Lettera di un distinto italiano emigrato
LETTERA
DI UN DISTINTO ITALIANO EMIGRATO
Carissimo Amico
Se i dolci acquistati legami di famiglia, se gli obblighi di professione da me qui assunti, mercè la ospitale
bontà di queste Popolazioni, mi tolgono ora, dopo
tanti anni di amaro immeritato esilio, di tornare al-
la Patria fra le feste de” parenti, e degli amici, non
è perciò che io non sia presso voi colla mente, e col
cuore, a godere di quegli inaspettati beni che a ra-
gione Vi tengono si lieti, e che fra breve, se saprete
pazientare, vi renderanno forse anco i più felici tra
gli abitatori della nostra malmenata, ma pur sempre
fella, diletta e generosa Patria.
Ba ‘ale però ch’egli e d’ uopo vi teniate assai in
guardia, perocché la vecchia politica aristocratica, che
è come a dire la malvagità slessa, vi ha ordita Con-
tro una muta, ed ostinata guerra, onde cagionarvi
per u-ni guisa il maggior male possibile, e farvi cre-
dere «1 inondo immeritevoli de’ sommi vantaggi che vi
sta preparando il più grande de’ Sovrani, PIO IX,
secondo che non isdcgnò dire di sua viva voce ai
Deputati delle Provincie.
A questo reo fine gli acerrimi vostri contrai] non
risparmieranno attività, arte, e mezzi. L’Austria a
dopi era il brigantaggio, che mantiene animato fra le
stesse Polizie Pontificie. I Guaiti ciò «»*<> essere
ovunque, non trascureranno sacrificj e turpitudini. I
Volontari tornei-anno al sistema degli assissmi, delle
calunnie, de’dileggi, delle provocazioni. Buo?a par-
te del clero nella sua crassa ignoranza non si resterà
dalle consuete immoralità, coperte dal manto di una
simulata religione. I disonesti speculatori addetti già
al Gregoriano governo, e tutti i pessimi che gii fa- ”
cevano seguito ( mentre come ti è noto presso Grego-
rio non avevano luogo, o non la duravan . i saggi ed
i probi} faranno opera per inquietarvi, disonorarvi,
avvilirvi.
Guadatevi soprattutto dalla più temibile delle lo-
ro arti, quella cioè di servirsi di molti de’vostri stes-
si, che, o troppo esagerati ne’loro desi’derf, o impa-
renti il’ aspettare, presentano, sebbene inconsapevoli,
in se medesimi un facile mezzo alla nequizia de’semi-
natori di scandali. Se v’ ha qualcuno tra voi che vo-
glia troppo, o troppo presto, mostrate Ini come la
pazienza e la discrezione sieno due virtù necessarissi-
me si alle presenti circostanze, come al/e stesse buo-
ne disposizioni del Pontefice. Se v’ ha qualcuno tra
voi rhe gridi e trascorra ad estremi, ammonitelo; se
non Tiada , fuggitelo, o come un incauto che .vuo-
le il suo e I’ alimi male, o come u,i traditore, uno
sboio dell’ Austria. Un tumulto popolare nelle vostre
Provincie al momento presente, sarebbe un’ irma a
Voi fatale nelle mani de’ vostri nemici, sarebbe un
osi…..pjp gravissimo al compimento delle sante inten-
zioni del Pontefice, a quelle rifórme eh’ Ej-li vuole
donarvi, e delle qUfali I’ Eininentissimo Gizzi, Cardinale
per ogni rispetto commendevolissimo, sta disponendo
il programma. E noi, non dubitando del pieno adem-
pimento delle ricevute consolanti promesse, dobbiamo
in esso vedere non solo la prosperità nòstra, ma quel-
la forza di schietta unione che stringerà vieppiù al-
l’ Umanissimo Principe la devozione, la fedeltà e
l’amore digli adorati suoi sudditi. Egualmente farà
tacere i caltivi, ponendoli nell’ assoluta impotenza di
ulteriori dannose mene.
All’ erta adunque perchè 1′ Austria per prima
anela ad ogni inconveniente, onde farne suo prò!
Evitate quanto più potete i molti lacci che vi si
tendono per tutte parti, ed opponetele coraggiosa-
mente le vostre virtù, il vostro senno. Educate il
popolo, fatelo religioso, ma non ipocrita; tenetelo
sobrio, operoso, docile, riconoscente. Di tal modo vi
renderete benemeriti del Principe Clementissimo, il
quale coadiuvato dai buoni a superare le più gravi
difficoltà, facendosi corona de* valenti ed onesti cit-
tadini, potrà allontanare da se gl’inetti, i cattivi,
ai quali pure gli fu forza ricorrere con sua e pres-
so che comune dispiaceuza per alcune delle nomine
o riconferme di pubblici funzionar) non ha guari
qua e là avvenute. Inoltre se sarete proprio saggi
potrà presto liberarsi dallo straniero, di si grande ro-
vina allo Stato; alleggerire le imposte, favorire le
* Brìi, i mestieri, gli a’.ujj, secondare le industrie, il
commercio, ordinare ogni ramo di amministrazione,
riformare il sistema ipotecario, chiamare a vantaggia
Ijjel pubblico Erario i multi proventi che vanno ad
¦ esclusivo profitto di pochi particolari, finalmente, per
dir tutto in poco, putrà procacciarvi quanti utili
Saranno conciliai.ili collo stato presente dell’ Europa,
colla convenienza e situazione della S. Sede. Otte-
. nute , ed effettuate le esposte cose non avrete più il
grave dolore di non vedere adempiti 1 Sovrani voleri.
Non più le Nunziature, non più le Legazioni, Dele-
gazioni, Curie Vescovili, Polizie, Tribunali, Fori’ ar-
mata si permetteranno gl’inceppamenti e le male pratiche
che usarono anche con istampe, nel dare esecuzione al-
l’ atto magnammo dell’ Amnistia , che non ammette
alcun dubbio essendo per se stessa tutta chiarezza,
sapienza, carità; e tanto, che non havvi fin qui fatto
di Principe o di Pontefice che lo somigli o pa-
r-porri ‘
Queste cose dicevamo pur non ha guari un de-
gno Prelato reduce da Roma.
Se parlassi ad altri, e non a te, molto avrei a
discorrerli ancora delle presenti faccende, e del sommo
reale decoro portato alla Chiesa dal novello Pontefice.’
Ma parendomi avere accennato quanto basta alla tua
perspicacia, or mi preme soltanto che, per quello
e da te, procuri di giovarti del qualsiasi contenuto
di questa mia, alla quale attenderò con desiderio
un tuo riscontro .
E sempre nella costante brama di presto abbrac-
ciarti mi ti dico di cuore.
Douay 3. Settembre 1846-
Affino tuo
Dott. L. A.