Toscani
TOSCANI
Se la sola forza delle armi potesse farci pienamente sicuri dai pericoli che ci minacciano sì da vicino, generosa risoluzione sarebbe quella di ri-
porre nelle sole armi ogni speranza di salute. Ma oggi non avremmo certez-
za di resistere soli e male agguerriti ad un vincitore, che già invase il ter-
ritorio di due Stati limitrofi, senza temere di ostacoli che l’arrestassero.
Ogni speranza non è peraltro perduta, e la Vittoria può tornare nuovamente
a coronare le armi confederate. Non sono esauste le forze d’Italia per i sof-
ferti infortunii, né a lei è mancato il conforto d’ Europa che V animava al
glorioso cimento. E noi non disperiamo dei fati d’Italia, e siamo risoluti
a durare nel proposito che già ci fece associare le Nostre armi a quelle del
Re Carlo Alberto, né per isventure sapremo separarci da lui. Ma ora abbia-
mo bisogno di tempo per riparare alle perdite sofferte , per salvare il paese
da un subito pericolo. Con questo consiglio Noi non pensiamo già di patteg-
giare l’onore della patria, ma di serbarci illesi a migliori fortune. Ce ne
offre il modo la spontanea e concorde mediazione d’Inghilterra e di Francia,
dandoci fiducia che i confini dello Stato non saranno violati, quando 1* or-
dine interno si mantenga, quando i provvedimenti che il Governo deve e
vuol fare e fa per la difesa, non diano occasione a tumulti. Il mio Governo ap-
poggiato dal voto delle Nazionali Assemblee , ha creduto di dovere accoglie-
re per il bene comune gli ufficii amichevoli delle due Potenze.
Toscani ! Il momento è solenne : un’ atto improvido può travolgere la
patria in fatali calamità, delle quali non ci basterebbe la vita per dimenti-
care le conseguenze. Uniamoci concordi per sostenere questa dura prova che
i tempi ci impongono. Io torno a ripetervi che sarò sempre con voi, per
sostenere la causa nazionale, e per mantenere quelle Istituzioni che sanzio-
narono fra noi la pubblica libertà : e voi promettete di adoperarvi efficace-
mente per sostenere e difendere la maestà delle Leggi, onde il risorgimento
d’Italia non sia esposto a nuovi ed estremi pericoli. La sorte della patria è
nelle vostri mani. Io veglierò perchè sia salvo 1′ onore, voi dal cauto vostro
salvate quello che dopo 1′ onore avete più caro. Alle armi Cittadine Io af-
fido la tutela dell’ordine, ed i Cittadini si rammentino che coli’opporsi vi-
rilmente a (chi tentasse di suscitare tumulti, si opporranno ai nemici della
patria ; perchè chi vuole i tumulti vuole lo straniero, e con esso tutti i
mali di una provocata invasione.
Dato in Firenze li sei Agosto milleottocentoquarantotto.
LEOPOLDO
11 Presidente del Consìglio dei Ministri
Segretario di Stato
al Dipartimento dell’ interno
C. RIDOLFI.
Firenze nella Stamperia Granducale.
?( Ristampato in Bologna Tipi Sassi)