe indietreggiar collo
sguardo rintracciando il primo punto di mossa.
Ma non credasi che Roma sia sola a degnamente plaudire e celebrare
le provvidenze maravigliose di tanto Sovrano. Le Provincie tutlequante,
sorde non certamente al mutato volgere delle sorti , concorsero già con
gara memorabile a si alto e degno argomento ; e non già mosse dal
freddo dovere di suddite, ma bensì sospinte dal prepotente e generoso
impeto di figliale trasporlo , non mutabile giammai per avvicendarsi di
mondani casi Le quali se non ebbero in sorte quella grandezza, che
doveva esser propria di Roma , per destinazione del cielo , ciò nondi-
meno s’ appagano , di non esser inferiori ad essa per generosità di sen-
tire , e per altamente riconoscere Chi fra le contraddizioni del mondo
sorgea fautore di loro felicità. E Bologna Ira le Provincie è pur quel-
la , che fervida sempre più di gratitudine , di speranza e d’ amore pen-
sa seco stessa il modo più degno, e per poco dispera trovarlo , di
consecrare perpetua la riconoscenza sua verso tanto Ristoratore de’ pò-
poli Ed oggi pure raggiunge ansiosa col pensiero il benaugurato incon-
tro del giorno tredicesimo di Maggio , natalizio di tanto Monarca , per
festeggiarlo con segni non equivoci di pubblica esultanza (2) , rinno-
vellando le sempre fauste e memorabili giornate del Giugno e del Lu-
glio nello scorso anno 1846, primo del nostro risorgimenlo. E dalle
Sovrane sponde del Tebro abbia Roma novello argomento di fratellanza
immanchevole , dalla prima delle Provincie , nella celebrazione sponta-
nea di tanto giorno ( che a ristoro delle nostre miserie deslinavalo Id-
dio ne’ suoi segreti consigli a schiudere a queste nostre contrade novo
e consolante ordine di Provvidenza.
(t) Vedi la Circolare provvidenlissima del 19 Aprile p. p. ai Pre-
sidi delle Provincie.
(2) La sera del 13 Maggio ( sacro alla discensione del Redentore)
è destinata a generale illuminazione delle contrade e rispettive abita-
zioni ; al che vorranno concorrere quanti hanno anima e cuore capace
ver sentire degnamente di Pio JX. ^-5rsf1?H’5^>$
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