Articolo estratto dal giornale Il corriere livornese N. 257
Articolo estratto dal Giornale ? IL CORRIERE LIVORNESE ? N. ‘257.
2i. Novembre 1,818..
Roma! la Città eterna, la Patria di Rienzi si è infine destata, ed ha mostrato al mondo, che il sangue latino non tralignava per volgere di anni,,
e di iniquo potere Sacerdotale.
Su quel suolo quando le libertà erano in peri-
colo sorgevano a gara i due Bruti, un Virginio,
e’ i tiranni cadevano.
Fra quelle mura di Roma’ santificate dal mar-
tirio di tante generazioni che- stettero prone in-
nanzi ad un prete coronato , appariva- un terzo
Bruto, e la Città di Quirino, e con essa l’Ita-
lia tutta chiamava a vita novissima.
Allo squillo della tromba delle legioni , al breve
comando del Tribuno’ eran succeduti , il fumo
dell’ odoroso turibolo , i suoni dell’ organo ed i
canti melodiosi di esseri turpemente evirali.
La –vergogna di tanti secoli è cancellata, il Po-
polo Romano ,? il Popolo Re che vide i Principi
della terra tutta avvinti al carro’ dei suoi trion-
fatori è risorto immortale.
Due principj aveano finora governato il mondo,
la fede inverso i Principi creduti emanazioni della
divinità , e la fede inverso i Pontefici , che me-
scolando il sacro col profano , ogni diritto con-
fondevano, ogni libertà manomettevano , e la re-
ligione del Cristo serva dei’ Troni aveano fatta.
Questi due principj sono distrutti , su di essi
torreggia il vero diritto , l’unica emanazione pu-
ramente divina il dritto del Pòpolo !
Il cannone- di Vienna ha cancellato le ultime
vestigia- della fède inverso i Re , ed i cannoni pun-
tali dal Popolo Romano in faccia al Quirinale ,
hanno annientilo per sempre la fede inverso i Pon-
tefici, come Principi della terra; ? Al Popolo ciò
c/i’ è del Pòpolo; a Dio ciò eh’ è di Dio.
Queste verità che in ogni mente sfolgorano lu-
cidissime ed inconcusse , non hanno potuto anco-
ra vincere l’ostinata resistenza di Ferdinando
d’ Austria e di Mastai Ferretti da Sinigallia.
Quello vuol regnare ancora inzuppando la sua
porpora nel sangue, e questi piuttosto che ricono-
scere la sovranità del Popolo preferisce d’andarne
in terra straniera..
Pio IX carezzava il Popolo quando paziente Ia-
sciavasi: ingannare da lui; il Trono di Roma pia-
ceva al Pontefice allorché scriveva in cifre arcane
all’Austriaco contro d’Italia; ei dileltavasi del prin-
cipato quando poteva opporsi alla guerra dell’Indi-
pendenza, collegarsi col Bombardatore di Napoli a
danno d’Italia, e chiamar figli suoi dilettissimi i
truci Croati..
Ed oggi che il Popolo vuole la Costituente, e la
guerra., il regno delle leggi, e della libertà; il Pon-
tefice vuol fuggire, vuol protestare pei suoi calpe-
stati diritti !
Ei fugga, ei vada a dominare come capo della
Chiesa, ed allora il primo e sicuro passo inverso la
Nazionalità Italiana sarà fatto.
I diritti temporali dei Papi! ma essi sono come
quelli di quanti Principi spotestali passeggiano ora
per l’Europa ; i loro diritti si appoggiano sulla for-
za-, e sulla frode, vinta l’una, scoperta l’altra, fi-
nisce il diritto.
Ma quel vantato diritto al Governo temporale non
si appuntella che sulla famosa cessione di Costan-
tino Imperatore, e sulle false decretali dell’astuta
e bugiarda Córte Romana.
E poteva Costantino alienare i diritti dei Popoli
che emanano da Dio, senza consultare gli stessi
Popoli ceduti ? darli come un podere, un campo,
o un gregge di bruii !’
Per varj secoli gli stessi pontefici, non solo non
si credevano forti del loro diritto, ma per domi-
nare la Chiesa universale, ed il principato partico-
lare all’ elezione del popolo Romano si sottomette-
vano e l’amante ed il figlio di Marozia la triplice
corona posavano sul capo.
All’ elezione del popolo quella del conclave so-
stituì l’ astuzia pretina, e dissero Io Spirito Santo
scendesse ad illuminarlo. Lo Spirilo Santo, che or di
Spagna, or d’Austria, or di Francia giungeva! (1)
Miserie, e turpitudini di. tempi, e di uomini, or-
mai lontane, che ricordiamo soltanto onde confer-
mare sempre più la sentenza già falla popolare cioè:
CHE IL DOMINIO TEMPORALE DEI PAPI È
STATO V OSTACOLO INSORMONTABILE DEL-
LA NAZIONALITÀ’ ITALIANA.
Se dunque quest’ ostacolo è rimosso , se Pio
Nono vuol fuggire ; ei fugga.. ? Noi comincie-
reino ad essere da quel giorno Italiani e la
Chiesa non sarà più retta , da una insopporta-
bile Aristocrazia , ma divenuta come l’istituiva
il divino Maestro ; una perfetta democrazia , con-
cederà al più umile dei Sacerdoti, quel diritto
d’elezione , quella rappresentanza sinodale che la
tirannica corte Romana aveano assorhite , e con-
centrate in un solo collegio di porporati.
(1) Vtdi il Ms. della Biblioteca di Parigi.