I reduci legionari ai loro fratelli della Guardia civica romana

I REDUCI LEGIONARI
AI LORO FRATELLI DELLA GUARDIA CIVICA ROMÀNA.
Dopo quattro mesi, di lontananza, noi ritorniamo fra voi, o nostri compagni di armi. Ricambiamo il bacio della fratellanza ^ rinnoviamo i legami della nostra parentela in
nome della patria, e gridiamo uniti « VIVA LÀ LIBERTA’ E LA INDIPENDENZA
D’ITALIA. »»
Lungi da voi^ a voi rivolava il nostro pensiero, e mentre noi su’ campi della Vene-
zia combattevamo le affamate Orde de’Croati , eravamo ben certi che voi Combatteste i
nemici intestini, e che loro non cedeste nò manco un dito del politico terreno de’ nostri
diritti e delle nostre franchigie. Nò punto c’ingannavamo: gli avvenimenti del maggio
attestano onoratamente per voi.
La prepotenza delle cose non ci permetteva di convivere ne’ vostri quartieri : ab-
biam dovuto ridurci in separata dimora , solo ed unico mozzo di nostra esistenza t,
qualunque altra disposizione apporterebbe il nostro immediato dissolvimento: e questo è-
il fatto che non debbo avverarsi giammai. Noi ci siamo consacrati alla guerra della in-
dipendenza: non possiamo disciogliersi che a guerra finita. Quando si e giurato colla
spada in pugno, non dee deporsi, che vincitori o spenti. Tale si k il nostro giuramento.
Noi tuttavia siam vostri, vostri del lutto nella disavventura e nella gloria: questo
pensiero solo basta a fare il nostro orgoglio. A voi appartenghiamo per tulli i titoli, e
come nati fratelli nella stessa ora, e come inscritti nelle pagine di un sol libro, e
come figli non degeneri di Roma e dell’Italia.
Comune è la nostra missione -, ella conliensi ristretta in questa unica formola
« Difendere e salvare a prezzo del nostro sangue il Trono , la Costituzione , il Parla-
mento e il popolo.» Chi si attenta rapirci con forza o furarci Con arte un sol atomo di questi
preziosi diritti, sia nostra vittima inesorabilmente. Sì, lo sappia Italia tutta, sulla cima
delle nostre baionette è scritta la guarentiggia della civile liberta.
I nostri nemici ci temono uniti, ci sprezzano discordi. È d’ uopo dar loro una
lezione finale : occulti o palesi , deggiamo colpirli i mal si riposa col serpe infra le
braccia : pria che ne avveleni , sia spento.
Uopo è dunque che voi sappiate di averci compagni e fratelli : ebbene noi vi
giuriamo di esser tali. Chiamateci nell’ ora del pericolo, e noi verremo : additateci il
nemico , e sarem con voi. Noslro sarà l’insulto a voi fatto , nostro il dovere di ven-
dicarlo : comune la gloria e il cimento , comune la gioia e il dolore. Così questa Roma
immortale che ora tulli ci accoglie, ben a dritto scriverà i nostri nomi nel catalogo
de’ suoi figli gloriosi, e superba di non trovare nelle nostre file ne un matricida né
un bastardo, terra ferma speranza di risalire regina il suo Campidoglio.
VIVA ROMA E L’ITALIA.
Roma 28 Luglio 1848.
t»ER LA LEGIONE ROMANA
IL COLONNELLO
B. GALLETTI

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Estremi cronologici: 1848 luglio 28
Segnatura definitiva: MRI1429
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 27X18,5 cm
Colore: bianco e nero
Autore: Galletti B.
Lingua della documentazione: italiano
Note: Data e luogo di emanazione.
Descrizione del contenuto: Incipit: Dopo quattro mesi, di lontananza, noi ritorniamo fra voi, o nostri compagni di armi...
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