Cittadini

La Romana Repubblica fu inaugurata sulle rovine del Papato Temporale; i Romani
la salutarono plaudendo, i Romani se fia d’ uopo, la difenderanno combattendo.
La nostra Roma già Dominatrice dell’ Universo, forse in espiazione delle sue guer-
re di conquista per cui n’ ebbero mille popoli catene, fu destinata da Dio a subire
per vari Secoli il doppio governo dei Sacerdoti; ma il fremito di tutti gli animi,
P odio inveteralo per una Casta che non può dominare che su schiavi, il sempre ere- ,
scente amore di libertà, parlano chiaramente che il tempo dell’espiazione è compito,
ed è suonata P ora del riscatto.
11 Romano, che quasi vii gregge, si curvò innanzi ad un Prete coronato, dall’inti-
mo senso di sua dignità riscosso, con ciglio altero ha scorto nel Prete Re, non il
Yicario, ma il Giuda del Cristo.
11 Nato nella spelonca di Beltleem, il Divin Figlio del Falegname, l’Uomo del po-
polo, che mangiava un pane bagnato del sudor suo, che divideva col poverello le pe-
ne, e le gioje, che fu ucciso dai Re, perchè amico di libertà, potea mai essere rap-
presentato più a lungo in terra del lusso orientale, dalla mollezza, dal tradimento,
dall’ambizione, dall’egoismo, dalla crudeltà dei Re Sacerdoti? da Uomini che per
comandare aveano bisogno di uccidere, ed uccidendo insolentivano sulle vittime in”
nocenti’ in nome di Dio?
Noi prole di generosi, figli d’una terra ove ad ogni passo s’ erge un monumento
cosa eravamo pochi mesi or sono? Uomini condannati nelle opere magnanime, censu-
rati nel libero pensiero, maledetti se e’ ispiravamo a virtù sulle tombe dei padri, se
volevamo una patria, se stringevamo un ferro per redimerla.
La terra de’ Bruti, e dei Camilli era per i Preti la Sacrestia, dirò cosi, del Va-
ticano, il Vaticano il tesoro inesaurabile dei Papi, il tesoro dei Papi, il sangue del
Popolo.
Per i Papi noi non abbiamo più avuto, né Patria, né Istoria: noi per i Papi fum-
mo cacciati nelle tenebre; e alla Storia del Popolo successe quella malaugurata del
Papato.
Ma sull’ultima pagina del Papato temporale a cifre d’oro si sta vergando la no-
vella storia del Popolo.
Noi stretti in un volere, in un pensiero operando energicamente consegneremo alla
Storia fatti gloriosi, e degni delle sublimi reminiscenze del Campidoglio.
Una pagina iutiera sia pel nostro giuramento di sostenere ad ogni costo il vérgi-
ne vessillo della Repubblica. Onde essere Repubblicani fa d’ uopo d’ immensi sacri-
fici: ci ritrarremo noi dalla via d’onore che deve essere come l’Angiolo di guida a
tutti i popoli d’ Italia ? Fu tradita P Italia, ma non vinta: dalla sventura sorgono
più grandi le nazioni generose.
Anche Quei che fidavano nei Re, ora ben conoscono a prova, che Rtj, Tradimento,
Servithj sono sinonimi.
Noi dunque qui, o Colleghi di lutti i Circoli Romani, in nome di Dio, della tra-
dita Italia, sull’ altare della Patria, sulla tomba dei Bruti giuriamo:
NON PIÙ’ RÉ.
(1) Queste parole furono lette la sera del 20 corrente nella gran Sala del Palano Borromeo ove era*
no convenuti i Socii di tutti i Circoli.

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Estremi cronologici: s.d.
Segnatura definitiva: MRI1425
Descrizione fisica: c. 1
Dimensioni: 27X19 cm
Colore: bianco e nero
Lingua della documentazione: italiano
Descrizione del contenuto: Incipit: La Romana Repubblica fu inaugurata sulle rovine del Papato Temporale...
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